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Ricordando don Dino Rossato

2 Lug

image«Si sentiva sempre più coinvolto a Ospital Monacale, aveva tanti progetti per la nostra parrocchia. Avevamo un bel rapporto, spesso era ospite a pranzo a casa mia. Era davvero una persona umile».
Questo di Don Matteo Zambotti, dal 1999 Diacono Permanente, è solo uno dei tanti cari ricordi, che in questi giorni abbiamo raccolto, dedicati a don Dino Rossato, tornato alla Casa del Padre lunedì scorso, 26 giugno, mentre si trovava, da poche ore, in villeggiatura ad Alassio (Sv), ospite dei fratelli salesiani. L’ultima Santa Messa nella nostra Diocesi l’ha celebrata domenica mattina alle 8.30 nella Chiesa di San Benedetto a Ferrara, una delle sue due famiglie, insieme, appunto a quella della piccola frazione argentana dov’era dal 2013 impegnato come vice parroco.
«Era benvoluto, non è mai mancato, spesso visitava a domicilio anziani e malati», ricorda il parroco di Ospital Monacale Mons. Marco Bezzi, mentre Franca Mazzanti, catechista, ci spiega come «nonostante fosse affaticato, non lo faceva pesare ed era ancora molto attivo. Fin dal suo arrivo nel nostro paese prese a cuore la parrocchia. Poche persone frequentavano, però, le attività e lui, per coinvolgere i giovani, a volte andava anche a parlar loro davanti al bar o al parchetto del paese». Inoltre, prosegue la signora Franca, «quando non poteva essere presente, mi chiamava per essere aggiornato, ad esempio, su quante persone, soprattutto bambini, avessero partecipato alla Messa il giorno prima». «C’è tanto bisogno di persone come lui capaci di trasmettere il bene», ci spiega Daniela Mazzanti, mentre Vittorio Cacciatori, Mauro Mazzanti e Cinzia Gentili lo ricordano come una «persona gentile e disponibile, piena di idee, quel che non aveva già fatto, ce l’aveva in programma. Una persona pacata e attenta ai giovani».
Il parroco di San Benedetto a Ferrara, don Luigi Spada, ci parla di una persona che «ha saputo servire con letizia e semplicità la sua comunità, costruendo vere amicizie». «Eravamo molto amici, ci aiutavamo», ricorda don Giuseppe Boldetti, mentre don Paolo Salmi sottolinea come «lavorasse ancora sodo, non dimostrando di avere 80 anni». Don Gianalfredo De Ponti gli rivolge, invece, un saluto: «continua dal Cielo il tuo servizio d’amore per la nostra comunità». Anche Mons. Massimo Manservigi, Vicario generale diocesano, ricorda che, «come nel caso dei funerali di Valerio Verri lo scorso aprile [la guardia provinciale vittima di Igor, ndr], faceva tutto nel modo più corretto e preciso, senza mai tirarsi indietro».

Giovedì 29 giugno nella Cattedrale cittadina si sono svolte le esequie, concelebrate dall’Arcivescovo Mons. Luigi Perego, il quale, nei due saluti, iniziale e finale, ha sottolineato il «particolare carisma di don Dino legato al cammino dei giovani», segno di una «capacità di rimanere puri di cuore».
«Caro don Dino, la tua vita è stata entusiasmante, appagante e benedetta, hai vissuto in purezza la tua umanità, senza paura di mostrare affetti, legami e limiti», ha spiegato nell’omelia don Claudio Cacioli, Ispettore della confraternita salesiana per l’Emilia e la Lombardia. Don Cacioli ha ricordato anche il suo desiderio di «morire in Congregazione», tra i confratelli, perché «noi siamo innanzitutto salesiani di don Bosco». Particolarmente toccante anche il ricordo di quel «magnifico crocifisso donatoti, che conservavi nella tua camera, davanti al quale, sono certo – ha proseguito don Cacioli – trovavi la forza per affrontare i problemi».

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” il 02 luglio 2017

 

In Duomo commosso saluto a don Dino Rossato

1 Lug

image«Caro don Dino, la tua vita è stata entusiasmante, appagante e benedetta, hai vissuto in purezza la tua umanità, senza paura di mostrare affetti, legami e limiti». Queste commoventi parole sono solo uno dei passaggi fondamentali dell’omelia dei funerali, svoltisi ieri pomeriggio nella Cattedrale cittadina, di don Dino Rossato, morto per un malore nel pomeriggio di lunedì nella località ligure di Alassio dov’era appena giunto per alcuni giorni di riposo assieme ai fratelli salesiani. L’omelia è stata pronunciata da don Claudio Cacioli, Ispettore della confraternita salesiana per l’Emilia e la Lombardia, in una funzione dove non sono mancate le inevitabili lacrime, ma dominata, per quanto possibile, da un’atmosfera di lode e di affetto.
Le esequie, presiedute dall’Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, hanno visto la partecipazione nelle prime file di diversi parrocchiani dalle comunità di San Benedetto in Ferrara, e di Ospital Monacale, dove negli ultimi quattro anni don Rossato ha svolto l’importante ruolo di vice parroco.
Don Cacioli ha ricordato la sua «innata simpatia e capacità di ridere di se stesso», il suo desiderio di «morire in Congregazione», tra i confratelli, perché «noi siamo innanzitutto salesiani di don Bosco». Particolarmente toccante anche il ricordo di quel «magnifico crocifisso donatoti, che conservavi nella tua camera, davanti al quale, sono certo – ha proseguito don Cacioli- trovavi la forza per affrontare i problemi».
Commosso anche il parroco di San Benedetto don Luigi Spada: «grazie don Dino perché ci hai voluto bene e sei stato un confratello buono».
Mons. Perego nei due saluti, iniziale e finale, ha sottolineato il suo «particolare carisma legato al cammino dei giovani», segno di una «capacità di rimanere puri di cuore».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 30 giugno 2017

«Addio don Dino, eri un grande sacerdote»

28 Giu

Ospital Monacale e San Benedetto ricordano commossi il vice parroco morto per un malore. I funerali saranno celebrati domani alle 18 in Cattedrale a Ferrara

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Don Dino Rossato

L’ultima Messa nella nostra Diocesi don Dino Rossato l’ha celebrata domenica mattina alle 8.30 nella Chiesa di San Benedetto a Ferrara. Nel pomeriggio è partito alla volta di Milano per incontrarsi con un amico sacerdote, col quale, lunedì mattina ha raggiunto Alassio (Sv), sua ultima meta. Nel pomeriggio, infatti, il primo bagno nella località di villeggiatura gli è stato fatale. A nulla è valso il trasporto all’Ospedale di Albenga. Sarebbe dovuto tornare sabato a Ferrara.
Grande e profondo il cordoglio da parte delle due comunità di cui faceva parte, la famiglia salesiana di San Benedetto, e Ospital Monacale, dov’era vice parroco, celebrando la Messa domenicale dal 2013, anno della morte di don Felice Benetti.
Mons. Marco Bezzi, parroco della frazione argentana ricorda come sabato pomeriggio «mi aveva telefonato per dirmi che si sarebbe preso qualche giorno di pausa. Era benvoluto, non è mai mancato, spesso visitava a domicilio anziani e malati».
Chi lo conosceva bene in paese era Franca Mazzanti, catechista e tuttofare in parrocchia: «era un po’ affaticato e sofferente, ma non lo faceva pesare ed era ancora molto attivo», ci spiega. «Fin dal suo arrivo prese a cuore la parrocchia, era pieno di passione ma umile. All’inizio era un po’ disorientato, dato che poche persone frequentavano le attività parrocchiali. Per coinvolgere i giovani, a volte andava anche a parlar loro davanti al bar o al parchetto». Don Rossato cercava di rianimare la vita parrocchiale «con incontri come i pranzi comunitari per la sagra di giugno. Quando non poteva esserci fisicamente, mi chiamava per essere aggiornato, ad esempio, su quante persone, soprattutto bambini, avessero partecipato alla Messa il giorno prima. Era rispettato da tutti, al bar c’era sempre chi gli offriva il caffè».
«Ricordo il suo primo giorno nella nostra parrocchia – ci spiega invece Daniela Mazzanti -, era seduto nel primo bianco in chiesa. Fu un impatto positivo, trasmetteva il bene: abbiamo bisogno di persone così. La domenica precedente mi disse che si sarebbe preso qualche giorno di riposo, mi sembrava sereno».
Vittorio Cacciatori, farmacista del paese, lo ricorda come una «persona gentile e disponibile, pieno di idee, quel che non aveva già fatto, ce l’aveva in programma».
Lo ricordano anche Mauro Mazzanti, Presidente dell’Ospitalese calcio e la parrucchiera del paese Cinzia Gentili, come «una brava persona, pacata e molto dedita ai giovani».
Sentiti anche i ricordi dei salesiani di Ferrara, a partire dal parroco don Luigi Spada, che ci parla di una persona che «ha saputo servire con letizia e semplicità, e sapeva andare d’accordo anche con le persone difficili, riuscendo a valorizzarle. In generale, ha saputo costruire amicizie vere». «Eravamo molto amici, ci aiutavamo», ricorda don Giuseppe Boldetti, mentre don Paolo Salmi sottolinea come «lavorasse ancora sodo, non dimostrava 80 anni», e don Gianalfredo De Ponti gli rivolge un saluto: «continua dal Cielo il tuo servizio d’amore per la nostra comunità».
Anche Mons. Massimo Manservigi, Vicario generale diocesano, ricorda che, «come nel caso dei funerali di Valerio Verri lo scorso aprile [la guardia provinciale vittima di Igor, ndr], faceva tutto nel modo più corretto e preciso, senza mai tirarsi indietro».
Le esequie, presiedute dall’Arcivescovo, saranno celebrate in cattedrale domani, giovedì, alle 18.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 28 giugno 2017

Via Romea Germanica, un percorso tra fede e turismo

19 Set

Ieri la tappa a Ospital Monacale, lunedì a Ravenna e il 14 ottobre l’arrivo a Roma

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L'arrivo a Ospital Monacale dei sei pellegrini

L’arrivo a Ospital Monacale dei sei pellegrini

Ieri poco dopo le 11 sei pellegrini sono arrivati nel complesso di Villa Lervini a Ospital Monacale (in via Zenzalino, 80), provenienti da Ferrara. Quali le caratteristiche e il motivo di questo pellegrinaggio? I viandanti – tre italiani (Flavio Foietta, Rodolfo Valentini e Gianluca Bambi), due tedeschi e una canadese (di 82 anni) – fanno parte dell’Associazione Romea Germanica, nata nel 2012, che con Pilgrims Crossing Borders è impegnata in questo pellegrinaggio partito lo scorso 22 aprile da Trondheim/Nidaros, in Norvegia, e diretta nelle due capitali mondiali della cristianità, Roma (qui l’arrivo è previsto per il 14 ottobre, dopo 3.200 km) e Gerusalemme. Il tragitto ripercorre, escludendo la parte in Norvegia, l’antica Via Romea Germanica, percorsa e documentata dal monaco Alberto, abate del Monastero Benedettino della Santa Vergine Maria di Stade (in Germania), il quale nel 1236 decise di recarsi a Roma per ottenere da Papa Gregorio IX un permesso riguardante la disciplina nel suo monastero.

Dopo il tradizionale taglio del nastro, si è svolta la conferenza stampa nella quale sono intervenuti, innanzitutto, Andrea Baldini, vicesindaco di Argenta e Massimo Maisto, vicesindaco di Ferrara. Quest’ultimo ha elogiato questo «progetto culturale e turistico che può rafforzare l’identità del nostro territorio, facendo anche riscoprire il valore delle zone agricole». Dopo il saluto di Lorenzo Lervini, sono quindi intervenuti due pellegrini, Rodolfo Valentini (Presidente Associazione Romea Germanica) e Gianluca Bambi. Il primo ha sottolineato come «il pellegrino giri il mondo per conoscerlo, e di com’è bella l’idea di fermarci in un paese piccolo come questo». Bambi, docente di Ingegneria Agraria all’Università di Firenze, ha invece spiegato come «si attraversino diversi territori rurali, sempre più transitati da pellegrini, e ciò aiuta queste aree agricole a superare la marginalizzazione, permettendo di essere riscoperte» per la loro storia e i loro paesaggi.

Il taglio del nastro

Il taglio del nastro

Oggi i pellegrini faranno tappa a Sant’Alberto, vicino Anita, per poi arrivare a Ravenna nella giornata di lunedì. Alcuni di loro sono partiti dalla Germania, mentre altri hanno continuato la staffetta dal Brennero. Un viaggio straordinario nel cuore dell’Europa, quindi, per riscoprire le sue radici cristiane, a contatto con popoli diversi e all’insegna della fede e della fratellanza.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 19 settembre 2015

Musica, birra e porchetta a Ospital Monacale

30 Lug

10524727_738286066229533_3175457318103624133_nDa oggi fino a domenica 3 agosto nel campo sportivo di Ospital Monacale avrà luogo la 7° edizione della Festa della birra e della porchetta artigianale. Un festival, con birreria, ristorante, musica live, giochi e mercatino, organizzato dalla Polisportiva S.P. Ospitalese, con il patrocino del Comune di Argenta, ad ingresso libero, campeggio libero e welcome bikers. Questo il programma: stasera ore 19, inizio cottura della porchetta, e birra alla spina scontata per tutta la sera; ore 21, musica live con i The Phoenix e Candy Queers; domani ore 21 live con Lady Peaches e i The Fu*kers , mentre venerdì 1 concerto dei Baito! e  Tommy Gun . infine, sabato 2, sempre alle 21, live dei Palco Numero 5 e The Brothel Creepers, mentre domenica chiudono i Ligabusi, tribute band di Ligabue. Inoltre, tutte le sere happy-hour fino alle ore 19.

Andrea Musacci