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E se costruissimo un grande “giardino” nel cuore di Ferrara?

21 Set

Il progetto de “Il giardino del mondo” dovrebbe proseguire nel 2021

La storia di una comunità si forma sempre facendola conoscere, facendola propria, e costruendola a nostra volta. Storia che, lo si voglia o no, è fatta sempre di incontri e convivenze (più o meno forzate), di famigliarità ed estraneità, di scambi e scontri. Sta a ognuno, nella piccola vicenda personale e nel tessuto dei rapporti collettivi, renderla più o meno conflittuale, in ogni caso non evaderla ma affrontarla.
È con questa visione delle cose che tra il 2017 e il 2018 è nato il complesso progetto de “Il giardino del mondo”, sviluppatosi nell’anno scolastico 2018/2019 nell’ambito del Concorso “Io amo i beni culturali”, bandito dall’Istituto per i Beni Artistici Culturali Naturali della Regione Emilia-Romagna. Il progetto, curato dal Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara e dal Centro provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Ferrara (C.P.I.A.), fu presentato in Regione nel 2018 dall’Archivio Storico Comunale di Ferrara, partner culturale capofila e dal C.P.I.A., partner scolastico capofila, e nacque con l’intenzione di valorizzare il quartiere Giardino di Ferrara (e più in generale la zona GAD): un “sogno” urbanistico mai del tutto realizzato per quelle che erano, oltre un secolo fa, le intenzioni di Ciro Contini e dei primi progettisti.
Lo scorso marzo è stato pubblicato il volume “Il giardino del mondo. Viaggio in un quartiere multietnico di Ferrara” (Este ed. 2020), che raccoglie tutte le iniziatve del progetto, volume curato da Corinna Mezzetti (Archivio Storico Comunale) e Beatrice Morsiani (Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara), in collaborazione con Lorenza Cenacchi (Liceo Statale Carducci), Alberta Gaiani e Sabrina Virruso (C.P.I.A. Ferrara). Si tratta di un’imponente mobilitazione, di scuole, istituti (1.060 sono stati gli studenti coinvolti), dell’Ateneo, dell’Archivio e delle Biblioteche comunali, oltre che di tantissimi enti e associazioni cittadine. Tante le azioni formative e di intrattenimento: visite guidate, laboratori, letture, musica, eventi sportivi e molto altro. Un lavoro corale che ha promosso, nel tempo, in varie generazioni, una cultura dell’integrazione e una più approfondita conoscenza storica.
Il termine «interazione» viene preferito da Angelo Andreotti, che dirige il Servizio Biblioteche e Archivi comunale, al posto di quello di «integrazione»: da questa riflessione ha preso avvio la presentazione pubblica del volume lo scorso 18 settembre nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea di Ferrara. Una specificazione non leziosa per porre l’accento sulle dinamiche decisive delle relazioni abbandonando un’ottica unidirezionale. Parole inclusive e all’insegna della «contaminazione» ha scelto anche l’Assessore alla cultura Marco Gulinelli, mentre Fabio Muzi, dirigente del CPIA, ha riflettuto sulla rete formatasi tra i soggetti promotori, e sui proficui rapporti intergenerazionali.
Mentre Daniela Cappagli ha parlato della necessità, in una democrazia, della costruzione di una «società della conoscenza» e della rivalutazione dell’architettura come centrale nell’ambito dell’inclusione sociale, Cenacchi, intervenuta dopo Morsiani, ha avanzato una proposta: «potremmo ragionare su un progetto riguardante gli snodi comunicativi del quartiere – Darsena, ex Mof, stazione dei treni – e le antiche attività commerciali». Sì, perché in alcuni interventi, e in generale negli scambi informali tra i presenti, già il pensiero va al proseguimento del progetto. Progetto che, se per Muzi va «riproposto e implementato», per Mezzetti avrà – come ci spiega – sicuramente un seguito. I promotori sono già concordi nell’iniziare a ritrovarsi a breve per ritessere i fili, per non disperdere i tanti contatti e cercare di immaginare, nonostante le limitazioni di questa emergenza che continua, un nuovo “Giardino del mondo”.
L’impegno organizzativo ed educativo, insomma, è stato enorme. Ma il desiderio è già di ripartire. Per continuare nell’utopia concreta di un grande “giardino” multiforme, vivace e partecipato nel cuore di Ferrara.
Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 25 settembre 2020

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A Portomaggiore consigli contro truffe e ladri e interventi per la sicurezza

13 Giu

Minarelli e Rapino

Il Sindaco Nicola Minarelli e il Comandante dei Carabinieri Magg. Roberto Rapino

Tanti consigli a persone anziane, e non solo, per evitare furti e truffe e un programma di interventi per la sicurezza per il Comune di Portomaggiore e l’Unione Valli e Delizie. Questi i due ambiti dell’incontro svoltosi ieri alle 15 nel Teatro parrocchiale Smeraldo. Un evento al quale han partecipato il Sindaco Nicola Minarelli, l’Assessore Giovanni Tavassi, il Comandante dei Carabinieri Roberto Rapino e Valerio Boldrini della Polizia Municipale. Dopo la proiezione di un video con una truffa simulata ai danni di un anziano, Rapino ha dato utili consigli contro i truffatori, che spesso approfittano della solitudine degli anziani e, fingendosi tecnici del gas o dell’INPS, o di chiedere indicazioni stradali, compiono truffe o furti di oggetti in oro o contanti. È importante quindi essere diffidenti, chiamare subito il 112 (che diventerà il numero unico d’emergenza europeo),  mantenere (per eventuale aiuto) buoni rapporti di vicinato, installare un sistema d’allarme ed essere riservati sul possesso di oggetti di valore. Inoltre, attenzione anche ai finti incidenti stradali e ai finti carabinieri. Infine, il Sindaco Minarelli ha elencato le iniziative in cantiere. Si va dalla Municipale, unificata a livello di Unione e disponibile anche nel terzo turno serale, a due bandi, per commercianti e residenze, con contributi per l’installazione di sistemi d’allarme. Infine, vi sarà la possibilità di stipulare un’assicurazione, a prezzi calmierati, contro furti e truffe, e l’installazione di molte telecamere nel territorio comunale.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 giugno 2015