Archivio | 10:29

I luoghi più belli di Ferrara visti da diversi artisti

4 Nov

Rivellino Romani

Continua alla galleria d’arte “il Rivellino” di via Baruffaldi a Ferrara la rassegna intitolata “Ferrara, curiosità e…dintorni”. Una mostra eterogenea per “sbirciare” gli angoli, i vicoli di questa città “metafisica”. Sono esposte le fotografie di Tiziana Dossi, Gian Luca Amaroli, Cinzia Reggiani e Lia Pellandra; le tele degli artisti Leonardo Caracciolo, Nadia Cavallari, Cristina Cavallini, Lina Furioli, Ruben Garbellini, Francesca F. Gamberini, Francesca Lanzoni, Francesco Lojacono, Roberto Natali, Lorenzo Romani, Iskra Shahaj e Roberta Veneziani; infine, le creazioni artistiche di Maurizia Braga e Pia Indelicato. Gianluca Amaroli, autore della fotografia “Apparizione”, ci fa da Cicerone in questo percorso nel quale i vari artisti spaziano da semplici e suggestivi disegni tratteggiati alle fotografie “surreali” della Pellandra, dallo stile informale di Natali ai “panni stesi” dell’albanese Iskra Shahaj. Diversi i frammenti della quotidianità ferrarese, da una bicicletta dipinta a uno squarcio di via delle Volte, dalla chiesa di Ponte Vecchio al verde delle Mura, fino ad arrivare a Lorenzo Romani, artista ventiseienne le cui opere evocano una città metafisica e sognante, decadente nel passaggio dai fasti antichi alla crisi moderna.

La mostra sarà visitabile fino all’8 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, tutti i giorni, festivi compresi, tranne i pomeriggi di giovedì e domenica.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 04 novembre 2013

(nella foto opera di Lorenzo Romani)

“Carte appese ad un sogno” in mostra a Idearte

4 Nov

Darbo nov. '13

“Carte appese ad un sogno” è il titolo della nuova personale di Guglielmo Darbo, visitabile fino a venerdì 15 novembre all’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara. L’artista, classe ’55, proprio quest’anno ha raggiunto la sua prima dècade nel mondo dell’arte, lui che normalmente lavora come avvocato. Le sue grandi opere, seppur fortemente materiche, trasfigurano le forme del reale per testimoniare la forza dell’irrazionale, dell’intimità. L’essenza della persona, della vita è rappresentata in queste sue nuove carte – create negli ultimi mesi – dal rosso rubino del sangue. Sangue simbolo e immagine della passione, anche di quella di Cristo, quel Cristo evocato in “Jesus’ blood never failed me yet”, “Il sangue di Gesù non mi ha mai tradito”, citazione di una canzone di Gavin Bryars, a sua volta ispiratagli dal canto di un senzatetto. È, insomma, il sangue degli ultimi, il “Sangue che impasta la terra di Palestina”. Dalle carte di Darbo, però, in un atto sofferto di libertà, traspare comunque la possibilità di una purezza, la possibilità di “Sentirsi come appesi a un sogno”.

L’esposizione è visitabile dalle 10 alle 19.30, sabato e domenica su appuntamento.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 04 novembre 2013

(nella foto: “Jesus’ blood never failed me yet”)