Archivio | 17:23

San Basilide, Messa in carcere a Ferrara

2 Lug
annalisa gadaleta

Annalisa Gadaleta

Nella mattinata di venerdì 30 giugno nel parchetto all’interno della Casa Circondariale di Ferrara si è svolta l’annuale Santa Messa nell’anniversario di San Basilide, patrono del Corpo di polizia penitenziaria e del Corpo degli agenti di custodia.
Queste le autorità presenti alla funzione, insieme alle educatrici e ad alcuni volontari: il Direttore della Casa Circondariale Paolo Malato e la Comandante della Polizia Penitenziaria di Ferrara Annalisa Gadaleta, il Prefetto Michele Tortora, il Questore Antonio Sbordone, l’Assessore del Comune di Ferrara Roberto Serra, il Presidente del Tribunale Rosaria Savastano, Giovanni Franceschini del COFA, Stefania Carnevale, Garante provinciale dei Detenuti, Andrea Firrincioli, Comandante Provinciale dei Carabinieri, Filippo Ruffa, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Paolo Francesconi della Polizia Provinciale, Marcello Marighelli, Garante regionale dei detenuti e Sergio Mazzini, Presidente comunale AVIS.
San Basilide, nativo di Alessandria d’Egitto, morto circa nel 202 d.C., era un semplice soldato dell’esercito romano, una sorta di guardia carceraria. Incaricato di portare la cristiana Potamiena al patibolo perché aveva rifiutato di abiurare la propria fede cristiana, eseguì sì l’ordine, ma durante il trasporto impedì che la vittima venisse oltraggiata dalla folla. Questa semplice accortezza commosse l’ormai prossima santa, la quale promise che, giunta in Paradiso al cospetto di Dio, avrebbe interceduto per lui. Pochi giorni dopo Basilide si dichiarò cristiano, fu messo in prigione, dove fu anche battezzato, e il giorno successivo venne decapitato.
Don Domenico Bedin, che ha celebrato la Santa Messa insieme al Cappellano del carcere Mons. Antonio Bentivoglio, nella sua omelia, prendendo come esempio il martirio di San Basilide, ha spiegato come «se vogliamo essere punti di riferimento per gli altri, esercitando un compito delicato come quello della guardia carceraria, dobbiamo compiere innanzitutto un rinnovamento interiore, crescendo nelle virtù della giustizia, della carità e della pace».
Annalisa Gadaleta, alla fine della funzione, dopo aver letto la preghiera dedicata a San Basilide, ha voluto ringraziare i presenti e sottolineare «il senso di misericordia e carità cristiana» del Santo protettore, mentre Paolo Malato ha ricordato come quest’anno ricorra il bicentenario del Corpo di Polizia Penitenziaria.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” il 02 luglio 2017

Accoglienza e integrazione a Ferrara: racconti e dati

2 Lug
alcuni ospiti della casa

Alcuni ospiti di Casa Masslo

Nell’analizzare una questione delicata e complessa come quella riguardante l’accoglienza e l’integrazione delle persone immigrate bisognerebbe sempre, per quanto possibile, partire da quella che è la realtà effettiva e innanzitutto dal proprio contesto territoriale. In occasione della Giornata Internazionale delle Cooperative, che si celebra ogni anno il primo sabato di luglio, e che quest’anno è dedicata proprio al tema dell’inclusione, l’Alleanza delle Cooperative di Ferrara ha aperto alla cittadinanza le porte di alcune strutture. Tra queste, venerdì 30 giugno era possibile visitare “Casa Masslo”, Centro di accoglienza di via Vallelunga 145/147, gestito dalla cooperativa sociale Camelot, in piena campagna a pochi chilometri da Pontelagoscuro.
Perché “Casa Masslo”? L’edificio, un tempo adibito a scuola, nel 2006 è stato aperto, come prima struttura di accoglienza nel nostro territorio. La Casa è intitolata a Jerry E. Masslo, rifugiato sudafricano trentenne assassinato a Villa Literno, vicino Caserta, nel 1989 da una banda di criminali in un tentativo di rapina ai danni suoi e di altri rifugiati che lavoravano come semi-schiavi nei campi di pomodori della zona.
Nella nostra visita abbiamo avuto la possibilità di conoscere alcuni dei venti ragazzi attualmente ospitati in via Vallelunga: Alì, afghano originario di Jaghori, che ora lavora come custode notturno in una sede di Camelot. È arrivato in Italia nel 2015, vivendo a Casa Masslo fino allo scorso febbraio. È rifugiato politico. Alphonse, invece, è originario della Costa d’Avorio, vive da un anno e mezzo nel nostro Paese e ha già ricevuto protezione per motivi umanitari. E poi ci sono Lamin, Abou (dal Gambia) e Buba. La cooperativa Camelot gestisce questa e altre sedi all’interno del programma Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), di cui è titolare il Comune di Ferrara. Alcune operatrici della cooperativa ci accolgono in questo edificio pensato proprio per persone in attesa di risposta per la loro domanda di richiesta asilo o protezione, o che ne hanno già ricevuta una positiva ma vengono aiutati ancora nel loro difficile percorso di integrazione. Sono Cecilia Baltieri, referente territoriale accoglienza e referente di Casa Masslo, Anna Lauricella, consulente legale, Concetta Goldone, Anna Viale e Stefania Puddu, Operatrici sociali, e lIaria Ungaro, volontaria Servizio civile. «Nel Comune di Ferrara col programma Sprar – ci spiegano – Camelot ha a disposizione 128 posti per l’accoglienza di rifugiati, 84 dei quali per adulti “ordinari”, 8 per persone con disagio mentale e 36 per minori stranieri non accompagnati, quest’ultimo gruppo gestito con l’Istituto don Calabria alla Città del Ragazzo. Ferrara, e tutta la Regione Emilia Romagna, è stata tra le prime in Italia per il programma Sprar».
A Casa Masslo gli ospiti sono distribuiti in tre distinti appartamenti, ognuno dotato di cucina, dislocati su due piani, due da sei e uno da otto posti. «I ragazzi che accogliamo – proseguono le operatrici – frequentano, oltre ai corsi di lingua italiana, corsi e tirocini in diversi ambiti – ristorazione, magazziniere, falegnameria, meccanico, agricolo – per qualificarsi a livello professionale. In genere, sono liberi di uscire quando e quanto vogliono, con l’unico obbligo di dormire qui. Coi vicini non ci sono mai stati problemi».

operatrici camelot

Alcune operatrici di Camelot

I DATI PROVINCIALI…
I profughi e richiedenti asilo attualmente accolti a Ferrara e provincia sono circa 1.320, di cui circa 160 inseriti nel programma SPRAR, finanziato dal Ministero dell’interno. La grande maggioranza, invece, sono gestiti in Accoglienza Straordinaria, cioè attraverso il sistema messo in piedi negli ultimi anni per fronteggiare il grande numero di sbarchi sulle coste del Mediterraneo.
Il Comune che accoglie il maggior numero di rifugiati in proporzione alla popolazione residente è Vigarano Mainarda, dove i rifugiati sono l’8,97 per mille della popolazione; al secondo posto Berra, 7,19 per mille, poi Ostellato e Fiscaglia. Il Comune di Ferrara è quinto, con il 5,57 per mille.
Il progetto Sprar per minori stranieri non accompagnati del Comune di Ferrara accoglie in tutto 29 ragazzi dai 16 ai 18 anni provenienti da Bangladesh, Burkina Faso, Costa D’Avorio, Egitto, Gambia, Guinea, Mali, Nigeria, Pakistan, Sierra Leone e Togo.
… E QUELLI NAZIONALI
Nel 2016 i progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA), che costituiscono la rete dello Sprar, sono stati 652 rendendo disponibili 26.012 posti in accoglienza per circa mille enti locali complessivamente coinvolti nell’accoglienza. Nel 2015 i posti disponibili erano stati 21.613. I beneficiari accolti nei progetti Spar sono stati 34.528, anche in questo caso in aumento rispetto ai 29.698 dell’anno precedente.
È quanto emerge dal nuovo “Atlante Sprar 2016”, presentato lunedì scorso. Sicilia e Lazio restano le due Regioni in cui si registra il maggior numero di persone in accoglienza (oltre il 19%, rispetto al 20,1 e al 22,4 del 2015) seguite da Calabria (10% in aumento), Puglia (9,7%), Lombardia (6,2% rispetto al 5 del 2015). Lontane Veneto (2,1%), Liguria (1,9%), Friuli Venezia Giulia (1,8%). Delle oltre 34mila persone in accoglienza nello Sprar, il 47,3% è richiedente protezione internazionale, il 28,3% titolare di protezione umanitaria, il 14,8% titolare di protezione sussidiaria, mentre il 9,6% ha lo status di rifugiato.
Nigeria (16,4%), Gambia (12,9%) e Pakistan (11,7%), in linea con lo scorso anno, sono le tre nazionalità maggiormente rappresentate tra le persone in accoglienza. Le prime due in aumento rispetto al 2015. Seguono Mali (9,3%), Afghanistan (8,7%), Senegal (6,3%). Ancora più forte l’aumento dell’accoglienza per i minori non accompagnati passati da 977 posti del 2015 a 2.039, rendendo possibile l’accoglienza complessiva di 2.898 minori a fronte dei 1.640 dell’anno precedente.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” il 02 luglio 2017

Ricordando don Dino Rossato

2 Lug

image«Si sentiva sempre più coinvolto a Ospital Monacale, aveva tanti progetti per la nostra parrocchia. Avevamo un bel rapporto, spesso era ospite a pranzo a casa mia. Era davvero una persona umile».
Questo di Don Matteo Zambotti, dal 1999 Diacono Permanente, è solo uno dei tanti cari ricordi, che in questi giorni abbiamo raccolto, dedicati a don Dino Rossato, tornato alla Casa del Padre lunedì scorso, 26 giugno, mentre si trovava, da poche ore, in villeggiatura ad Alassio (Sv), ospite dei fratelli salesiani. L’ultima Santa Messa nella nostra Diocesi l’ha celebrata domenica mattina alle 8.30 nella Chiesa di San Benedetto a Ferrara, una delle sue due famiglie, insieme, appunto a quella della piccola frazione argentana dov’era dal 2013 impegnato come vice parroco.
«Era benvoluto, non è mai mancato, spesso visitava a domicilio anziani e malati», ricorda il parroco di Ospital Monacale Mons. Marco Bezzi, mentre Franca Mazzanti, catechista, ci spiega come «nonostante fosse affaticato, non lo faceva pesare ed era ancora molto attivo. Fin dal suo arrivo nel nostro paese prese a cuore la parrocchia. Poche persone frequentavano, però, le attività e lui, per coinvolgere i giovani, a volte andava anche a parlar loro davanti al bar o al parchetto del paese». Inoltre, prosegue la signora Franca, «quando non poteva essere presente, mi chiamava per essere aggiornato, ad esempio, su quante persone, soprattutto bambini, avessero partecipato alla Messa il giorno prima». «C’è tanto bisogno di persone come lui capaci di trasmettere il bene», ci spiega Daniela Mazzanti, mentre Vittorio Cacciatori, Mauro Mazzanti e Cinzia Gentili lo ricordano come una «persona gentile e disponibile, piena di idee, quel che non aveva già fatto, ce l’aveva in programma. Una persona pacata e attenta ai giovani».
Il parroco di San Benedetto a Ferrara, don Luigi Spada, ci parla di una persona che «ha saputo servire con letizia e semplicità la sua comunità, costruendo vere amicizie». «Eravamo molto amici, ci aiutavamo», ricorda don Giuseppe Boldetti, mentre don Paolo Salmi sottolinea come «lavorasse ancora sodo, non dimostrando di avere 80 anni». Don Gianalfredo De Ponti gli rivolge, invece, un saluto: «continua dal Cielo il tuo servizio d’amore per la nostra comunità». Anche Mons. Massimo Manservigi, Vicario generale diocesano, ricorda che, «come nel caso dei funerali di Valerio Verri lo scorso aprile [la guardia provinciale vittima di Igor, ndr], faceva tutto nel modo più corretto e preciso, senza mai tirarsi indietro».

Giovedì 29 giugno nella Cattedrale cittadina si sono svolte le esequie, concelebrate dall’Arcivescovo Mons. Luigi Perego, il quale, nei due saluti, iniziale e finale, ha sottolineato il «particolare carisma di don Dino legato al cammino dei giovani», segno di una «capacità di rimanere puri di cuore».
«Caro don Dino, la tua vita è stata entusiasmante, appagante e benedetta, hai vissuto in purezza la tua umanità, senza paura di mostrare affetti, legami e limiti», ha spiegato nell’omelia don Claudio Cacioli, Ispettore della confraternita salesiana per l’Emilia e la Lombardia. Don Cacioli ha ricordato anche il suo desiderio di «morire in Congregazione», tra i confratelli, perché «noi siamo innanzitutto salesiani di don Bosco». Particolarmente toccante anche il ricordo di quel «magnifico crocifisso donatoti, che conservavi nella tua camera, davanti al quale, sono certo – ha proseguito don Cacioli – trovavi la forza per affrontare i problemi».

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” il 02 luglio 2017