Tag Archives: Chiara Mantovani

Famiglia: quanti e quali modelli?

25 Nov

Tra fede e laicità, un dibattito organizzato dagli Evangelici di Ferrara il 21 novembre scorso

famigliaIl tema della famiglia, con tutto quello che comporta in termini di educazione e genitorialità, è sempre più fonte di contrasti e diversità di vedute che spesso nocciono a tutti. Anche per questo l’Associazione Evangelica Cerbi di Ferrara ha scelto di dedicare il primo di due incontri del mese di novembre a questo ambito. L’iniziativa si è svolta lo scorso 21 novembre nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea. Al tavolo dei relatori, Giacomo Ciccone (Presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana), Chiara Mantovani (Scienza&Vita Ferrara) e Paola Bastianoni (psicologa e docente dell’Università degli Studi di Ferrara, da tanti anni impegnata nella tutela, diritti e protezione dei minori). Quel che ne è venuto fuori è un dibattito schietto e ricco di argomentazioni, com’è, d’altra parte, nello stile dei relatori. Anzi, delle relatrici, in quanto sono state in particolare Mantovani e Bastianoni a confrontarsi – e a “scontrarsi” – in modo anche diretto su alcuni aspetti particolarmente controversi e delicati, come quello riguardante il rapporto tra genitorialità e generatività. Nulla comunque che non rientri nella normale dialettica, e che anzi va senz’altro a favore del chiarimento delle rispettive posizioni e del tentativo di incontro e di riconoscimento dell’altro. Dopo la presentazione da parte di Alfonso Sciasci (Associazione Evangelica CERBI di Ferrara), organizzatore delle due iniziative, ha preso la parola Ciccone, proponendo un breve excursus storico della sovranità nella modernità occidentale, e dimostrando, a suo dire, come questa si contraddistingua per una “tendenza assolutista, totalizzante o comunque verticistica, del potere”, e quindi del rapporto tra Stato e corpi intermedi. A questa visione dominante, Ciccone ha contrapposto la teoria del teologo tedesco riformato, morto nel 1638, Johannes Althusius, secondo cui la politica è sostanzialmente “relazione”, è “l’arte del consociare unità già esistenti”, una sorta di “eco-logia” che riguarda dunque non solo il potere sovrano ma anche, e soprattutto, i corpi intermedi, tra cui appunto la famiglia. Da qui – ha spiegato Ciccone – nasce la teoria della “sovranità delle sfere” o della “responsabilità differenziata”, che si distingue anche dal concetto di sussidiarietà di matrice cattolica, la quale conterrebbe “una certa dose”, negativa, “di gerarchizzazione”. La stessa idea di famiglia, nei modelli di pensiero dominanti – religiosi o laici – è anch’essa proposta come “assolutista, mentre noi, pur partendo da un’idea religiosa, siamo convinti si debba arrivare a una concezione ‘laica’ ”. La famiglia, infatti, ha spiegato il relatore, è “il nucleo fondamentale della società, un’entità pre-giuridica e pre-politica, per cui possiede diritti che non debbono essere assegnati da un sovrano superiore, ma semplicemente riconosciuti”. L’articolo 29 della Costituzione italiana (che inizia così: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”) si muove appunto in quest’ottica. Dall’articolo 29 della nostra Carta Costituzionale ha preso le mosse anche Mantovani: “lo sguardo della fede, diverso da quello sociologico – ha esordito -, chiede di vedere cos’è il bene, il bene per tutti, quindi il bene comune”. Per questo ha citato due affermazioni contenute nei lavori preparatori alla Costituzione di altrettanti padri costituenti cattolici, Giuseppe Dossetti e Aldo Moro. Nello specifico, il primo parlava di “diritti primordiali della famiglia”, il secondo la definiva “limite dello Stato”. “Per questo – ha proseguito Mantovani – nelle leggi dev’esserci, anche riguardo alla famiglia e all’educazione, sempre spazio per la coscienza, per la libertà e la responsabilità individuali. La natura sociale tipica dell’uomo chiede, anche oggi, un luogo dove abitare: la famiglia non è perfetta ma rimane comunque il luogo dove possono essere possibili una vita e un’educazione buone”. Ma la libertà individuale – ha incalzato la relatrice – nell’odierna società “spesso vive un rapporto problematico con il pluralismo di idee e la frammentazione culturale”, per cui, ad esempio, “la fede viene da molti considerata come qualcosa di non-razionale, come deficitaria rispetto ad una applicazione corretta della ragione”, e quindi, a suo dire, in un certo senso “discriminata”. “Mi chiedo quindi – ha concluso -: la società di oggi vuole espellere il cristianesimo dal consesso dei sistemi di valori?”. “Il panorama è complesso, non servono semplicismi ma c’è bisogno comunque di orientarsi”, ha spiegato invece Bastianoni. “La complessità non va vista solo come una nemica, e quella riguardante i modelli famigliari è frutto soprattutto delle trasformazioni avvenute dagli anni ‘60-‘70 del secolo scorso. Trasformazioni che – ha proseguito -, hanno portato a forme di convivenza e di generatività che prima non erano possibili. Basti pensare ad esempio alla possibilità (date dall’adozione e dall’inseminazione artificiale) per coppie sterili di poter accedere a un piano generativo e quindi alla genitorialità”. Per questo, oggi “generatività e genitorialità non sono tra loro più sovrapponibili, ma sono distinte, non coincidono necessariamente”. Inoltre, ha spiegato la relatrice, “non sempre vi è la convivenza tra i membri della famiglia, e fede e appartenenza culturale non sempre sono unici nella famiglia”. Da qui, il fatto che “non esiste più un solo modello famigliare, quello ‘nucleare’, in cui tutti questi aspetti coincidevano tra loro, ma appunto una pluralità”. Si pensi ad esempio, ha proseguito, “alla presenza di una badante nell’assistenza di una persona anziana, a una donna, quindi, che non vive coi propri figli e col proprio marito, ma con un’altra famiglia”, o al caso della vedovanza, per cui succede che una donna svolga, per semplificare, “sia le funzioni di cura sia quelle normative/regolative”. Oppure, come succedeva nel periodo delle guerre mondiali, il fatto che “l’uomo di famiglia fosse al fronte e quindi toccava alla donna la totale educazione dei figli. Nessuno – sono ancora parole della Bastianoni – si sente di dire che quest’ultimo caso abbia portato a privazioni psicologiche negli stessi figli”. Un altro caso, perlopiù del presente, ma simile a quest’ultimo, è quello ad esempio di “una donna che vive sola perché non ha mai voluto sposarsi, ma ha generato dei figli: lei può avere le stesse competenze genitoriali della donna rimasta sola nel periodo di guerra. La buona genitorialità – ha proseguito – non coincide necessariamente con la generatività. La prima è la capacità di accudire e quella di regolare, di dare cioè dei limiti: questa la si apprende prima e a prescindere dall’essere generativi – è presente addirittura nei neonati -, e a prescindere dalla fede, dall’orientamento sessuale e dal ceto sociale”. La complessità, insomma, secondo Bastianoni, “spesso ci crea fatica ma è sbagliato stigmatizzare i diversi modelli famigliari, trattandoli come non idonei”, soprattutto per le “ripercussioni negative” che questo stigma “può portare alle persone, soprattutto ai figli, che vivono in queste famiglie: il riconoscimento sociale è per loro fondamentale”. L’appuntamento è a venerdì 29 novembre, stesso luogo e stessa ora, per il secondo e ultimo incontro del breve ciclo, sul tema “Credere e non credere: libertà e pluralismo nella scuola”. A confrontarsi tra loro saranno Nazareno Ulfo (insegnante ed editore), Paolo Gioachin (insegnante di religione cattolica) e Mauro Presini (insegnante e giornalista).

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 29 novembre 2019

https://www.lavocediferrara.it/

http://lavoce.epaper.digital/it/news

Immagine

Misericordia e giudizio, uniche vie a difesa della Vita

8 Feb

Ieri, domenica 07 febbraio, anche a Ferrara si è svolta la 38° Giornata per la Vita.

Tra le iniziative in programma nella nostra città, lo spettacolo “Il treno della vita”, svoltosi in Sala Estense la sera di venerdì, e il convegno di ieri pomeriggio, che ha visto tra i relatori Chiara Mantovani e Maria Chiara Lega (Servizio Accoglienza Vita, Ferrara), Michele Luciani (Caritas diocesana), Carlo Tellarini (Associazione “Noi per Loro”), Irene Ciambezi (Associazione “Papa Giovanni XXIII”), e Anna Mastellari (“L’ape e la spiga”).

Testimonianze reali di come la Chiesa renda ogni giorno concreta la Misericordia, tema del Giubileo Straordinario e cuore dell’insegnamento di Cristo.

Per l’occasione, è stata anche esposta la mostra “I Volti della Misericordia”.

Andrea Musacci

Giornata per la Vita: “contrastare la cultura di morte”

2 Feb

Emilia-Romagna terza in Italia per aborti. SAV: segnali di nichilismo.

Giornata per la vita 2015“Solidali per la vita. Sfide e modelli per il tempo difficile” è il titolo della 37° “Giornata per la Vita” svoltasi ieri e promossa dal Servizio di Accoglienza alla Vita. Dopo la S. Messa alle 11.30 in Cattedrale, celebrata da Mons. Luigi Negri, alle 15.30 ha avuto luogo il convegno in Sala Estense. L’incontro si è aperto con il saluto della presidente del Sav Maria Chiara Lega e si è concluso con  l’intervento di Laura Molla, figlia di Santa Gianna Beretta Molla.

Chiara Mantovani invece ha iniziato spiegando come oggi molti delitti (e desideri) sono definiti “diritti” da una cultura della morte che “chiama bene ciò che è male”. A questa ideologia che scarta la vita ritenuta indegna e che coltiva una “passione per la morte”, bisogna rispondere con testimonianze vere. Nel 2012, ha proseguito Mantovani, vi sono stati 103.191 aborti, e la nostra regione è al terzo posto a livello nazionale. Anche la pratica dell’utero in affitto, della fecondazione eterologa e l’ideologia gender sono tasselli di questo nichilismo .

Giornata per la vita 2015 - 2Mons. Negri ha spiegato come la vita umana sia “il dono di Dio, dunque va oltre se stessa, e per questo è indisponibile a ogni potere umano”. L’importanza dell’educazione ha portato il ragionamento del Vescovo a sottolineare la necessità di recuperare la Dottrina Sociale della Chiesa e a “vivere la tradizione cristiana come realtà attuale e originale, non come nostalgia”. Portare la verità cristiana (che è di per sé inclusiva) nel mondo significa quindi “essere critici” verso questa “mentalità volgare e diffusa, che è la cultura della morte”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 02 febbraio 2015

(Foto di Andrea Tosini)

Il vescovo: «Attenti alla cultura della morte»

3 Feb

In occasione della 36° Giornata per la Vita, ieri alle 15.30 nella Sala Estense in p.zza Municipale si è tenuto il convegno “Generare futuro, custodire la Vita. Le cellule staminali memoria e promessa”, organizzato dal Servizio di Accoglienza alla Vita (SAV) di Ferrara. Proprio all’angelus di ieri mattina Papa Francesco ha ricordato come “ogni figlio è volto del Signore, dono per la famiglia e la società.” Per questo, “ognuno si senta chiamato ad amare, accogliere e promuovere la vita, soprattutto quando è fragile, dal grembo materno fino alla fine.” All’incontro sono intervenuti mons. Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, il prof. Augusto Pessina, la presidente SAV Maria Chiara Lega e la dott.ssa Chiara Mantovani. Quest’ultima ha introdotto l’incontro mettendo a fuoco alcuni punti fondamentali per affrontare la questione. Tra questi, il riconoscere innanzitutto l’ambito bioetico come “problema antropologico”, prima che problema meramente scientifico.P1000005

La “preoccupazione morale” che ha guidato la prolusione di Mons. Negri ha preso avvio proprio dall’attacco a questa “cattiva scienza” che va contro la vita, come ad esempio “nel caso di Eluana Englaro”. L’alternativa, la sfida nella quale anche oggi “bisogna schierarsi”, ha proseguito il Vescovo, è quella tra “cultura della vita” e “cultura della morte”. Quest’ultima, attraverso un approccio eugenetico, “dispone della vita, consegna la vita al potere, fa dipendere la vita da istanze storiche, politiche e sociali”, quali la scienza, lo stato, l’ideologia. Al contrario – ha continuato Mons. Negri – per la cultura della vita “nessun fattore storico-sociale può trascendere la persona, la sua dignità”, che è fondata sulla relazione con l’essere, vale a dire con Dio e con l’altro, ad esempio con l’altro sesso, in un rapporto essenziale col Mistero. Infine, nel suo intervento il prof. Pessina ha affrontato, in modo semplice ma rigorosamente scientifico, il tema delle cellule staminali, in particolare riguardo alle spinose questioni etiche legate a quelle embrionali.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 03 febbraio 2014