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L’importanza delle Fondazioni nell’eredità di Gramsci

17 Giu
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Antonio Gramsci

«In passato ci siamo avvicinati a passi troppo veloci e non ragionati alla costruzione del Partito Democratico. Alla sua nascita si decise, sbagliando, che il nuovo partito non avrebbe avuto rapporti giuridici col patrimonio immobiliare e culturale del Pci-Pds-Ds. Ciò ha riguardato anche Gramsci». ll senatore del Pd Ugo Sposetti ieri mattina è intervenuto nella sede dell’Istituto di Storia Contemporanea (Isco) di Ferrara per un incontro in occasione dell’80° anniversario della morte di Antonio Gramsci, tra i padri del Partito Comunista Italiano.
La “rottura”che, secondo le sopracitate parole di Sposetti, il Partito Democratico avrebbe attuato con la propria storia, sarebbe stato “mitigato” dalla nascita, in questo primo decennio di vita del Pd, di 62 Fondazioni eredi dell’enorme patrimonio, soprattutto immobiliare, appartenuto al Pci. Nel territorio ferrarese è la Fondazione “L’Approdo”, presieduta da Bracciano Lodi, a svolgere questo compito. «Nessun partito in Italia – ha proseguito Sposetti – ha conservato la propria intera documentazione storica», conservata nella nostra città dall’Archivio Storico PCI Ferrara, coadiuvato dall’Isco locale, e in parte digitalizzato sul sito http://www.storiapciferrarese.it, presentato da Omar Salani Favaro. «Ci vorranno ancora un paio di anni – hanno spiegato sia Lodi sia Anna Quarzi dell’Isco – per mettere in rete sul sito tutto l’archivio del Pci ferrarese».
Un pensiero, quello del comunismo italiano – sono stati concordi gli altri intervenuti, Andrea Baravelli, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Ferrara, e Fiorenzo Baratelli dell’Istituto Gramsci – oggi «sterminato culturalmente», e che quindi, a partire da Gramsci, va «ristudiato e diffuso» contro il «chiacchiericcio onnicomprensivo del dibattito politico attuale».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 17 giugno 2017

In piazza con “LiberAzione” per ritrovare le nostre radici

25 Apr

LiberAzione 2013Sessanta nove anni fa, la mattina del 24 aprile 1945, le truppe alleate insieme alle brigate partigiane entrano a Ferrara. Una marea di gente si ritrova per le strade della città per accoglierli e festeggiare insieme la liberazione dal nazifascismo e la fine della guerra. La Resistenza a Ferrara e provincia è costata alle Brigate garibaldine “Rizzieri” e “Babini” la perdita di ben 537 partigiani.

L’evento che oggi pomeriggio riempirà le vie e le piazze del centro storico è un tentativo di far rivivere quelle ore di giubilo, di rinascita, di speranza. Il Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro per il quinto anno consecutivo propone, infatti, “LiberAzione”, azione teatrale organizzata con ANPI Ferrara, la partecipazione della Banda “G.Verdi” di Cento e il sostegno del Comune di Ferrara, ARCI, SPI CGIL, Fondazione “L’Approdo” Ferrara, “La Società a Teatro” e Teatro Nucleo. Come ogni anno la partecipazione tra gli attori è stata aperta a chiunque fosse interessato, senza limiti di età o necessità di esperienze teatrali, nello spirito popolare e collettivo che anima come sempre le scelte degli organizzatori. Un momento comunitario, di condivisione di una memoria e di un’identità fondamentali per la nostra Repubblica, senza però cadere nell’agiografia o nella rievocazione fine a sé stessa. “LiberAzione” prenderà il via alle 18 da Piazza Verdi per poi percorrere il centro cittadino sino a Piazza Trento Trieste. Si tenterà lungo tutto il tragitto di far rivivere le parole, le musiche, le emozioni e le passioni di quella storica giornata. Un evento aperto a tutti, un modo originale e diretto per ritrovare, insieme, le radici della nostra libertà.

Andrea Musacci

(foto da “LiberAzione” 2013)