Tag Archives: Giulio Bargellini

Arte e femminilità della Belle Époque in mostra a Pieve di Cento

25 Nov
bonzagni-in-mostra

Bonzagni in mostra

La sensualità e la joie de vivre della Belle époque in mostra permanente al Magi 900 di Pieve di Cento. Sabato 5 novembre alla presenza di più di 200 persone è stata ufficialmente presentata l’esposizione “Omaggio alla femminilità della Belle époque. Da Toulouse-Lautrec a Ehrenberger”, che raccoglie, tra l’altro opere di Boldini, Klimt, Boccioni, Martini e Rops. Tra le opere esposte, infatti, possiamo trovare “Il cappellino azzurro” (s.d.) e un altro volto di donna in un bozzetto di matita su carboncino (s.d.) di Giovanni Boldini, “Il lustrascarpe” (1914-1915 ca.) di Aroldo Bonzagni, “Al ballo” (1888), cromolitografia di Vittorio Corcos, oltre a varie illustrazioni da riviste, stampe e sculture di vari artisti, tra i quali Henri de Touolouse-Lautrec, Charles Dana Gibson, Remo Fabbri, Umberto Boccioni, Gustav Klimt (con la “Ver Sacrum”), Félicien Rops e Alberto Martini.

L’idea di un’esposizione permanente nella nuova sala del monumentale Museo d’arte moderna e contemporanea Magi 900, è nata proprio dal proprietario e fondatore Giulio Bargellini, il quale ha spiegato come «questa, che è una mostra che nessuno ha mai fatto, nasce dalla mia grande passione per la Belle époque, che ho, insieme a quella per il ballo, fin da ragazzo”. Durante la presentazione gli organizzatori hanno cercato di far rivivere l’atmosfera dell’epoca, con un corpo di ballo di ragazze con gli abiti del Moulin Rouge di inizio ‘900 che hanno intrattenuto i presenti con un ballo stile can-can.

Oltre ai saluti del sindaco di Pieve Segio Maccagnani, sono intervenuti i due curatori della mostra, Valeria Tassinari, Curatore scientifico del Magi, e Fausto Gozzi, Direttore della Galleria d’arte Moderna “A. Bonzagni” di Cento.

Andrea Musacci

A Pieve di Cento la femminilità nell’arte della Belle Époque

6 Nov
giovanni-boldini-il-cappellino-azzurro-sd-olio-su-tela-cm-46x55

Giovanni Boldini, Il cappellino azzurro, olio su tela, s.d.

Oggi alle 17 al Museo Magi 900 di Pieve di Cento verrà presentata “Omaggio alla femminilità nella Belle Époque. Da Toulouse-Lautrec a Ehrenberger”, a cura di Fausto Gozzi e Valeria Tassinari, con opere anche di Boldini, Bonzagni e Corcos, oltre a sculture, incisioni, riviste, manifesti, documenti, stampe e oggetti dell’epoca, per rendere omaggio alla figura della donna nell’estetica e nella società tra XIX e XX secolo.

La mostra ospiterà stupende opere di un artista poco noto, Ludwig Lutz Ehrenberger (1878-1950), donate al propietario del Magi Giulio Bargellini dagli eredi e mai esposte prima.

Il percorso espositivo sarà scandito da una ricca selezione di materiale fotografico e documentario in grado di tracciare una lettura tematica di apertura internazionale. Uno spazio significativo sarà riservato alle riviste illustrate. In questa ampia ricognizione sulle principali riviste europee, figura anche un rarissimo esemplare di “Le Rire” del 1895-96 che contiene alcune delle più ricercate litografie di Toulouse-Lautrec.

In occasione dell’inaugurazione, dopo la presentazione dei critici e la visita della mostra, sarà rievocata una speciale atmosfera con musica e danza dell’epoca.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 novembre 2016

Magi 900, gioiello “nascosto”: arte di casa a Pieve di Cento

4 Ott

Il fondatore Bargellini: a 84 anni ho ancora voglia di crescere e migliorare.

All’interno si trovano oltre 5mila opere, uno spazio che ospita mostre e convegni

10981424_1289174031099868_2496959438377370982_n

L’esterno del Magi, con in primo piano la scultura “L’uomo della pace” di Franco Scepi

«Sono un collezionista di artisti, non di opere d’arte. E ora, a 84 anni, voglio ampliare ancora il mio Magi, costruendo un quartiere residenziale». Giulio Bargellini è una di quelle personalità più uniche che rare: ex imprenditore, collezionista d’arte, fondatore nel 2000 del Museo Magi ‘900 – Museo d’Arte delle Generazioni Italiane a Pieve di Cento, «unico museo privato aperto al pubblico in Europa». Come ci spiega la curatrice scientifica Valeria Tassinari, «per privato si intende personale, padronale, rappresentazione delle sue passioni, del suo gusto». Un museo di 9.000 metri quadri che ospita circa 5.000 opere d’arte. Un maestoso progetto in divenire: «faccio meno pubblicità di quanto potrei perché non lo considero ancora concluso», ci spiega.

Siamo a Pieve di Cento, a una manciata di chilometri dalla provincia di Ferrara, cui Pieve faceva parte fino al 1929. Qui nel 1932 nasce Bargellini, e alla fine dello stesso anno iniziano i lavori per costruire quel silo granario «nel quale da bambino venivo a giocare», e che dal 2000 diventerà il primo nucleo del MAGI. A soli 31 anni Bargellini fonda l’azienda O.V.A., «all’inizio di 25 metri quadri, fino a diventare di 30.000 metri quadri, con 300 dipendenti», ci racconta. «Poi l’ho venduta per concentrarmi sulla mia collezione, che ho iniziato a casa mia». Le prime opere acquistate sono due disegni di Tono Zancanaro (Padova 1906-1985), col quale stringerà una profonda amicizia.

Più che un museo il MAGI è uno spazio polifunzionale che ospita anche mostre temporanee, performance, convegni. Nel 2005 e nel 2015 sono state costruite due nuove ali, e ora fervono i lavori per l’ampliamento: il progetto prevede a fianco dell’edificio un “Borgo dell’Arte”, un quartiere residenziale con venti appartamenti pensato come piccolo borgo tradizionale, con portici, edifici contigui e una piazza che ospiterà sculture di artisti già presenti nel museo.

Cuore della collezione museale è l’area dedicata ai grandi Maestri del Novecento, con opere, tra gli altri, di Renato Birolli, Giovanni Boldini, Aroldo Bonzagni, Alberto Burri, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Fortunato Depero, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Antonio Ligabue, Amedeo Modigliani, Alberto Savinio, Mario Sironi ed Emilio Vedova. La stessa sala attualmente ospita anche capolavori di Guido Reni, Guercino e Scarsellino realizzati tra il XV e il XVIII sec. e provenienti dalla Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve, chiusa dopo il terremoto. Tra le altre sezioni, ricordiamo la collezione di Cesare Zavattini, circa 1.000 opere 80×100 cm. che il regista fece realizzare da vari artisti, quella dedicata ad alcuni creativi africani, “I capricci” di Sergio Vacchi, e poi quelle di Tono Zancanaro, Concetto Pozzati e Josè Ortega. Molte anche le opere non esposte, circa un migliaio.

«Un museo eclettico, non analizzabile secondo i criteri consueti, nel quale molto conta il rapporto diretto di Bargellini con gli artisti», ci spiega la Tassinari. In particolare, importanti nel passato i suoi rapporti con l’ex Direttore di Palazzo Diamanti, Franco Farina, le cui grande mostre sono qui ben rappresentate. Riguardo alle prospettive del Museo, «certo l’isolamento geografico non ci aiuta», riflette la curatrice, «ma riusciamo a integrare bene il territorio e abbiamo un progetto di maggiore valorizzazione turistica».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 04 ottobre 2016

[Qui mie foto di alcune delle opere esposte]

Museo MAGI ‘900, ecco 50 opere dalla sterminata collezione

4 Mar

Il MAGI ‘900 – Museo delle eccellenze artistiche e storiche (www.magi900.com) è stato ideato e fondato nel 2000 da Giulio Bargellini. Si trova a Pieve di Cento (BO), in via Rusticana.

Il museo, ricavato in un vecchio silo del grano del 1933 , nasce come Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900, poi, dal 2006 con il secondo ampliamento e con la nuova denominazione MAGI ‘900, ha allargato i propri interessi, fino ai nuovi spazi inaugurati nel 2015.

A fianco dell’immensa collezione dedicata agli artisti e alle correnti tra XX e XXI secolo, vi sono le opere d’arte (di Lavina Fontana, Guido Reni, Guercino, Scarsellino) salvate dal crollo della Collegiata di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento, fortemente danneggiata dal sisma del 2012.

Qui sotto potete trovare una selezione di 50 tra le migliaia di opere presenti nel Museo.

(Per conoscere il nome dell’artista, basta passare col cursore sopra la foto)

Andrea Musacci

“L’Annunciazione” torna a risplendere dopo il restauro

9 Dic
Tasini con L'Annunciazione - Copia

Licia Tasini davanti a “L’Annunciazione”

Ieri pomeriggio al Museo Magi 900 di Pieve di Cento si respirava l’atmosfera delle grandi occasioni per la presentazione de “L’Annunciazione” (olio su tela, 1646) del Guercino da poco restaurata. Circa duecento le persone presenti all’evento nel quale sono intervenuti l’Assessore alla Cultura Angelo Zannarini, Luigi Ficacci, Soprintendente Belle Arti di Lucca e Massa Carrara, Licia Tasini, che ha eseguito il restauro nei mesi scorsi e Giulio Bargellini, fondatore del Magi. Sono inoltre intervenuti Paolo Musto del Lions club e Sandra e Alberto Alberghini, che hanno contribuito al progetto insieme a Genus Bononiae e Fondazione Carisbo.

Zannarini ha sottolineato come «i pievesi siano legati a quest’opera e agli altri capolavori», molti dei quali portati dopo il sisma dalla Collegiata di Santa Maria Maggiore al Magi, tra cui, oltre all’opera del Guercino, anche tele di Guido Reni e dello Scarsellino.

Bargellini, Tasini, Zannarini e Ficacci

Da sinistra, Bargellini, Tasini, Zannarini e Ficacci

La Tasini ha invece spiegato come «da diversi anni si parlava della necessità di fare il restauro, ma solo potendola analizzare bene al Magi ho compreso la necessità dell’operazione». Il lavoro, sempre aperto al pubblico, è stato suddiviso in diverse fasi: alcune operazioni preliminari, tra cui la rimozione di una patina grigia (composta da sporco ambientale e vernice ingiallita dall’ultimo restauro del 1967-‘68), e solo a seguire il restauro pittorico vero e proprio.

Sull’importanza di valorizzare le opere si è soffermato Ficacci, che ha sottolineato come la mostra bolognese “Da Cimabue a Morandi – Felsina pittrice” (visitabile fino al 30 agosto) «non abbia reso abbastanza onore all’opera del Guercino», per via dei troppi capolavori presenti. L’intervento dello studioso è proseguito elogiando «la mano leggera, delicata e sapiente di Licia Tasini», e riflettendo sull’arte come «professione di verità», soprattutto nella sua «semplicità metafisica», così ben espressa nella tela del Guercino.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 09 dicembre 2015