
Proficuo incontro il 20 novembre tra Piero Stefani e Hassan Samid
La conoscenza reciproca tra le religioni non può avvenire solo cercando, spesso a tutti i costi, punti di convergenza, ma anche ragionando e confrontandosi assieme su ciò che divide.
Sulle differenze e l’importanza di non sottovalutarle, si è trovato – “paradossalmente” – un accordo nel corso del confronto pubblico svoltosi il 20 novembre tra Piero Stefani, biblista e scrittore, e Hassan Samid, Presidente del Centro di Cultura islamica di Ferrara.L’appuntamento pomeridiano – il terzo in memoria del giornalista trentino Piergiorgio Cattani -, organizzato in collaborazione con l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo, riguardava la presentazione del libro di Stefani, “Bibbia e Corano, un confronto”, pubblicato lo scorso giugno da Carocci. “In memoria di Piergiorgio Cattani (1976-2020). ‘Allora quando uscirà il libro mi prenoto per fare la recensione’ ” il nome dell’incontro che ha visto un’ottima partecipazione di pubblico nella sala parrocchiale di Santa Francesca Romana.
Marcello Panzanini, Direttore del sopracitato Ufficio diocesano, ha introdotto ricordando lo storico incontro tra San Francesco e il Sultano del 1219: «grazie al dialogo e alla conoscenza – ha riflettuto -, hanno compreso che dall’altro si può imparare qualcosa. Solo col vero ascolto si possono avere frutti di pace».Dopo il ricordo di Cattani da parte di Stefani, Samid ha preso la parola. «Il Corano – ha riflettuto – è un libro al servizio del dialogo interreligioso, ma è utile anche per il dialogo coi non credenti. Spesso sbagliamo quando cerchiamo di trovare solo ciò che ci accomuna», ha proseguito. «È importante, invece, anche ragionare insieme su ciò che ci divide, ad esempio su chi è per noi Dio. Sarebbe una forma di dialogo più matura».
Sempre confrontandosi con Stefani, e sollecitato da alcune domande di donne presenti fra il pubblico, Samid ha poi spiegato come nel Corano – «che per noi musulmani è incontestabile» ed è «l’unico libro tra quelli sacri rimasto intatto per com’è stato rivelato» -, «quando si parla di avvicinarsi agli altri popoli del Libro (ebrei e cristiani, ndr) il più delle volte vi siano situazioni di conflitto. Oggi, invece, siamo ben oltre il dialogo: siamo conviventi».
Alcune riflessioni di Samid hanno riguardato poi, ad esempio, l’importanza, quando si parla di Islam, di non trattare solo questioni concrete, “terrene” (il velo, i diritti ecc.) ma anche – com’è nel libro di Stefani – temi riguardanti la trascendenza, l’Aldilà, i concetti di bene e di male, il giorno del Giudizio. Ma riguardo a temi più “terreni”, Samid ha chiarito ad esempio come nel testo coranico «vi siano indicazioni sulla vita di tutti i giorni, ma non così dettagliate – a suo dire – da potersi applicare a tutte le epoche». O riguardo al tanto discusso termine “jihad”, ha spiegato con chiarezza come nel Corano venga usato «sia per indicare lo sforzo personale nella fede sia la guerra per difendere la fede stessa, anche quando non si tratta di autodifesa».
Andrea Musacci
Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 26 novembre 2021
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(Foto, da sx Samid, Stefani, Panzanini)