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Ferrara celebra il genio visionario di Borges

5 Mag

Ciclo di eventi dedicati allo scrittore argentino nel trentennale della sua scomparsa: eredità preziosa per tutta la cultura

Pres. eventi Borges (Favretti, Aisemberg, Pazzi)

Da sinistra, Dario Favretti, Hugo Aisemberg e Roberto Pazzi

Un omaggio al genio visionario di Jorge Luis Borges (1899-1986) in una commistione fra diverse espressioni artistiche. In occasione del 30° anniversario della morte dello scrittore, l’Associazione “Astor Piazzolla” diretta dal Maestro Hugo Aisemberg, con Agenda Ridotto del Teatro Comunale cittadino e Biblioteca Ariostea, propone un tris di eventi. Un progetto ambizioso, tanto che durante la presentazione di ieri Dario Favretti della Fondazione Teatro Comunale, lo ha descritto come «uno dei più importanti della stagione del Ridotto». Aisemberg, argentino d’adozione, ha evidenziato come «l’argentinismo di Borges fosse forte nei suoi esordi, prima che egli diventasse uno scrittore universale».

Scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico, Borges ha lasciato una preziosa eredità in tutti i campi della cultura moderna, persino in quella pop, e molti sono gli scrittori che si sono ispirati alle sue opere. Famoso sia per i suoi racconti fantastici, in cui ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico, sia per la sua più ampia produzione poetica. Dotata di intelligenza profetica, cultura stellare e sorgiva creatività, la scrittura di Borges è popolata di allusive metafore, sogni, memorie e struggenti nostalgie. Non c’è tema riguardante l’esistenza umana che non abbia avuto un suo pensiero, ha giocato con l’identità, con l’universalità di ogni oggetto, di ogni situazione, di ogni gesto. Tutti i grandi scrittori del ‘900 hanno ammirato la sua opera e riconosciuto che Borges ha trasformato completamente il senso del ruolo dello scrittore nel mondo della cultura.

Tra i protagonisti del primo dei tre incontri, in programma domani, vi sarà lo scrittore e poeta Roberto Pazzi, che ha sottolineato gli incroci tra «due colossi del fantastico», Borges e Ariosto (quest’anno protagonista con i 500 anni dell’Orlando furioso). Proprio sull’Ariosto e Ferrara «capitale del fantastico», lo scrittore argentino in Ariosto e gli arabi, contenuto nella raccolta L’artefice (1960), scrive: “Come a ogni poeta, la fortuna / o il destino gli diè una sorte rara; / andava per le strade di Ferrara / e al tempo stesso andava per la luna.” Mentre Dalia Bighinati ha definito Borges «autore luterano nel senso pasoliniano», Rosi Murro, che ha curato le proiezioni di foto dall’Archivio dell’Associazione Piazzolla, ha spiegato l’importanza del simbolo del labirinto nell’immaginario borgesiano.

L’omaggio prevede domani alle 17 in Biblioteca Ariostea letture di Pazzi, presentazione del Direttore dell’Ariostea Enrico Spinelli, interventi di Bighinati e Aisemberg, proiezione della ricerca fotografica a cura di Rosi Murro, “Frammenti di Borges” e momento musicale con “Oblivion” di Piazzolla, che vedrà Fabio Bonora al clarinetto e Hugo Aisemberg al pianoforte. Si proseguirà l’11 maggio alle 17 nel Ridotto del Comunale con la proiezione de “Il nome della rosa” (1986) di J. J. Annaud, omaggio a Umberto Eco, dove il personaggio Jorge da Burgos è un tributo allo scrittore argentino. Infine, il 13 maggio alle 21 al Ridotto proiezione di “Labirinti” con foto a cura di Rosi Murro, lettura di poesie di Borges da “Para las seis cuerdas” con musiche di Piazzolla, Carlos Guastavino, Eladia Blasquez e Juliàn Plaza cantate da Ruben Peloni e con Aisemberg al piano.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 maggio 2016