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Andy Warhol “ritorna” a Ferrara

11 Mag

[Qui il mio articolo sul sito de la Nuova Ferrara]

Mazzacurati Fine Art ospiterà otto opere del celebre artista, ci sarà anche Marilyn

Andy Warhol, Beuys loundry bags (1980)

Andy Warhol, Beuys loundry bags (1980)

Andy Warhol ritorna a Ferrara quasi a sorpresa, in un piccolo ma importante spazio artistico, quarant’anni dopo la storica mostra a Palazzo dei Diamanti. Otto sue opere, tra le quali cinque pezzi unici, saranno infatti in mostra da sabato 21 maggio nello show-room Mazzacurati Fine Art gestito da Roberto Mazzacurati – da sempre estimatore di Warhol – insieme a Valentina Barotto, aperto in c.so Martiri della Libertà, 75 nel giugno scorso. L’esposizione sarà anche l’occasione per ricordare la personale Ladies and Gentleman esposta ai Diamanti nell’autunno del 1975, della quale ne parla il critico Lucio Scardino nel testo Senza ombra di dramma: Andy a Ferrara, uno dei due presenti nel catalogo bilingue (con traduzioni di Gabriella Garofalo) insieme a Andy Warhol – Mito moderno di Vittoria Coen.

 

Ma partiamo dalle otto opere in parete, lavori su tela e su carta di piccole, medie e grandi dimensioni create dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. Tra i cinque pezzi unici in parete vi sono un ritratto di Marilyn Monroe (1967), Beuys loundry bags (1980, olio su tela) dedicato all’artista Joseph Beuys, e un ritratto dell’architetto Carlo Scarpa (1980, caso forse unico di sua opera realizzata dopo la morte del soggetto). I restanti sono un ritratto di Liz Taylor (1964), Flowers (1964) e uno dei dieci ritratti della serie Ladies and Gentlemen (1975).

Proprio la mostra ferrarese fu fondamentale per affermare in Italia Warhol come protagonista indiscusso della Pop Art. Scardino nel sopracitato testo ripercorre quel mitico soggiorno nella nostra città, sin dall’arrivo a Bologna con un jet privato appartenente, pare, a “l’Avvocato” Gianni Agnelli. Warhol alloggiò nell’Hotel Astra di viale Cavour, e inizialmente colpì il suo scarso appetito, che gli ritornò appena Franco Farina li fece conoscere il “fritto misto all’italiana” del ristorante “La Provvidenza” di c.so Ercole I d’Este e del quale Warhol “ne divenne un ghiotto consumatore, mangiandone in continuazione”. Tanti gli aneddoti da scoprire, come quando, due giorni dopo l’inaugurazione, lo raggiunse a Ferrara la cantante Liza Minnelli, per visitare la mostra e rimanere qualche giorno. Oppure, la conferenza stampa durante la quale, ricorda Scardino, “più che impegnarsi in esaurienti risposte Warhol fotografava tutto e tutti con una macchinetta polaroid. E con un registratore fissava le voci di chiunque”. L’allora responsabile del Centro Video Arte di Diamanti, Lola Bonora, insieme a Carlo Ansaloni, di quella conferenza fece un cortometraggio, conservato negli archivi comunali cittadini. Inoltre, Warhol rimase affascinato dalle architetture ferraresi e volle visitare l’allora neonato museo dedicato a Giovanni Boldini, i cui ritratti femminili lo conquistarono subito, tanto che, scrive ancora Scardino, “volle sedersi, per un gioco di sottile emulazione, sul suo letto in stile Impero (che era stato trasportato da Parigi a Ferrara)” per farsi fotografare da Dino Pedriali. Non omaggiò però mai Boldini in una sua opera, deludendo così molte persone certe che l’avrebbe fatto.

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Marilyn Monroe (1967) in mostra da Mazzacurati

Tra le opere di Warhol conservate nel nostro territorio ne ricordiamo due in particolare: una Marilyn del 1964 conservata nel Torrione di Copparo (collezione Dante Bighi) e un ritratto di Leo Castelli nel Museo Remo Brindisi di Lido di Spina.

La mostra da Mazzacurati Fine Art ha dunque il merito di proporre opere di assoluto valore artistico e di rinfrescare la memoria su un evento così importante per la nostra città, a sua volta omaggiata da Warhol nelle opere Disquieting Muses e Hector and Andromache (After De Chirico) del 1982.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’11 maggio 2016