Archivio | 10:25

Malizia e innocenza secondo Valentina

12 Mag

Sotto l’articolo, alcune mie immagini delle opere in mostra.

Valentina Biasetti

Valentina Biasetti

Malizia e dolcezza, in un viaggio giocoso e surrealista fra gli scarabbocchi dell’infanzia. Sabato scorso nella Galleria d’arte Lacerba di Alfredo Pini, in via C. Goretti, 5/7 a Ferrara, è stata inaugurata “Pink Moon”, la personale di Valentina Biasetti (Parma, 1979), in parete fino al prossimo 4 giugno, presentata dallo stesso Pini e da Mirko Bacchiega.

Sono circa venti le opere esposte, facenti parte di due cicli pittorici , Landscape e Testamento formidabile. Il supporto usato è, perlopiù, non tela, ma lenzuolo, che dunque con la sua morbidezza invita ad abbandonarsi, a osservare languidamente i sogni sensuali e infantili disegnati con tratto iperrealista. Valentina si traveste ed entra lei stessa nelle sue opere, con quel tocco di vanità femminile tutt’altro che deprecabile. Assumendo movimenti e malizia di una Lolita o della sua omonima protagonista dei celebri fumetti di Crepax, si traveste per compiere un viaggio interiore che è, necessariamente, a ritroso.

Per questo, il riprendere il tratto anarchico e gioioso dei disegni infantili è, forse, un invito alla sana follia della ricerca, fuori dagli spazi angusti del presente: insomma, è un dolce richiamo a immergersi nella bellezza dell’arte.

Andrea Musacci

La nuova collettiva in parete all’Altrove

12 Mag

Nello Spazio d’arte l’Altrove in via de’ Romei, 38 a Ferrara sabato scorso ha inaugurato la collettiva “La vita è arte”, a cura di Francesca Mariotti e visitabile fino al 26 maggio dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19.30. In parete opere di: Claudia Ferrara, Fiorella Vandi, Nando Stevoli, Marjan Babaie, Mauro Malafronte, Barbara Pellandra, Mario Di Giulio, John Cono e Cristina Mavaracchio.

Qui mie immagini di alcune delle opere in mostra.

Andrea Musacci

 

Maurizio Ganzaroli e le sue visioni in mostra all’Hotel San Paolo

12 Mag

L’Hotel San Paolo in via Baluardi, 11 a Ferrara ospita in modo permanente nei suoi spazi alcune opere dell’artista Maurizio Ganzaroli. A breve, inoltre, l’artista porterà altre sue creazioni, in vista di ulteriori ambienti a disposizione per la sua mostra.

Le opere di Ganzaroli esposte – un espressionismo con accenni alla Pop Art e alle avanguardie – provengono da diversi progetti: “Popsessantaquaranta”, “Terre tuttora inviolate”, “Sons of the Silent Age”, “Mozzafiato” e “Mozzafiato 2”.

Le opere si possono visitare, a ingresso libero, tutti i giorni dalle ore 8 alle 22.

Andrea Musacci

Il paesaggio rurale a Schifanoia con Cazzola

12 Mag

250px-FE_Schifanoia_03L’infinita bellezza di Palazzo Schifanoia sollecita di continuo studi e riflessioni. Oggi alle 18.15 nel Salone dei Mesi l’Associazione KoraKoinè promuove in collaborazione con i Musei Civici di Arte Antica di Ferrara l’incontro “Vero e immaginato. Il paesaggio rurale a Schifanoia”. La conferenza sarà tenuta da Franco Cazzola, presidente Deputazione Ferrarese di Storia Patria, e verrà introdotta da Giovanni Sassu, conservatore dei Musei Civici di Arte Antica. In programma anche letture di brani a cura di Annalisa Piva. Il ciclo pittorico di Schifanoia, indiscusso capolavoro dell’arte rinascimentale, è anche uno straordinario documento per la rappresentazione del paesaggio nel XV secolo.

In particolare, verrà ripreso il saggio di Cazzola pubblicato negli anni ’90 nell’Atlante di Schifanoia, grazie alle novità portate alla luce dai recenti restauri.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 maggio 2016

Slow reading, Cono e Boari presentano le loro opere

12 Mag

unnamedProseguono oggi gli appuntamenti del ciclo di presentazioni librarie e letture dal vivo “Slow Reading”, con un sottotitolo eloquente: “Perché leggere libri è ciò che ci insegnerà a pensare e capire nella vita”. Alle 17.30 nella sala da thè You&Tea in via de’ Romei, 36/a lo scrittore Giampaolo Cono presenterà il suo libro “Il mezzo maratoneta”, mentre Francesca Boari presenta “Il prezzo del riscatto”. Quest’ultima nel suo ultimo libro come nei precedenti (“Aldro”, 2009 e “Piovono sassi dal cielo”, 2014) dimostra una notevole capacità di tradurre esperienze dolorose, al limite della lacerazione, per poi esplodere nel riscatto della persona. Gianpaolo Cono, invece, omaggia la sua grande passione, la corsa, lui che è non solo un maratoneta, ma un vero e proprio lottatore.

Il ciclo di incontri è organizzato da Francesca Mariotti.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 maggio 2016

Nel nome di Borges, Aisemberg celebra l’artista a suon di tango

12 Mag

Domani al Ridotto un concerto per celebrare lo scrittore. Il pianista: amo la musica di Piazzolla e le sue opere

Aisemberg al piano nella sua casa (2)

Hugo Aisemberg al pianoforte nella sua casa

“Da allora in poi, quante cose / io e te abbiamo visto: / le partenze e il soffrir / d’amore non corrisposto. / La morte mi prenderà, / tu costeggerai la vita, / tu sei memoria infinita, / tango che fosti e sarai”. Sono versi da Qualcuno parla al tango (1965) di Jorge Luis Borges e Astor Piazzolla, emblematici della vita del musicista di origini ebraiche Hugo Aisemberg. Il suo è un amore viscerale per il tango, che lo porta a suonare il pianoforte, a 78 anni, fino a dieci ore al giorno. La sua storia è fatta di venature di culture e luoghi diversi: Ferrara e Buenos Aires, Odessa e Roma. Siamo andati a trovarlo nella casa dove vive da 17 anni con la moglie Rosi Murro, e dove ha sede il Centro Astor Piazzolla, fondato nel 1993 dopo la morte del Maestro. Domani sera alle 21 regalerà alla città un concerto al Ridotto del Teatro Comunale, dove eseguirà brani di Borges musicati da Piazzolla e da altri compositori, accompagnato da Ruben Peloni. E proprio del grande compositore argentino serba un ricordo vivo, totale. Con affettuosa venerazione ci mostra una lettera che Piazzolla gli scrisse nel maggio del 1985, oltre a uno spartito manoscritto dello stesso donatogli dalla vedova, Laura Escalada Piazzolla, Presidente Onorario di quel Centro diretto da Aisemberg, che ora ha un sogno: aprire a Ferrara un Museo del Tango.

Quali sono le sue origini, e com’è arrivato a Ferrara?

I miei nonni erano russi, nel ’13 i miei genitori sono nati nella campagna vicino Buenos Aires, dove sono nato anch’io nel ’38. Nel ‘71 mi sono trasferito in Italia, a Sezze Romano, vicino Latina. Io e mia moglie Rosi, romana, stiamo insieme da circa vent’anni. Fino al 2009 ho insegnato al Conservatorio Rossini di Pesaro. Il 31 dicembre 1999 suonai al Teatro Comunale di Ferrara col mio gruppo, Novitango, e vi tornai nel 2009: da quel momento io e Rosi ci innamorammo della città e decidemmo di trasferirci.

Ci parli del rapporto col tango e con Piazzolla.

Fin da bambino amai il tango. Sono stato il primo pianista a suonare brani di Piazzolla in un concerto di musica classica. Parliamo di 50 anni fa, era l’11 agosto 1966: fu qualcosa di rivoluzionario, dato che in Argentina vi era una rigida divisione tra classica e tango. Poi, passai due anni stupendi a Budapest, all’Accademia di Musica Franz Liszt. Nel frattempo seppi che Piazzolla si era informato di me e voleva conoscermi. Il nostro primo incontro avvenne nel ’68, e poi lo rincontrai nel ’73 nella sua casa a Piazza Navona a Roma. Dopo la sua morte, nel ’92, contattai subito la moglie per proporle l’idea di intitolare al marito un Centro.

Aisembeg mentre ci mostra la lettera che Piazzolla gli scrisse nell'85

Aisemberg mentre ci mostra la lettera che Piazzolla gli scrisse nel 1985

Veniamo all’incontro di domani sera. Come conobbe Borges?

Borges lo conobbi, non personalmente, ascoltandolo alle sue conferenze pubbliche. Da giovane non riuscivo ad amarlo, visto il suo appoggio a varie dittature, da Peron a Videla. Mi avvicinai a lui per il suo legame con Piazzolla. In tutto sono sette i brani di questo con testi di Borges. Di queste, domani sera ne eseguiremo quattro, di cui tre dalla raccolta Para las seis cuerdas, mentre altre quattro sono musicate da Carlos Guastavino, Eladia Blazquez e Juliàn Plaza. È la prima volta che eseguiamo otto brani, tre dei quali, se non sbaglio, verranno fatti per la prima volta in Italia.

Com’è nato, invece, il rapporto con Ruben Peloni?

Con Ruben mi lega un’amicizia nata nei primi anni ‘90, grazie alla compagnia di Syusy Blady con la quale collaboravo. Ruben è il personaggio ideale per questi concerti, ha una voce stupenda e una bellissima presenza. Tra noi c’è un grande feeling, per me è insostituibile.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 maggio 2016