Archivio | 15:46

Piero Guccione e quella luce che avvolge: la mostra al PAC di Ferrara

10 Ott

di Andrea Musacci

«Sparir carne / per spicciare sorgente ebbra di sole, / dal sole divorata…» 

(E. Montale, “Riviere”)

Un invito ad andare oltre, a sciogliere la propria razionalità in un bagno estatico. A questo ci richiama l’opera pittorica di Piero Guccione (1935-2018), in mostra al PAC – Padiglione di Arte Contemporanea di Ferrara fino al prossimo 8 gennaio.

“Piero Guccione. Mistero in piena luce” – questo il titolo – raccoglie più di 70 opere da un’idea di Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi e con la curatela di Vasilij Gusella. La mostra sarà l’ultima in programma al PAC prima dei lavori programmati per poter ospitare lo Spazio Antonioni, e si realizza a poco più di 50 anni dall’ultima esposizione ferrarese dedicata a Guccione, organizzata nel ‘71 da Franco Farina al Centro Attività Visive di Palazzo dei Diamanti. 

Suddivisa tra il periodo romano dell’artista (dove domina una pittura espressionista, con anche echi baconiani) e il suo ritorno nella natìa Sicilia nel ’79-‘80, la rassegna ripercorre cronologicamente l’intera sua produzione. 

Soffermandoci sulle sue opere dedicate alla fusione di mare e cielo, notiamo come qui l’artista si avvicini a una ricerca dell’ineffabile, a una rarefazione che sconfina nell’astratto. Riguardo alle lagune veneziane di un altro pittore, Virgilio Guidi, Alfonso Gatto scriveva – e son parole che possiamo dedicare anche ai mari guccioniani: «Qual è la parola di Guidi se non questo silenzio assoluto, questo creato illeso in cui i colori, le forme e gli spazi si rispondono apparendo, evocati per quanto sono stati visti?».

Guccione ci riconsegna la natura nella sua essenza più pura. Nei suoi mari, la luce più che invadere lo spazio, l’orizzonte, lo satura: la luce diventa spazio, come in una visione assoluta, piena, luce di gloria. Una luce – sintesi di forme, spazi e radiosità – che avvolge, incanta, si fa richiamo onirico: quasi non si riesce a staccarvi gli occhi, si desidera venirne avvinti, avvolti, inghiottiti. 

«Tutte le immagini portano scritto: “più in là”!», scriveva Montale nella sua “Maestrale”. Guccione ha dovuto ritornare nella sua terra, reimmergersi con lo sguardo nel suo mare per averne più profonda consapevolezza.

Immagine: P. Guccione, Linee del mare, 2006 (Olio su tela, cm 70 x 91, Collezione privata)

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 14 ottobre 2022

La Voce di Ferrara-Comacchio

Piero Guccione

Le periferie di Ferrara in mostra alla Porta degli Angeli (sottoutilizzata)

10 Ott

Fino al 30 ottobre negli spazi della Porta degli Angeli (Rampari di Belfiore 1, Ferrara) è possibile visitare la mostra fotografica di Giulio Testi intitolata “Deriva dopo il sogno”. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Ferrara.

Il progetto nasce dalla volontà del collettivo di curatrici “Innesto” di dar voce alla sfaccettata visione che il giovane artista ha della periferia della città, il quale ha prediletto, in questa occasione, le zone di Barco, Doro e Pontelagoscuro.

Una buona occasione, anche, per ricordare come la Porta degli Angeli sia purtroppo sottoutilizzata. L’edificio fu gestito, grazie a un bando comunale, da fine 2010 ad agosto 2014 dal progetto RTA (Stileitalico, Yoruba, Ferrara Video&Arte, Cantiere delle Idee Chiare e Sfuse, Arch’è), e da fine 2014 al 2018 da Evart.

Otto anni con tante mostre ed eventi.Dopo, solo poche sparute esposizioni. Un vero peccato.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 14 ottobre 2022

La Voce di Ferrara-Comacchio

Un pezzo di storia italiana: Paparella ricordato a Ferrara

10 Ott
Un momento dell’incontro a Casa Cini

L’8 ottobre a Casa Cini la presentazione della nuova edizione del libro “Un cristiano senza aggettivi” dedicato al dirigente dell’AC. Una vita appassionata ripercorsa tra storia collettiva e personale

L’8 ottobre il salone di Casa Cini a Ferrara ha ospitato la presentazione del libro “Bruno Paparella. Un cristiano senza aggettivi”, appena edito dalla nostra Diocesi (Ufficio comunicazioni sociali – Ucs) nella collana “Con occhi nuovi – Profili”. Lo stesso Ucs ha realizzato i quattro pannelli esposti durante l’incontro, al quale hanno partecipato una 60ina di persone. Libro e incontro sono stati resi possibili grazie all’iniziativa e all’organizzazione di Francesco Paparella, nipote di Bruno.

Bruno Paparella (Ferrara, 14 settembre 1922 – Roma, 29 ottobre 1977) è stato Segretario Generale dell’Azione Cattolica. Fu anche partigiano nella 33ª brigata Ferrara, presidente dell’AC di Ferrara e dei Comitati Civici ferraresi nelle elezioni del 1948, vice Segretario generale dell’AC dal 1948 al 1952 e responsabile della formazione permanente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Giorgio Vecchio (già Ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Parma) ha ripercorso la biografia di Paparella, sottolineando ad esempio, nella sua giovinezza, la forte partecipazione alla vita parrocchiale, che significava «forte dimensione popolare, nonostante l’ambiente benestante dal quale Paparella proveniva».

Paolo Trionfini (docente di Storia Contemporanea all’Università di Parma, Direttore ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione Cattolica) si è invece soffermato in particolare sul periodo romano di Paparella.

A seguire, vi sono state diverse testimonianze: Corrado Truffelli, ex politico DC parmense (e padre di Matteo, ex Presidente nazionale AC) ha ricordato il suo «senso dell’accoglienza» e la sua pazienza. Letizia Fallani (figlia di Giovanni, caro amico di Paparella negli anni romani, ex Direttore del Sir e capo ufficio stampa dell’AC) ha ricordato «l’allegria e la voce gentile» di Paparella durante le cene tra le due famiglie. «Verità e autenticità erano le due parole che contraddistinguevano mio padre e Bruno», ha aggiunto. Gianfranco Maggi, albese, successore – dal ’72 al ’74 – di Paparella come Segretario generale dell’AC italiana, ha ripercorso il filo di continuità presente in Paparella, dall’immediato dopoguerra al nuovo Statuto dell’AC alla fine degli anni ’60. Infine, hanno portato una loro breve testimonianza anche Maria Bellucci (figlia di Vittorio, dirigente dell’AC) e  Chiara Ferraresi (ex Presidente dell’AC diocesana e figlia di Pino Ferraresi, che ricoprì lo stesso ruolo dall’83 all’89). Durante le testimonianze, sono state proiettate alcune foto e brevi frammenti video di Paparella, a cura di Carlo Magri.

L’incontro – introdotto e moderato da Riccardo Modestino – si è concluso con le considerazioni finali di mons. Gian Carlo Perego. «Paparella, come tanti altri – ha riflettuto -, ha trovato nell’AC un luogo decisivo di formazione e di azione. In un certo senso, è stato anche erede della testimonianza di Giovanni Grosoli, della sua attenzione per il mondo economico e la stampa». «Laicità e missionarietà», per mons. Perego, hanno sempre contraddistinto il suo impegno nella Chiesa e nella società, senza dimenticare il suo attivismo antifascista. A tal proposito, il Vescovo ha annunciato come si stia lavorando per presentare l’allora Vescovo di Ferrara mons. Ruggero Bovelli come “Giusto fra le Nazioni” per la sua attività a favore di tanti ebrei. 

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 14 ottobre 2022

La Voce di Ferrara-Comacchio