
Claudio Gualandi e Linda Mazzoni, collezionisti ferraresi, nel 2006 acquistano una tenda di canapa della Croce Rossa Italiana “modello 1909”. Storia della coltivazione e produzione di questa pianta nel Ferrarese e di quella tenda divenuta museo itinerante (prima di fare ritorno a casa)
di Andrea Musacci
Siamo nel 2006, e Claudio Gualandi, da appassionato collezionista qual è, cerca sempre chicche da aggiungere alla propria wunderkammer. Un giorno, al mercatino dell’antiquariato di Pieve di Cento conosce un signore comacchiese intento a vendere diversi prodotti militari realizzati con la canapa. Fra questi, un pezzo in particolare colpisce Claudio: una tenda di 9×11 metri sulla cui cima campeggia l’inconfondibile simbolo della Croce Rossa Italiana. Non ci pensa due volte e, con un po’ di follia (a volte necessaria), l’acquista.
La storia di questa tenda si intreccia fortemente con la vita di Gualandi, noto grafico e illustratore ferrarese (sue, ad esempio, le locandine di 16 anni di Buskers Festival) e della moglie Linda Mazzoni, con la quale condivide lo Studio di via Carlo Mayr. E si intreccia, naturalmente, con la storia del nostro territorio.
UNA PIANTA TORMENTATA
RADICI
Prima di addentrarci nelle vicende della tenda militare, delimitiamo il campo (è proprio il caso di dire) di uno dei protagonisti di questa vicenda: la canapa. Molto tristemente associata agli stupefacenti, questa pianta (la Cannabis sativa) vanta una storia millenaria (fino all’8000 a. C.) e molteplici usi. Limitandoci al nostro Paese a partire dagli anni ’30 del secolo scorso, possiamo dire che nel Ventennio l’Italia era al vertice nella produzione di questo tessuto particolarmente tenace: secondo Coldiretti, a quei tempi in Italia erano ben 100mila gli ettari coltivati a canapa, estensione superata solo in URSS.
Negli anni dell’industrializzazione e della ripresa economica, vennero introdotte sul mercato nuove fibre sintetiche come il nylon, portando – assieme alla campagna internazionale contro gli stupefacenti – all’abbandono della canapa.
ESALAZIONI
«…Inoltre i ferraresi sono anche terribilmente libidinosi»: così Giorgio De Chirico nelle sue Memorie della mia vita ricorda quel “popolo” spesso rinomato per la propria torpidezza. «Il prof. Tambroni, insigne frenologo, che allora dirigeva il manicomio di Ferrara e che io conobbi – scrive ancora De Chirico -, mi spiegò che questo stato anormale dei ferraresi è dovuto alle esalazioni della canapa ed alla continua umidità; infatti tutta la città è costrutta su antichi maceri…».
Non sappiamo la fondatezza di questa teoria ma è certo che negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso la “metafisica” Tresigallo era uno dei centri nazionali per la produzione della canapa: vi erano la CELNA (uno degli stabilimenti più grandi d’Europa), la MA.LI.CA (Manifattura Lino Canapa), il Consorzio Nazionale Produttori Canapa, la CAFIOC (per la trasformazione della canapa in fiocco).
RINASCITE
Dopo la fine di un’epoca nel 1975, assistiamo a una prima rinascita tra fine anni ’90 e l’inizio del 2000. E ancora una volta è il Ferrarese a essere protagonista: nel 2001 nella Valle del Mezzano vengono seminati dalla cooperativa Sorgeva 50 ettari di canapa; a Comacchio, viene aperto il primo centro di trasformazione della canapa tessile, realizzato dalla società cooperativa Ecocanapa, che però fallisce nel 2008. A una seconda rinascita stiamo assistendo dal 2018, con una rinnovata produzione e vendita in ambito alimentare, dell’abbigliamento e della cosmesi.

UN MUSEO ITINERANTE
ATTENDAMENTI
Ma torniamo alla nostra misteriosa tenda di canapa. Nel 2003, per il Consorzio Canapa Italia, Gualandi e Mazzoni curano l’allestimento di un padiglione espositivo di 1000 metri quadri sulla canapa al SANA alla Fiera di Bologna. Nello stesso anno, a Ostellato curano grafica e allestimento per il grande evento nazionale “Canapa: ritorno al futuro” del Consorzio Canapa Italia. Nel 2005 sono, invece, tra i soci fondatori dell’Associazione “Galleria della Canapa”, con sede ufficiale a Milano e sede legale-amministrativa a Ferrara, chiusa nel 2014. Come detto, l’anno successivo l’incredibile acquisto in un mercatino di provincia. E la scoperta del gioiello che si ritrovano fra le mani: una tenda da ricovero “modello 1909”, che rappresenta molto probabilmente l’anno di produzione della stessa. Un manufatto, casse di legno comprese, che pesa 548 kg, necessita di essere sostenuta da pali di legno di 10 cm di diametro, e con all’interno una controtenda di cotone verde con aeratori e predisposta per la stufa. Una tenda, quindi, potenzialmente utile per la prima guerra mondiale ma – pare – mai utilizzata. Durante il primo conflitto mondiale, il cosiddetto “Ospedaletto da campo” comprendeva 1 tenda da medicazione, 2 da ricovero di metri 9×11 (come la nostra) e altre 2 da ricovero di metri 7×7. L’“attendato” era una delle due tipologie di ospedale da guerra (l’altro era l’“accantonato”). La tenda “modello 1909” era, quindi, destinata principalmente per il ricovero di feriti o ammalati con una capacità di 25 posti, due porte d’accesso e 12 finestre scorrevoli. Per rizzare questa tenda occorrevano cinque uomini e quasi un’ora di tempo, mentre si smontava quasi in tre quarti d’ora ed era trasportabile con un autocarro o 5 muli.
VAGABONDAGGI
Gualandi e Mazzoni partoriscono un’idea geniale, naturalmente per “usi civili”…: utilizzare la grande tenda come Museo itinerante della canapa, con all’interno pannelli esplicativi sulla storia e l’utilizzo della pianta, e l’esposizione di prodotti (capi di abbigliamento, alimentari, cosmesi). La prima “uscita ufficiale” è subito, nel settembre-ottobre del 2006: la tenda staziona per un mese nel cortile della sede dei Marinati di Comacchio in occasione della Sagra dell’anguilla; diverse anche le scolaresche che visiteranno la mostra in essa ospitata. Mostra che poi arriverà, nel novembre dello stesso anno, fino all’Antica Fiera della Canapa di Gambettola (Forlì-Cesena).
I nostri due ambasciatori ferraresi della canapa possono vantare anche due comparse televisive sull’argomento: nel 2009 nella trasmissione Report, per le “Good News” di Giuliano Marrucci, e in un’inchiesta svolta da Antonio Cianciullo per Repubblica Tv nel 2011. Sia Marrucci sia Cianciullo vennero ad intervistarli con le rispettive troupe nel loro studio di via Carlo Mayr. Inoltre, nel settembre 2022 Gualandi e Mazzoni prestano per un mese la loro tenda a Villa Imoletta, progetto di comunità vicino Quartesana per il sostegno ai giovani con disabilità.
RITORNI
Recentemente, però, i due hanno deciso che il destino di questo antico tendone fosse quello di tornare in famiglia: per questo, lo hanno donato alla Croce Rossa Italiana (CRI). Per la precisione, è stata ritirata dalla Croce Rossa di Scandicci, vicino Firenze, per poi andare sotto la responsabilità dell’Ufficio storico della Croce Rossa della Toscana (in particolare di uno dei suoi responsabili, Riccardo Romeo Jasinski), che ha il compito di conservare e divulgare la storia della CRI.
La tenda avrebbe dovuto essere esposta il 22 giugno a Solferino per il grande evento mondiale di celebrazione della nascita della Croce Rossa Internazionale, in seguito alla nota Battaglia del 24 giugno 1859 (la Croce Rossa nasce proprio 160 anni fa, nel 1864). Evento che vedrà, sulle colline dell’Alto Mantovano, anche la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (e che il 18 giugno ha visto la staffetta ciclistica della CRI diretta a Solferino passare anche per Ferrara). Ma i necessari lavori di restauro sul manufatto, lo renderanno utilizzabile solamente per la manifestazione nazionale della CRI del giugno 2025. Poco male: l’importante è, dopo tanto girovagare, ritrovare la propria “casa”.
Pubblicato sulla “Voce” del 21 giugno 2024
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In occasione degli eventi dedicati agli anniversari, oggi alle 17 avrà luogo l’evento “Emilio Lussu, ‘Un anno sull’altipiano’ “, un dialogo, organizzato da Istituto Gramsci e ISCO Ferrara, tra Anna Quarzi e Davide Nanni in occasione del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia.
Oggi alle 18.30 nella sede di via de’ Romei, 38 a Ferrara, l’Associazione Olimpia Morata ospita la rappresentazione e presentazione delle opere poetiche di Alberto Rizzi, “Poesie dell’uccidere in volo”, sulla Grande Guerra, con l’accompagnamento musicale di Simone Montanari al violoncello e l’introduzione di Francesca Mariotti, presidente dell’Associazione.

