Archivio | aprile, 2013

Il “Frescobaldi” incanta il Bonacossi

12 Apr

bonacossi (2)

Il primo appuntamento della rassegna “Musica al Bonacossi” si è svolto martedì 9 alle ore 18 presso la Sala dei Concerti di Palazzo Bonacossi di Ferrara, in via Cisterna del Follo, 5. Il ciclo di concerti vede protagonisti i docenti del Conservatorio di Musica “G. Frescobaldi” di Ferrara.  In programma il Quintetto in Mi bemolle  maggiore per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte K 452 di Mozart e il  Quintetto in Mi bemolle  maggiore per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte op. 16 di Beethoven. Ad eseguire questi due brani, il Quintetto composto dalla prof.ssa Vanja Gentile (oboe), da Fabio Bonora (clarinetto), dal prof. Massimo Mondaini (corno), dal prof. Andrea Passigli (pianoforte) e  dal prof. Paolo Biagini, (fagotto), direttore del Conservatorio cittadino. Proprio quest’ultimo ha introdotto il concerto ringraziando il pubblico e gli organizzatori, e presentando le due opere. In particolare, l’opera di Mozart, che la compose ancora ventottenne, è “una delle massime espressioni artistiche dell’autore”. Questo brano ha ispirato la n. 16 di Beethoven, anche se quest’ultima “non è comunque riuscita a raggiungere il livello di quella di Mozart”. Le due opere sono, inoltre, tra loro poco distanti nel tempo,  appena 12 anni, la prima del 1784, la seconda del 1796.

Il prossimo appuntamento è per martedì 16 aprile con “Piccolo viaggio nella storia dell’arpa”, della prof.ssa Antonella Ciccozzi. Gli organizzatori sperano che si ripeta il grande successo di pubblico del primo concerto, seguito soprattutto da molti giovani.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 aprile 2013

Grunge e psichedelia nel sound degli Egofobica

10 Apr

egofobica

Gli Egofobica sono una band nata nel 2009 tra Rovigo e Ferrara. Iniziano subito a lavorare al loro primo album, “Il leone e lo scorpione”, il quale uscirà a fine 2011. Durante la lavorazione, a Gianluca Padovani (batteria), Antony Crepaldi (voce-chitarra) e Giovanni Orlandini (basso) si aggiunge Matteo Bortolotti (tastiere e synth). Le sonorità grunge anni ’90 e psichedeliche anni ’70 dominano i loro brani. Hanno recentemente pubblicato un EP, “A piedi di piombo”. Il 14 aprile prossimo torneranno a suonare a Taglio di Po, il loro paese (solo Giovanni è di Ariano Ferrarese), insieme a The Mexican Whi-Sky. Forte è la collaborazione con la band Discomen, di Massa Fiscaglia, coi quali condividono l’etichetta Pindici Dischi.

È da poco uscito il loro nuovo EP, intitolato “A piedi di piombo”. Loro si chiamano “Egofobica”, sono amici da molto tempo, molto prima che iniziassero il loro progetto musicale. “Musicalmente – mi spiega il batterista Gianluca – ci siamo conosciuti quando io e Antony (voce-chitarra) abbiamo iniziato a provare alcune idee per la stesura dei primi brani,  verso la fine del 2009. A breve si sono aggiunti Giovanni Orlandini (basso) e Matteo Bortolotti (tastiere e synth).” Già durante la lavorazione del primo album, “Il leone e lo scorpione”, iniziano a girare in piccoli locali per proporre i primi brani: all’inizio a Rovigo e dintorni, in seguito fuori provincia, in diversi luoghi della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia-Romagna.

Le loro sonorità alternative rock attingono dal Grunge anni ‘90 e dalla psichedelia anni ’70, e per il loro primo album i gruppi che li hanno influenzato sono stati gli Afterhours, i Marlene Kuntz, e i Verdena, ma anche formazioni meno famose. Tra i loro pezzi si alternano “ballad melodiche, pezzi più ruvidi e distorti e vere e proprie cavalcate psichedeliche che lasciano spazio anche ad improvvisazioni”. I loro testi sono in italiano, anche se “siamo consapevoli – continua Gianluca – che sempre più band adottano l’inglese come lingua per le loro composizioni”, soprattutto nell’ambito del rock.

Dopo l’uscita de “Il leone e lo scorpione” hanno iniziato subito a lavorare ai nuovi pezzi, decidendo di far uscire un EP e non un altro disco, in quanto il primo “può essere definito un concept proprio perché tutte le canzoni girano attorno ad una storia di vita, la mia personale, mentre nell’EP l’argomentazione ruota attorno a diversi temi di attualità, di politica e di religione”.

Infine, numerose sono le partecipazioni a festival, anche per beneficenza. Tra questi, ricordano “con maggiore entusiasmo” “Le 100 Urla Festival 2012” a Massa Fiscaglia per la raccolta fondi a favore dei terremotati dell’Emilia e “Darsena rock festival” a Migliarino (FE) con Discomen e Dubby Dub.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 10 aprile 2013

Ebook “Cinema della memoria. Ferrara nei film di Gianfranco Mingozzi”, il primo Ebook edito dal Comune di Ferrara

9 Apr

E’ possibile scaricarlo a questo link: http://archibiblio.comune.fe.it/1841/prima-dell-ebook

copertina corretta

Mingozzi e il cinema ferrarese 

Sono davvero numerose le produzioni filmiche incentrate sulla città e il territorio di Ferrara, dai primi esperimenti di inizio Novecento fino ai giorni nostri, con diverse varianti per quanto riguarda la produzione televisiva e dei documentari. Si pensi a Luchino Visconti (Ossessione, 1943), a Rossellini, De Sica, Antonioni, Vancini, Soldati, Montaldo, Ferreri, Avati, fino ad Ermanno Olmi (Il mestiere delle armi, 2001), solo per citare i nomi più famosi. Si passa dai film muti di carattere storico che risalgono agli albori della cinematografia (come Torquato Tasso e Parisina), a quelli ambientati nel difficile periodo del dopoguerra; dalle pellicole che riportano alla mente i romanzi di Giorgio Bassani, ai più recenti E ridendo l’uccise (Florestano Vancini, 2005) e Nebbie e Delitti (Riccardo Donna, 2005-2007).

Il 2012, in particolare, rappresenta per Ferrara un anno ricco di ricorrenze significative: un secolo fa, infatti, nacque Michelangelo Antonioni, uno dei più grandi registi della storia, e nel 1962 uscì uno dei romanzi italiani più noti, Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani. Questo progetto vuole, invece, nell’ottantesimo dalla sua nascita, rendere omaggio a Gianfranco Mingozzi, un regista che, sebbene abbia avuto meno notorietà rispetto a colleghi del calibro di Antonioni e di Vancini, ha comunque ugualmente lasciato il segno, sia nell’ambito dei film di finzione sia in quello documentaristico. Nato e cresciuto a San Pietro Capofiume – uno degli ultimi paesi “bolognesi” prima della provincia di Ferrara, e situato all’interno del Comune di Molinella – Gianfranco Mingozzi non ha mai nascosto il suo amore per Ferrara.

È del 1962 il suo primo omaggio alla città estense, col documentario Via dei piopponi, nel quale il regista ripercorre il tragitto che da bambino percorreva con i genitori per recarsi dal pediatra. Quattro anni dopo, nel ’66, girerà invece il documentario Michelangelo Antonioni. Storia di un autore, omaggio al grande maestro de L’avventura, dove Ferrara rivive e viene omaggiata non più attraverso i luoghi, ma attraverso la vita e l’opera di uno dei suoi cittadini più celebri. Bisognerà aspettare il 1982 per l’ultimo grande tributo a Ferrara e al suo territorio, con l’uscita de La vela incantata, omaggio crudo e malinconico al cinema, ai suoi miti, alla sua storia, che è la storia d’Italia. Ancora una volta, insomma, nell’opera di Mingozzi la riscoperta del proprio territorio, delle proprie radici va di pari passo con la nascita del cinema, con la sua magia (La grande magia, appunto, si intitolerà il documentario girato dietro le quinte de La vela incantata, e che vedrà la luce nel 1993). Inoltre, diversi sono anche i lungometraggi ambientati nella nostra regione: Fantasia, ma non troppo, per violino (1966), Gli ultimi tre giorni (1977), Bologna: allegro vivace/passato presente (1983), Le lunghe ombre (1987), Il frullo del passero (1988), L’appassionata (1988).

Questo progetto è, dunque,  dedicato al regista ed in particolare a questi tre colori, a queste tre sfumature dell’impegno della memoria attraverso il mezzo cinematografico. Non vuol essere uno strumento accademico che analizzi nel dettaglio lo stile e la tecnica del cinema di Mingozzi, ma un primo approccio alla sua opera, attraverso la lente di Ferrara, il ricordo personale diretto e la auto-riflessione sul cinema come veicolo, come simbolo della storia del Novecento. Esso è il compimento delle attività che ho avuto la fortuna di svolgere nella sala multimediale della Biblioteca Bassani di Ferrara come volontario in Servizio Civile. Non sarebbe dunque stato possibile senza l’aiuto e la collaborazione – diretta e indiretta – di tutto il personale. In particolare ringrazio Lorenzo Magri per l’aiuto pratico e teorico, e Luisa Martini per la fiducia che ha sempre dimostrato nei miei confronti.

Andrea Musacci

Primo concerto di “Musica a Bonacossi”

8 Apr

bonacossi

Domani 9 aprile ci sarà il primo appuntamento della rassegna “Musica al Bonacossi”. I concerti si svolgeranno alle ore 18 presso la Sala dei Concerti di Palazzo Bonacossi di Ferrara, in via Cisterna del Follo, 5. Il ciclo di concerti vedrà protagonisti i docenti del Conservatorio di Musica “G. Frescobaldi” di Ferrara.

Il primo concerto è del Quintetto composto dalla prof.ssa Vanja Gentile (oboe), da Fabio Bonora (clarinetto), dal prof. Massimo Mondaini (corno), dal prof. Paolo Biagini, (fagotto), direttore del Conservatorio cittadino e dal prof. Andrea Passigli (pianoforte). In programma il Quintetto in Mi bemolle  maggiore per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte K 452 di Mozart e il  Quintetto in Mi bemolle  maggiore per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte op. 16 di Beethoven.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 08 aprile 2013

L’estetica del paesaggio in Antonioni secondo Andrea Gatti

7 Apr

gatti

“Finis terrae: i margini del mondo. L’estetica del paesaggio in Michelangelo Antonioni” è il titolo della conferenza che il Prof. Andrea Gatti, dell’Università degli Studi di Ferrara, terrà martedì 9 aprile nella Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea. L’incontro, che avrà inizio alle ore 17, fa parte del ciclo “Sinfonie Urbane. La ricerca di un posto nel paesaggio” a cura di Doris Cardinali, in collaborazione con l’associazione Amici della Biblioteca Ariostea, nell’ambito del Piano Michelangelo Antonioni.
Il titolo dell’intervento rimanda “agli aspetti elusivi ed eterogenei che il paesaggio assume nel cinema di Michelangelo Antonioni”. Obiettivo di questa relazione è di indagare l’estetica del paesaggio di Antonioni soprattutto attraverso gli scritti, le note private e le interviste.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 07 aprile 2013

“Swinging city”, la Londra di Antonioni

6 Apr

blow up

Location anomala, ma non troppo, per la presentazione domenica alle 11 del libro “Swinging City. Londra centro del mondo” di Valentina Agostinis. La sede sarà, infatti, il negozio di ottica “Occhiali d’oro”, di Clotilde e Rita Di Carlo. Già in passato molti sono stati i giovani che in questo luogo hanno avuto l’opportunità di progettare e presentare i propri allestimenti. L’incontro, curato da Irene Severini, vedrà la collaborazione della libreria Sognalibro di Serenella Crivellari, e vedrà l’intervento, insieme all’autrice, di Giorgio Rimondi. L’iniziativa fa parte del “Piano Michelangelo Antonioni. La ricerca di un posto nel paesaggio” – le cui iniziative termineranno il prossimo settembre – patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Ferrara e dall’Università degli Studi di Ferrara.

Andrea Musacci

Alla Galleria del Carbone in mostra “Le farfalle ci sono ancora?”

6 Apr

 

farfalle carbone

Gli effetti cromatici delle opere di Daniela Carletti catturano fin da subito il visitatore della mostra “Le farfalle ci sono ancora?”. L’esposizione è stata inaugurata il 2 aprile alla Galleria del Carbone, in via del Carbone, 18/a, è curata da Paolo Volta e patrocinata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara.

Le sue opere di carta su tela sono un’immersione visiva, e quasi tattile e olfattiva, all’interno della natura, nei suoi meandri, nei suoi dettagli, nei suoi colori e nelle sensazioni che provoca. Le grandi tele, come i piccoli quadretti, raccontano de “Il bacio” tra due aquile, di libellule volanti tra le foglie, di elfi. I colori sono freddi e molto variegati, creando appunto un effetto coinvolgente e mai scontato. Daniela Carletti, ferrarese, usa una tecnica personale, seguendo il concetto di terra-impronta-matrice, attraverso il quale raccoglie canne, erbe e, attraverso un procedimento tecnico personale, le riproduce in gesso su tela tarlatana. L’esposizione sarà visitabile fino a domenica 14 aprile dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 20.00, sabato e domenica dalle 11.00 alle 12,30 e dalle 17.00 alle 20.00. Chiuso il martedì.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 aprile 2013

Gianfranco Mingozzi, documentarista con Ferrara nel cuore

5 Apr

Sono davvero numerose le produzioni filmiche incentrate sulla città e il territorio di Ferrara, dai primi esperimenti di inizio Novecento fino ai giorni nostri, con diverse varianti per quanto riguarda la produzione televisiva e dei documentari.

Continua su http://www.epipaideia.com/2013/04/gianfranco-mingozzi-documentarista-con.html

Andrea Musacci

con antonioni e vitti

(nella foto, da sx: Gianfranco Mingozzi, Michelangelo Antonioni, Monica Vitti)

Le storie dei comunisti ferraresi alla Biblioteca Ariostea

4 Apr

vite schedate

(nella foto, da sx: Luca Alessandrini, Daniele Civolani, Delfina Tromboni, Eugenio Squarcia, Giacomo Marighelli, Anja Rossi)

“Vite schedate. Comunisti a Ferrara durante il fascismo” è un dizionario biografico curato da Delfina Tromboni e Dante Giordano che ripercorre le storie dei comunisti ferraresi schedati dalla polizia fascista. Il volume è stato presentato ieri pomeriggio alla Biblioteca Ariostea. L’incontro è stato aperto dalla lettura – da parte di Anja Rossi, Eugenio Squarcia e Giacomo Marighelli – di alcune lettere di comunisti ferraresi incarcerati, inviate alle famiglie. “Non so quale sia la mia sorte”, “Non desidero che ritornare presto”, sono alcune citazioni tratte dalle missive lette, di Gino Bovi e Otello Putinati. E’ proprio quest’ultimo a scrivere una frase emblematica del terrore di quegli anni: “Da un giorno all’altro ti prendono e ti portano via, senza che tu abbia il tempo di parlare”. Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto di Storia Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione “Ferruccio Parri”, ha chiarito come “per il fascismo la violenza non fosse uno strumento, ma un fine, la sua parte strutturale”, e come il fascismo e il nazismo fossero, a differenza del comunismo, per loro natura totalitari”. Il libro ha il merito di restituirci un’idea di comunismo come “unica via possibile di protesta sociale” e come “ridefinizione del rapporto tra le masse e l’attesa positiva del futuro”. Delfina Tromboni, direttrice del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, ha ripreso una definizione di Daniele Civolani, presidente provinciale ANPI, secondo il quale le donne sono state “la logistica, il perno della Resistenza al fascismo”. La Tromboni ha evidenziato l’apporto delle donne in ruoli delicati perché “meno sospettabili”, per la fuga forzata di molti uomini, ma soprattutto perché più “attente alla cura dell’organizzazione di gruppi di persone diverse”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 4 aprile 2013