
Lorenzo Montanari mentre mostra alcune sue creazioni
«Ho disegnato tute e borse per la Nazionale di calcio di Italia ’90, oltre ad alcune maglie di Americanino e Guess». Lorenzo Montanari, pittore ed ex insegnante in vari Licei artistici, è una persona riservata, poco propensa a parlare di sé. Proprio nel periodo di euforia generale per gli Europei francesi di calcio, ci racconta però quando diede il proprio contributo alla Nazionale, per i mitici Mondiali del 1990.
«Un mio amico, Lele Modonesi, aveva un negozio di sport ed era quindi in contatto con diversi rappresentanti», ci racconta Montanari. «Venne in contatto anche con l’azienda Diadora, che mi chiese di disegnare alcuni zaini, tute e borse ufficiali che i giocatori della Nazionale di calcio indossarono e usarono in occasione di Italia ’90». Diadora, azienda nata a Caerano S. Marco (Tv), dal 1986 al 1994 è stata, infatti, fornitrice ufficiale della Nazionale italiana. «Non pagavano benissimo, i tempi erano spesso stretti, e spesso mi toccava fare avanti e indietro a Caerano per consegnare il lavoro». Ma per Montanari, grande appassionato di calcio, fu senz’altro un’esperienza esaltante.
Montanari è in pensione da ormai tre anni, dopo più di 40 anni di insegnamento prima al Liceo Artistico di Venezia, poi in quello di Castel Massa e infine in quello di Rovigo. La sua esperienza di grafico nasce, invece, nei primi anni ’70 quando lavora prima per il Comune di Ferrara, poi per pochi mesi nella Coop Studio. «Un giorno un mio studente, che lavorava per Americanino, mi chiese di provare a disegnare la grafica per una maglietta», ci racconta. Da lì inizia la sua collaborazione con l’azienda nata alla fine degli anni ’70 a Cavarzere (Ve) grazie ad Adolfo “Tato” Bardelle, e diventato marchio di culto lungo tutti gli anni ’80. Oltre che per lo storico marchio con i due volti di pellerossa, Montanari disegnò anche decine di magliette per brand collegati, quali Kinghino, Frank Scozzese, Forza 12, Avirex e Outsider. «Alcune maglie – ci spiega Montanari – mi chiesero di farle ispirate alle silhouette di Keith Haring o a disegni di Andy Warhol, oppure per Kinghino mi chiesero grafiche legate al rafting». Legato alla grafica è anche l’uso dei primi personal computer quali il Vic-20, l’Amiga 500 e l’Amiga 2000. «Poi negli anni ’90 disegnai anche maglie per la californiana Guess. Una volta mi pagarono, per un solo disegno, ben 12 milioni di lire».
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 20 giugno 2016