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«Prima avevo un vuoto incolmabile, ora trasmetto la mia fede con l’arte»

15 Giu

Qui la mia recensione della mostra di Cinquino a Idearte.

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Claudio Centin (Cinquino) insieme a Vasco Rossi e la sua opera “Ricordi” a lui dedicata

Fino a sabato 18 giugno è possibile visitare la mostra “Quando l’arte si rifiuta” di Claudio Centin, detto “Cinquino”, nell’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara.

Ma chi è Cinquino? Per vent’anni è stato un importante progettista e designer nell’ambito artistico-artigianale della moda e degli accessori per rock star. Alcune sue creazioni sono state indossate da artisti come Vasco Rossi, Ligabue, Renato Zero, Zucchero, Axl Rose, Sting, Bob Geldof. Nel 2002 decide di abbandonare il mondo della moda rock per dedicarsi all’attività di scultore, realizzando opere appartenenti alla corrente “Gospel Art”, per le quali utilizza materiali di recupero.

Come ha raccontato,«ad un certo punto della mia vita, che per certi versi poteva apparire invidiabile, ho deciso di lasciare quel tanto aspirato traguardo, perché, nonostante quello che potevo sembrare, dentro di me c’era un vuoto che nessun tipo di “bella vita” poteva colmare». Una presa di coscienza difficile, per nulla scontata: «quando ti guardi dentro, lì non c’è finzione o fuga, sì perché in quell’ambiente spesso si scappa dalla realtà o dalla delusione o meglio ancora dall’amarezza che quel “sogno” ti dà», racconta Centin.

«A un certo punto ho invocato l’intervento di Dio e ho cominciato a leggere e poi conseguentemente a studiare la Bibbia. La mia prima mostra, non a caso, l’ho voluta intitolare “Fatiche, lacrime e vittoria”», prosegue l’artista, che ora fa parte della Chiesa Evangelica. La spiegazione non lascia spazio al dubbio: «Fatiche per raggiungere quello che ho raggiunto, lacrime perché è il prezzo da pagare, e, paradossalmente anche per lasciare, nonostante a decisione già fatta, si, ci sono volute fatiche e lacrime anche per lasciare ma poi la vittoria, la vittoria nell’aver trovato il senso della vita. Ora, posso tranquillamente affermare che ho in cuore tanti, tanti, bei ricordi, ma nessun tipo di pentimento per la scelta fatta, ora il mio obiettivo è cercare di trasmettere la mia esperienza di fede con l’arte».

Andrea Musacci

 

 

 

 

 

 

 

“Like a Butterfly”: la vita tra sogni effimeri e incubi reali

15 Giu
Ed-WillTra i film presentati in anteprima nazionale al recente Ferrara Film Festival (01-05 giugno 2016) c’èra anche Like a Butterfly, film breve (27′) prodotto dallo stesso regista Eitan Pitigliani (romano classe 1986, che ho avuto la fortuna di conoscere durante il Festival ferrarese), Falcon Productions, in collaborazione con Rai Cinema. Il film ha fatto la prima mondiale al 21st Palm Beach International Film Festival a fine marzo scorso.
Nel cast il pluripremiato ai Golden Globe Ed Asner (Radici, Mary Tyler Moore, Lou Grant, voce protagonista in Up, Papa Giovanni XXIII), Will Rothhaar (Killing Kennedy), Cindy Pickett (Una pazza giornata di vacanza), Brad Greenquist (The Mentalist), Rita Raider e Michael G. London.
La durata ridotta della pellicola permette al regista di delineare i contorni della storia con poche pennellate, rendendo particolarmente intenso il quadro esistenziale al centro della narrazione. Nicholas Slater (Will Rothaar) è un giovane aspirante attore  di Los Angeles, il cui sguardo triste denuncia una disillusione profonda verso la vita.
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Eitan Pitigliani

Recatosi in ospedale per controlli a causa di una persistente tosse, Nicholas vivrà in sogno il rapporto con un attore anziano ricoverato, Joe Gillis (Ed Asner), alcolista e solo. La presa di coscienza della propria malattia (esistenziale, non fisica), quindi del senso del limite e della riscoperta degli aspetti essenziali , farà “risvegliare” Nicholas dal torpore effimero della propria esistenza passata.

“La tua vita dev’essere un sogno, no?”, le chiede un’infermiera dopo aver saputo della sua professione attoriale. Nicholas sa che non è così, ma la svolta sarà rappresentata dall’incontro con quel sè stesso futuro, disilluso e mendicante di rapporti umani autentici, che è Joe. “Il successo rovina tutto”, gli dice quest’ultimo, altro che sogno…Il monito, dunque, è colto, il finale schiarisce e rinfranca, l’insegnamento è da tenere sempre a mente.
Andrea Musacci

Giovani attori crescono con l’aiuto del CPA

15 Giu

Logo-CPA-con-scritta-piccoloIeri pomeriggio si è svolta la festa dei diplomi del Centro Preformazione Attoriale, scuola che prepara aspiranti attori per le audizioni delle più importanti scuole di recitazione nazionali ed europee. La cerimonia di consegna dei diplomi, svoltasi nella sede in via Arianuova, 128, ha visto la presenza dell’Assessore alla Cultura Massimo Maisto, di Massimo Malucelli, Responsabile artistico CPA, e di Stefano Muroni, Direttore Artistico CPA. Sono stati consegnati dieci diplomi e sette “attestati MasterClass”. Il programma della giornata ha visto anche la visione dei monologhi in inglese degli allievi della MasterClass (terzo anno) e la visione del cortometraggio realizzato dagli allievi del secondo anno, che andrà alla prossima edizione del Giffoni Film Festival, in programma dal 15 al 24 luglio prossimi, e col quale il CPA è gemellato.

ll CPA nasce quasi tre anni fa da un’idea di Muroni, il quale ha coinvolto Malucelli, suo ex insegnante, in questo progetto rivolto ad adolescenti tra i 14 e i 20 anni. Numerosi i corsi: recitazione, recitazione in inglese, canto, danza e sceneggiatura. Nel 2015-2016 sono state 25 le richieste per 20 posti disponibili, per i corsi che si sono svolti da ottobre a giugno.

«Il CPA serve perché il loro talento possa comprendere qual è il terreno più fertile dove esprimersi», ha spiegato Malucelli. Per realizzare ciò « vogliamo lanciare anche un nuovo progetto, vale a dire un “Teatro degli adolescenti per gli adolescenti”». Inoltre, proprio a partire da quest’anno è stato inserito, oltre ai due classici, il terzo anno, che, ha proseguito Malucelli, «vedrà la realizzazione di uno spettacolo e la formazione di una compagnia».

Muroni invece ha annunciato la prossima apertura di una nuova sede del CPA a Viterbo, e il gemellaggio con la scuola ERAC di Cannes.

Questi i nomi dei giovani premiati. Per quanto riguarda il Diploma del secondo anno: Camilla Gamberoni, Cristina Bors, Roberto Galleran, Alice Franchini, Maria Vittoria Borghetti, Marta Mantovani, Chiara Cecchi, Cecilia Provenziani, Bianca Nagliati, Maria Giulia Conti. Infine per il Master del terzo anno, questi i nomi: Fabio Baroni, Pietro Bovi, Valentina Sisini, Beatrice Lotti, Lilia Merculova, Francesco Bianchini e Samuele Fabbri.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 15 giugno 2016

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