
Abbiamo incontrato i quattro missionari provenienti da Parauapebas, per tre mesi presenti tra il bondenese e Ferrara grazie a don Roberto Sibani: ecco come svolgono il loro servizio, tra visite alle famiglie e Mercatino solidale a San Paolo
di Andrea Musacci
Sabato 8 novembre alle ore 18 nel centro di Ferrara avrà luogo una Celebrazione Eucaristica particolare: nel Chiostro grande di San Paolo (con, per l’occasione, ingresso da via Boccaleone, 13), vi sarà infatti una Santa Messa interamente in lingua portoghese. Questa Messa verrà celebrata nell’area del “Mercatino della Fantasia” (giunto alla 26esima edizione), presente fino al 17 novembre per finanziare il 72° Progetto per Parauapebas, in Brasile: per la precisione, si tratta di aiutare il finanziamento del Centro Comunitario Parrocchiale “Lorena Lima”, un Centro educativo per la nonviolenza. Promotore della Messa, del Mercatino e del progetto solidale “Cammino di Fraternità” (che compie 30 anni) è don Roberto Sibani, parroco di Pilastri e Burana. Il Mercatino è aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle 18 (domenica e festivi dalle 14.30 alle 18). Al Mercatino don Sibani è aiutato da diversi volontari, fra cui i quattro nuovi giovani missionari, arrivati a Pilastri da Parauapebas lo scorso 10 settembre e che rimarranno nella nostra Diocesi fino al 6 dicembre: Renan Furtado de Sousa, 33 anni; Milena Silva Souza, 21 anni; Viviane de Sousa, 32 anni; Dhayllana Alícia, 22 anni. Prima di presentarveli e di raccontarvi la chiacchierata che abbiamo avuto con loro, vi ricordiamo che anche quest’estate don Sibani è stato a Parauapebas per il suo annuale periodo missionario. Un momento particolarmente significativo si è svolto il 7 agosto nel Plenarinho della Camera Municipale di Parauapebas, con la cerimonia solenne per consegnare a don Sibani il titolo di Cittadino Onorario di Parauapebas.
CHI SONO I NUOVI MISSIONARI
Renan Furtado de Sousa ha 33 anni, è nato a Osasco – San Paolo, e all’età di 11 anni si è trasferito con la famiglia a Parauapebas, dove vive ancora oggi con la madre e la sorella. Ha anche un fratello, Diego. «Ho iniziato a servire nella Chiesa a 8 anni come chierichetto – ci spiega -, ruolo che ho svolto fino al raggiungimento della maggiore età. In seguito sono stato catechista per i gruppi della Prima Comunione e della Cresima, coordinatore dei chierichetti, e ho fatto parte del coordinamento dei gruppi giovanili Segue-me (Seguimi, per 20-30enni) e Escalada (Scalata, per età 12-16 anni). Attualmente faccio parte della parrocchia di San Sebastiano, dove sono coordinatore della Pastorale della Comunicazione e canto durante la Messa. Infatti, a un certo punto del mio percorso, ho scoperto di avere il dono di poter lodare Dio anche attraverso il canto. E canto anche professionalmente in cerimonie religiose come matrimoni, battesimi. Prima di venire in missione in Italia – prosegue -, ho lavorato come assistente in un centro che si prende cura di persone con disabilità, e sto concludendo il corso di Educazione Fisica e presto sarò insegnante nell’area. Ho già partecipato a questa missione nella vostra Diocesi nel 2016, insieme a Fabiana, Jordânia e Andreia».
Milena Silva Souza, 21 anni, nata a Goianésia do Pará, vive a Parauapebas e frequenta la parrocchia di San Francesco d’Assisi, nella Diocesi di Marabá. «Sono aspirante alla vita religiosa nella congregazione delle Figlie della Divina Carità», ci racconta: «è un periodo che dura due anni, ho iniziato nel febbraio 2024; e nella mia comunità religiosa viviamo in quattro: suor Joseana, suor Ana Maria, suor Salete e io. Le ho conosciute tramite un incontro vocazionale alla quale ero stata invitata e che per me è stato decisivo. Mia madre è cattolica, mentre mio padre è evangelico, e ho due sorelle. In parrocchia canto, suono la chitarra, faccio parte del coordinamento parrocchiale della pastorale giovanile e frequento anche il corso di teologia pastorale. Ho iniziato a fare la catechista all’età di 15 anni. Durante la settimana partecipo agli studi interni di formazione religiosa e seguo le lezioni di musica: ho imparato a suonare la chitarra durante il lockdown nella pandemia da Covid, tramite alcuni corsi su You Tube». Altro momento per lei importante nel suo cammino è stato, nel 2024, «la partecipazione a una settimana missionaria di giovani (eravamo circa 250) in Amazzonia, andando in diverse parrocchie e a trovare le persone e le famiglie nelle loro case».
Viviane de Sousa, 33 anni, originaria di Breu Branco, nello stato del Pará, vive a Parauapebas col fratello la sorella la nipote e suo figlio adottivo Zac Manuel. «Vengo da una famiglia cattolica, ma sono cresciuta in un’altra famiglia che mi fece frequentare la Chiesa avventista del settimo giorno. Poi a 11 anni sono tornata nella Chiesa Cattolica, ma frequentando raramente e con poca convinzione: solo all’età di 25 anni ho fatto la prima comunione e la cresima, e ho seguito il corso vocazionale col gruppo Seguimi (v. sopra, ndr), di cui faccio ancora parte. Il mio cammino di fede – ci spiega – continua e cresce ogni giorno e anche questa missione è una tappa importante di questo percorso e al tempo stesso una conferma del fatto che ho intrapreso la giusta strada. So che questa missione sarà un tempo di grande apprendimento, rafforzamento della fede e crescita spirituale. Con gioia, metto la mia vita al servizio del Vangelo, confidando che Dio continuerà a guidare ogni passo di questo cammino».
Dhayllana Alícia, 22 anni, originaria della città di São Pedro da Água Branca (MA), vive a Parauapebas con la madre e il fratello. «Faccio parte della Comunità San Benedetto, della Parrocchia di Cristo Re, dove svolgo diversi servizi pastorali: sono Coordinatrice della Pastorale Giovanile e dei chierichetti; membro dell’équipe liturgica, soprattutto come lettrice; membro della Pastorale della Comunicazione, con attività nella radio parrocchiale; vice-coordinatrice del Consiglio della Comunità. Per me, servire nella Chiesa è una missione di vita, un gesto profondo di amore verso Dio e il prossimo. Sono molto felice di partecipare a questa missione in Italia, dove sto conoscendo da vicino la realtà delle parrocchie e del popolo che cammina insieme a don Roberto».
LA MISSIONE NEL BONDENESE
A Pilastri e Burana, infatti, i quattro missionari fanno animazione nelle Messe, hanno guidato le serate spirituali in occasione della festa di San Matteo Apostolo, patrono di Pilastri (15-19 settembre): «in queste cinque serate – dividendo Pilastri in cinque zone, ci spiega don Sibani – è stata fatta l’esposizione Eucaristica, i quattro missionari sono andati casa per casa per annunciare l’arrivo di Gesù e invitare all’Adorazione eucaristica e alla preghiera la sera, ogni volta accolti in un luogo diverso. «Questi stessi incontri preliminari di invito – ci spiegano i quattro brasiliani -, ci han permesso di entrare nelle case di molte persone, e quindi di poter conoscere famiglie, anziani, persone malate». A Vigarano Mainarda, Vigarano Pieve e Salvatonica i missionari hanno incontrato i bimbi del catechismo. Le domeniche 9 e 16 novembre saranno, invece, nella zona di Bondeno, mentre la scorsa Giornata Missionaria Mondiale (19 ottobre) sono stati a Gavello e Scortichino e lo scorso 14 ottobre hanno animato la Veglia missionaria nella chiesa di Pilastri per le quattro parrocchie dell’UP “Madonna Pellegrina”. E ancora, sono in programma “I giorni della fraternità” con le famiglie di origine marocchina a Burana e a Pilastri: don Roberto, accompagnato dai quattro missionari, farà visita a ognuna di queste famiglie nei seguenti giorni: 27, 28, 29 novembre; 1, 2, 3 dicembre.
RIFLESSIONI SU FEDE E CHIESA
«Qui nel Ferrarese e più in generale in Italia a livello di fede la realtà è molto diversa rispetto al Brasile», riflette con “la Voce” Renan: «mi dà tristezza vedere che tanti giovani non vanno in chiesa e non partecipano alla vita delle comunità ecclesiali». Non è certo da oggi – infatti – che siamo diventati terra di missione… «In Brasile, però – prosegue – la Chiesa evangelica è in continua crescita: se dovessimo interrompere la missione fra la nostra gente, fra qualche anno ci ritroveremmo in Brasile con le chiese vuote…». «Io però – ci spiega Viviane – ho conosciuto alcuni giovani che dopo un cammino personale e comunitario, da evangelici sono diventati cattolici». «La forma di predicazione degli evangelici è più attraente, organizzano più iniziative in particolare per i giovani, come la discoteca», riprende Renan. «Noi cattolici non dovremmo fare questo ma organizzare più ritiri e più incontri spirituali per attirare i giovani, momenti nei quali poter unire la predicazione, la preghiera e la formazione sulle fondamenta della nostra fede e della nostra Chiesa». Una sfida enorme, che interpella anche noi qui in Italia.
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 7 novembre 2025
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