
Continua la nostra ricerca su Haim Issak Bassan, primo studente israeliano nell’Ateneo ferrarese, iscritto dal 1956 al 1960. Abbiamo raccolto le testimonianze di Cesare Finzi, Daniela Anau e Roberta Anau: ricordi non solo di Haim ma della vita dei giovani ebrei nella Ferrara di quegli anni. Una Comunità accogliente, quella ebraica: diversi giovani ungheresi in fuga dai carrarmati sovietici trovarono asilo nell’ex ghetto
[Qui potete trovare la prima parte del mio servizio su Haim Bassan]
«Haim era un mio caro amico, veniva spesso anche a mangiare a casa nostra». A parlare a “La Voce” è Cesare Finzi, nato nel 1930 a Ferrara, cardiologo in pensione, faentino d’adozione.
Su “La Voce” dello scorso 27 novembre avevamo raccontato in esclusiva la storia di Haim Issak Bassan, nato nel’21 in Bulgaria, poi trasferitosi a Tel Aviv, primo studente israeliano nell’Ateneo ferrarese – dal 1956 al 1960 – e “animatore” in questi anni della comunità ebraica ferrarese. Un impegno che arrivò fino all’ambasciata israeliana a Roma e lo portò in giro in varie Comunità italiane.
In seguito alla pubblicazione di questo articolo, ho raccolto alcune testimonianze di persone che tra il ’56 e il ’60 ebbero modo di frequentare Haim a Ferrara. Tra questi, appunto, Cesare Finzi, figlio di Enzo, proprietario della “Profumeria Finzi” di via Mazzini. La sua storia è nota nella nostra città: scampò ai rastrellamenti fascisti insieme ad alcuni suoi famigliari, ma diversi suoi parenti persero la vita nei campi di concentramento. Dopo il ’45 si iscrisse al Liceo scientifico per poi laurearsi in Medicina.
«Io e Haim ci vedevamo spesso, era una persona aperta, simpatica. Gli compravo i francobolli nuovi di Israele, che i suoi gli mandavano da Tel Aviv», soldi che poi lui spediva per aiutare la sua patria. «A Ferrara, lo ricordo, visse in via Vittoria insieme ad altri studenti israeliani. Negli anni ’80 andai anche a trovarlo a Tel Aviv, dove gestiva una farmacia».
Chi ci regala una testimonianza su Haim Bassan sono anche le sorelle Daniela e Roberta Anau, residenti da tanti anni la prima a Ivrea, la seconda a Lessolo, sempre vicino Torino, di padre ferrarese e madre piemontese, ma fino ai primi anni ’60 residenti a Ferrara. «A fine anni ’50 eravamo una decina di giovani frequentanti la comunità ebraica ferrarese», ci racconta Daniela Anau, classe ’43, «tra cui noi due, i tre Ottolenghi, Guido Fink e Haim Bassan. E ricordo che oltre ad Haim partecipavano alle nostre attività altri studenti israeliani iscritti all’Università di Ferrara e a quella di Bologna. Ci trovavamo una volta alla settimana, e se per qualche motivo una settimana non riuscivamo a vederci, era un gran dispiacere». Le attività consistevano in balli, feste o più semplicemente il far due chiacchiere e il giocare a biliardo. «Mio padre spesso il venerdì o il sabato sera invitava Haim a cena a casa nostra».
È la sorella Roberta Anau, classe ’47 a “rivelarci” come Daniela, allora adolescente, «si infatuò» di Haim. «Quel che ricordo – ci racconta poi Roberta – è che nel ’56 dall’Ungheria invasa dai sovietici fuggirono alcuni giovani ebrei trovando rifugio nella nostra Comunità ferrarese». Comunità che «diede loro alcuni appartamenti dell’ex ghetto rimasti liberi. Varie famiglie li ospitavano spesso a pranzo o a cena. Alcuni di loro credo che successivamente siano andati a vivere in Israele».
Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” dell’11 dicembre 2020