Tag Archives: Riccardo Bizzarri

Una folla per salutare Silvana: «sarai sempre una di noi»

8 Dic
Il saluto del marito Pino

Masi Torello, chiesa gremita e tredici fra sacerdoti e diaconi per l’addio alla scultrice Grilanda. La promessa del Sindaco: «Le opere che ci ha lasciato verranno onorate»

Un’intera comunità, quella masese, e una grande famiglia, quella dell’Arcidiocesi, ieri pomeriggio hanno dato l’estremo saluto a una figlia affezionata. La chiesa di Masi Torello era gremita per i funerali di Alberta Silvana Grilanda, scultrice e artista poliedrica, membro del coro parrocchiale “Ruah”, per tanti anni impegnata nelle più disparate iniziative artistiche, culturali e religiose in paese e a Ferrara, deceduta all’improvviso lo scorso giovedì a 68 anni.

Alberta Silvana Grilanda

«Silvana non è morta di vecchiaia ma per le sofferenze interiori», lei donna sensibile «sempre vicina ai dolori e alle povertà delle persone», ha riflettuto nell’omelia il parroco e amico don Giuseppe Crepaldi che ha celebrato insieme ad altri 12 fra diaconi e sacerdoti, tra cui il Vicario generale mons. Massimo Manservigi. «Era impegnata nella famiglia e aveva una grande fede, il suo volto era sempre gioioso, mi era stata molto vicina anche quando ero stato operato di cataratta». Con commozione don Crepaldi alla fine della cerimonia ha confidato: «mia è la gioia e insieme il pianto: pianto per un dispiacere così grande, gioia nel vedere così tanta solidarietà. Grazie, sarai sempre una di noi».

«Oggi sono qui soprattutto come “Riccardo”: così Silvana mi ha sempre chiamato, fin dai primi giorni da Sindaco nel 2014», ha ricordato il primo cittadino Riccardo Bizzarri. «Era intelligente, colta, intuitiva». E affidabile: «ogni volta che le veniva assegnato un incarico, ero sicuro che ne sarebbe uscito un capolavoro. Faccio una promessa – ha proseguito -: «le opere che ci ha lasciato verranno onorate, saranno la testimonianza della sua persona e un omaggio a lei. La sua morte lascia un grande vuoto in me e nella nostra comunità».

Un vuoto riempito almeno in parte dall’enorme affetto per Grilanda, per il marito Pino e il figlio Michele. Una forte riconoscenza espressa, ad esempio, nelle parole pronunciate da Renato Veronesi del Gruppo Scrittori Ferraresi, nella presenza dell’AVIS col presidente comunale di Ferrara Sergio Mazzini e di una rappresentanza della sezione locale, dell’Azione Cattolica e del gruppo diocesano dei “Genitori in cammino”, a cui Grilanda e il marito si sono uniti dopo la morte prematura del figlio Antonio nel 2004.

«Ci hai lasciato così, Silvana – è stato l’ultimo saluto del marito -, con un dolore talmente grande da essere oltre ogni immaginazione. Ma la fede ci sostiene».

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Nuova Ferrara” l’8 dicembre 2021

Il saluto del Sindaco

«Cambiate voi stessi per cambiare il mondo»: Pepe Mujica a Ferrara

10 Nov

Jose Pepe Mujica ieri a Economia: non fatevi derubare dal consumismo. La vera felicità si trova soltanto negli affetti, non nelle cose inanimate

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Pepe Mujica a Ferrara

«Non fatevi derubare il tempo e il futuro dal consumismo, dalla nuova religione del mercato. Le relazioni, gli affetti, l’amore: sta qui la felicità, non nei meccanismi di produzione e consumo di una società alienante».

Ha dimostrato di essere un uragano mite Josè“Pepe” Mujica, Senatore, ex Presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, ieri pomeriggio alla Facoltà di Economia di Ferrara, in via Voltapaletto, per l’incontro dal titolo “Economia e società. Il tempo della vita non va sprecato”.

Una personalità vulcanica, ma con la capacità di non andare mai sopra le righe, di saper dosare utopia e realismo. A Ferrara dopo le tappe di lunedì nei Licei Ariosto e Roiti è tornato ieri, e non ha deluso le attese dei tantissimi – soprattutto giovani – accorsi per ascoltarlo. Perché Mujica è più di uno statista, è una delle poche personalità che oggi riescono a coniugare la politica con un’idealità forte, a prospettare una rivoluzione umanistica credibile.

Durante l’incontro di ieri, dopo i saluti della Direttrice del Dipartimento di Economia e Management Simonetta Renga, del Sindaco di Masi Torello Riccardo Bizzarri, ha introdotto il prof. Giangi Franz. “Amigos, Jóvenes…” sono state le prime parole di Mujica: da una delle aule vicine dotate di schermo per la diretta streaming, vi è stata un’ovazione poi propagagatasi in Aula Magna. «Sono come i Rolling stones – ha proseguito Mujica – : sono vecchio e attraggo i giovani».

Com’è nella sua visione, Mujica fonde tra loro vita, politica, economia ed etica. «Voi studenti siete i futuri lavoratori, e lavorerete in modo diverso, sarete più specializzati. Lo sviluppo tecnologico, però, ha anche punti deboli, la sempre maggiore robotizzazione ruba posti di lavoro». Non vi sono illusioni nelle sue parole: «Il progresso è ambivalente, ha prodotto anche momenti tragici come i tanti morti sul lavoro. La storia ha sempre due facce, una sognatrice e solidale, l’altra più conservatrice. Quest’ultima ha il rischio di essere fascistoide, la prima di ridursi a infantilismo. La storia è un pendolo continuo tra queste due, non si raggiungerà mai una società perfetta, perché la natura umana ha i suoi limiti».

Non manca l’autocritica alla propria generazione, alla propria parte politica intrisa di materialismo storico: «ci siamo illusi che cambiando il sistema di produzione avremmo cambiato l’uomo, sottovalutando l’aspetto cultuIrale». La cultura, invece, è essenziale, e bisogna combattere contro quella del capitalismo, che è «massiva e occulta, è il consumismo, con le sue trappole, le sue sempre nuove necessità che induce».

La visione di Mujica, al contrario, si fonda sull’idea aristotelica dell’ “uomo come animale politico”, che «hanno la necessità di vivere insieme in società, di aiutarsi reciprocamente. La mia definizione di civiltà si fonda proprio sulla solidarietà intergenerazionale».

Nel finale il discorso, com’è inevitabile, si è spostato sulle elezioni statunitensi che hanno visto il trionfo di Donald Trump. «La borghesia contemporanea ha come unico valore quello della speculazione lobbista: le maggiori vittime di questo sistema sono nella classe media, ed è proprio questa che ha permesso a Trump di vincere. La middle class, però – ha proseguito – sbaglia se incolpa gli immigrati, e non vede il problema nella concentrazione in pochissime mani della ricchezza. La risposta non è nemmeno, come nel caso del Regno Unito (che ha scelto la Brexit, ndr), nel rifugiarsi nell’ipernazionalismo, che crea solo conflitti». In conclusione, il messaggio è positivo: «lottate per cambiare il mondo, ma prima dovete cambiare voi stessi. La vita è il maggior dono che possiamo avere, cerchiamo la felicità negli affetti, non in oggetti inermi».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 10 novembre 2016

Alla Louise la rabbia delle operaie

14 Apr

Masi San Giacomo, ieri mattina la manifestazione delle lavoratrici

[Qui la mia galleria fotografica sul sito de la Nuova Ferrara]

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Le operaie durante la protesta

È il grido “vergogna!” a spezzare a un certo punto la calma apparente del presidio a Masi San Giacomo, davanti alla sede della Louise confezioni, l’azienda diretta da Alessandra Zanella in via Tasso. Protagoniste del sit in di ieri mattina sono state ventidue donne (alcune di loro con figli a carico, altre col marito disoccupato), dall’aprile scorso fino a due giorni fa in Cassa Integrazione Straordinaria, e ora senza nemmeno più quella. Ventidue lavoratrici da settembre 2014 senza stipendio e che, per ora, non possono usufruire degli ammortizzatori sociali (mobilità, disoccupazione), in quanto l’azienda non ha ancora dichiarato il fallimento.

Il presidio iniziato alle 8 ha visto una cinquantina di persone presenti: oltre alle lavoratrici (residenti anche a Ferrara, Argenta e Gambulaga), alcuni abitanti di Masi, il Sindaco Riccardo Bizzarri, la vicesindaco Serena Poltronieri e alcuni rappresentanti di altre categorie della CGIL. Poi, alle 11.30 le lavoratrici insieme a Marco Corazzari, sindacalista della Filctem CGIL, si sono recate all’Ispettorato del Lavoro. «Siamo qui – ha spiegato Corazzari – per dimostrare ancora la nostra disponibilità a riprendere l’occupazione, ma registriamo che l’azienda continua nella sua chiusura. In passato avevamo anche proposto una riconversione produttiva».

«Vogliamo rispetto», è l’elementare richiesta di queste donne. «Oltre a non poter accedere agli ammortizzatori – ci spiegano – finché non ci licenziano non possiamo nemmeno cercare un altro lavoro, se non in nero». Alcune di loro hanno lavorato in Louise anche 15/20 anni. «Lo stipendio – ci raccontano – era poco più di 1.100 euro, poi si è ridotto, prima dell’80%, poi del 50%, pagandoci sempre in ritardo, fino a settembre 2014 quando hanno iniziato a non pagarci più».

«Da tempo – proseguono – la proprietaria ci diceva che erano in crisi, ma ci assicurava che tutto si sarebbe risolto. Col tempo però abbiamo capito che ci prendevano in giro. Fino a maggio scorso ci hanno fatto finire il lavoro, pulire e sgomberare tutto, senza pagarci. Ci hanno sfruttato fino all’ultimo».

Il 19 aprile è prevista l’udienza fallimentare. Se, com’è inevitabile, verrà dichiarato il fallimento, le dipendenti – che aspettano dalle sei alle nove mensilità di arretrati – potranno recuperarne fino a tre grazie al Fondo di Garanzia dell’INPS. Arrabbiato e amareggiato è anche il Sindaco Bizzarri: «L’azienda è fuggita, pensando così di risolvere il problema, ma si sbaglia». Le ventidue donne si avvicinano al tavolino del presidio per sottoscrivere una lettera nella quale si intima l’azienda di permetter loro di svolgere il lavoro per il quale sono state assunte con contratto a tempo indeterminato. E ora chiedono ciò che gli spetta.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 14 aprile 2016

Caso Carife, la rabbia e la delusione dei risparmiatori di Masi Torello

21 Dic
  • pubblico assemblea 2Qui l’articolo, curato da me e Veronica Capucci, sull’assemblea pubblica svoltasi sabato 19 dicembre a Masi Torello, e organizzata dall’Amministrazione Comunale. Presenti un dirigente Carife, diversi rappresentanti di associazioni di consumatori e soprattutto un centinaio di azionisti e obbligazionisti che hanno perso i loro risparmi.
  • Qui invece la testimonianza, da me raccolta, di un pensionato di Masi Torello che ha creduto alla buona fede di quella che considerava la sua banca.

    risparmiatore dal pubblico

    Uno degli interventi dal pubblico

Andrea Musacci

 

Domani sera a Masi Torello incontro pubblico sui danni da grandine

14 Ott

masi torello-bperUn incontro aperto al pubblico per confrontarsi sulle soluzioni per i gravi danni conseguenti alla grandinata straordinaria dello scorso 5 settembre.

Giovedì alle 21 nella Sala Consiliare del Municipio di Masi Torello, in Piazza C. Toschi, avrà luogo la presentazione del progetto di finanziamenti agevolati per gli imprenditori agricoli del territorio. L’incontro è organizzato dal Comune di Masi Torello e dalla Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (ex Banca Popolare di Ravenna), che ha già avviato il piano di aiuti agli agricoltori in difficoltà. Il piano prevede finanziamenti con tasso fisso all’1%, fino a 24 mesi, e con tetto massimo di 150.000 €, di cui un terzo può essere richiesto solo per il ripristino della liquidità. Gli interessati possono farne richiesta fino al 30 novembre prossimo. Inoltre, BPER ha messo sul tavolo anche la possibilità di sottoscrivere polizze multirischi. L’idea è nata, nei giorni successivi alla grandinata, da Enrico Pambianchi e Enrico Tassinati, due assicuratori masesi. All’incontro saranno presenti Riccardo Cristofori, Responsabile BPER della zona, Paolo Gallerani, Responsabile Agricoltura Bper e Paolo Manfredini, Direttore della filiale locale.

Andrea Musacci

Pubblicato (in forma ridotta) su la Nuova Ferrara il 14 ottobre 2015

Un finanziamento contro la grandine

10 Ott

Masi Torello, l’accordo con la BPER illustrato dal sindaco. 

Giovedì prossimo assemblea con gli imprenditori agricoli

masi torello-bperUn pomeriggio infernale, quello dello scorso 5 settembre. Una grandinata talmente forte da assumere quasi i caratteri di una calamità naturale. I Comuni della Provincia, però, hanno deciso di non abbattersi e di aiutare i produttori agricoli colpiti. Fra questi vi è Masi Torello, il cui sindaco, Riccardo Bizzarri, ha convocato per ieri mattina una conferenza stampa per illustrare l’accordo tra Comune, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (BPER) e agricoltori.

Un accordo vantaggioso, che potrà dare ossigeno alle tante aziende ortofrutticole colpite. Queste le caratteristiche: finanziamenti con tasso fisso all’1%, fino a 24 mesi, e con tetto massimo di 150.000 €, di cui un terzo può essere richiesto solo per il ripristino della liquidità. Gli interessati possono farne richiesta fino al 30 novembre. Inoltre, BPER ha messo sul tavolo anche la possibilità di sottoscrivere polizze multirischi.

L’idea è nata, nei giorni successivi alla grandinata, da Enrico Pambianchi e Enrico Tassinati, due assicuratori di Masi Torello. Riccardo Cristofori, Responsabile BPER della zona, spiega come «abbiamo proposto un prodotto semplice e snello, basta infatti un’autocertificazione per attivarlo. Certo – ha proseguito – risolve un problema momentaneo, ma ci rendiamo disponibili anche per accordi a lungo termine». Hanno dunque preso la parola Paolo Gallerani, Responsabile Agricoltura BPER e Paolo Manfredini, Direttore della filiale locale della BPER. Alla conferenza stampa vi erano anche Sara Landuzzi e Marco Bianconi di Coldiretti.

Infine, per giovedì 15 ottobre alle 21, nella Sala Consiliare del Municipio di Masi Torello, BPER organizza un incontro, aperto agli imprenditori agricoli del territorio, per illustrare il progetto.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 10 ottobre 2015

Davide ha battuto Golia: riaperto l’ufficio postale di Masi San Giacomo

16 Set

Ieri a Masi San Giacomo era palpabile la soddisfazione tra gli utenti. 

Il sindaco Bizzarri: «È una delle soddisfazioni più grandi da quando sono sindaco».

La vicesindaco Serena Poltonieri mentre paga una bolletta ieri all'ufficio postale di Masi San Giacomo

La vicesindaco Serena Poltonieri mentre paga una bolletta ieri all’ufficio postale di Masi San Giacomo

Il giorno tanto atteso è arrivato, la porta dell’ufficio postale di Masi San Giacomo ieri mattina alle 8.20 è stata riaperta. Venerdì scorso, infatti, il TAR dell’Emilia Romagna presieduto da Michele Perrelli, ha inviato al Comune di Masi Torello l’avviso di annullamento del provvedimento di chiusura della piccola filiale, decisa nei mesi scorsi da Poste Italiane. Sono passate nemmeno dodici ore dall’invio del ricorso, tramite l’avv. Gianfranco Berti di Ferrara, alla risposta del Tribunale Amministrativo Regionale.

In quest’ultima, in particolare un passaggio risulta interessante, quello dove si dice chiaramente che “la proroga del servizio [fino alla sentenza del 24 settembre, ndr] […] appare irrilevante rispetto all’equilibrio economico complessivo di Poste Italiane S.p.A.”. Un’obiezione netta, dunque, da parte del TAR, sulla presunta “antieconomicità” della filiale di Masi, non solo per una settimana, ma anche in assoluto.

Proprio qui a Masi abbiamo incontrato la giovane vicesindaco Serena Poltronieri, visibilmente soddisfatta per l’ottimo risultato raggiunto «per questo importante luogo di socialità per il paese, dove oltre il 40% della popolazione è over 65. Venerdì in Municipio abbiamo stappato una bottiglia per la gioia». La Poltronieri ha voluto “festeggiare“ anche venendo a pagare una bolletta qui nelle poste di Masi S. Giacomo.

«La gente – ha proseguito la Poltronieri – non ci credeva tanto, ma ci sperava. Ora è contentissima, tutti hanno tirato un sospiro di sollievo». E alle ore 9 sono già una decina le persone in coda, «immagini commuoventi», dichiara il sindaco Riccardo Bizzarri, leader di questa battaglia. «È una delle soddisfazioni più grandi da quando sono sindaco, soprattutto per i tanti anziani. La questione è umana prima che normativa, oggi sono stato ripagato di tutto dalle persone, dalla loro umanità».

Il sindaco non risparmia anche elogi all’avv. Berti per l’impegno e la serietà, oltre che alla Giunta e a tutti i dipendenti del Comune per il lavoro di gruppo. «Questa esperienza mi ha insegnato che il lavoro collegiale è fondamentale, ma anche che al tempo stesso i sindaci devono tornare a essere guide attive, essere all’altezza dei problemi, non solo figure simboliche».

Ora la speranza è che anche le altre filiali in provincia possano riaprire. A giorni è attesa l’invio del ricorso al TAR per la sede di Montesanto, e dunque l’immediata risposta del Tribunale regionale.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 16 settembre 2015

Poste chiuse 1 / Masi San Giacomo, la porta è bloccata ma c’è chi arriva lo stesso

8 Set

Una signora ieri mattina davanti alle Poste chiuse

Una signora ieri mattina davanti alle Poste chiuse

Nell’ufficio postale di Masi San Giacomo è rimasto appoggiato sul bancone, rivolto verso l’entrata, il cartello con la scritta “aperto”. Sembra uno scherzo, in un ufficio chiuso definitivamente, o almeno fino alla risposta del TAR emiliano-romagnolo al ricorso inoltrato dal combattivo sindaco Riccardo Bizzarri.

Oggi anche il bar distante pochi metri è chiuso. Una signora arriva in macchina, parcheggia a due passi dall’entrata, pronta per fare alcune operazioni postali. Triste è la sorpresa appena la informiamo della chiusura. Per lei, però, a differenza di molti anziani del paese, il problema è relativo: la signora è automunita. Prima di ripartire verso la filiale di Masi Torello ci dice che si «fida poco degli amministratori: i sindaci si sono mossi quando i giochi erano già fatti, solo per far vedere che facevano qualcosa. Qui è un dormitorio, ci mancava solo che chiudessero anche le Poste». Il piccolo ufficio, portato avanti dal sig. Fausto, non residente a Masi San Giacomo, ma molto amato dagli abitanti del paese per la sua disponibilità, era aperto il martedì e il giovedì dalle 8.20 alle 13.45 e il sabato dalle 8.20 alle 12.45. Per ora, chi può, dovrà recarsi a Masi Torello, nella filiale di Poste Italiane situata in P.zza Cesare Toschi, a cinque km di distanza. Questi gli orari dell’ufficio: da lunedì a venerdì dalle 8 alle 13.30, sabato dalle 8 alle 12.30.

Riccardo Bizzarri, sindaco di Masi Torello

Riccardo Bizzarri, sindaco di Masi Torello

Gli uffici postali rappresentano, soprattutto nelle piccole frazioni, un luogo di ritrovo, di socializzazione, una sorta di presidio dello Stato. In particolar modo in piccole frazioni come Masi San Giacomo togliere un luogo come questo significa privare i residenti di un punto di riferimento. Significa farli sentire ancora più isolati, irrilevanti, abbandonati, pedine di un gioco dal quale sono esclusi.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’08 settembre 2015

Poste chiuse, i Comuni non ci stanno

8 Set

Il cartello sulle Poste di Montesanto

Il cartello sulle Poste di Montesanto

I sindaci a Bologna per un incontro all’ANCI, mentre procede l’iter per il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale

Di sicuro per Poste Italiane sarà un finale d’estate decisamente caldo. Fra pochi giorni, infatti, i sei comuni ferraresi coinvolti dalla chiusura di alcune filiali, inoltreranno, tramite l’avv. Gianfranco Berti, il ricorso al TAR per impedire la soppressione degli uffici periferici. La risposta, com’è probabile, arriverà dopo pochi giorni. Poi, per il 24 settembre, è attesa la sentenza definitiva del Tribunale.

L’ormai certa privatizzazione del 40% di Poste Italiane è preceduta, da alcuni anni, dalla chiusura degli uffici frazionali. Il caso di un piccolo paese bolognese, Portonovo, nel comune di Medicina, la cui Amministrazione Comunale lo scorso 4 settembre ha ottenuto, dopo soli pochi giorni dal ricorso, una sospensione della chiusura, fa ben sperare.

Così, mentre ieri i cittadini di Reno Centese, col sindaco Lodi e la consulta, hanno svolto un presidio davanti al loro ufficio postale chiuso, il primo a essere ottimista è Riccardo Bizzarri, sindaco di Masi Torello e portavoce dei comuni ferraresi coinvolti nella vicenda (oltre a Masi, Voghiera, Cento, Lagosanto, Ro e Argenta). L’abbiamo incontrato insieme alla vice sindaco Serena Poltronieri per fare il punto della situazione. Al sindaco chiediamo come mai il ricorso al TAR non sia stato inoltrato già da tempo, per evitare, anche se per pochi giorni, la chiusura delle filiali. «Per avviare l’iter del ricorso dovevo attendere la risposta di Poste Italiane alla mia diffida, che mi è arrivata solo il 28 agosto scorso», ci spiega Bizzarri. «Lunedì 31 ci siamo subito recati dall’avv. Berti per avviare la pratica».

Il presidio di venerdì scorso a Masi San Giacomo

Il presidio di venerdì scorso a Masi San Giacomo

In attesa del responso, i due ripercorrono un po’ la vicenda. Poltronieri ci spiega come «Poste non abbia potenziato la filiale di Masi Torello, nonostante la previsione di una clientela maggiore. In questo modo vi saranno maggiori code agli sportelli, e dunque un disservizio. Inoltre – ci spiega – già a marzo avevamo chiesto a Fulvia Allegretti, responsabile provinciale di Poste Italiane, di mettere almeno uno sportello ATM a Masi S. Giacomo. La risposta era stata positiva, ma da allora non abbiamo più saputo niente». Infine, «ancora lo scorso giugno, Poste ci aveva chiesto il rinnovo, per sei anni, dell’affitto. Tutto ciò è assurdo».

Intanto, oggi, a Bologna è in programma un incontro tra i sindaci coinvolti, l’ANCI e l’avv. Andrea Maltoni. Infine, una proposta da Bizzarri e Poltronieri: «stiamo ragionando con l’AUSER locale su un servizio navetta verso Masi San Giacomo, anche per sopperire alla scarsità del trasporto pubblico».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’08 settembre 2015

«Le Poste non devono chiudere»

5 Set

Masi San Giacomo, il sindaco con la gente: ho scritto al premier Renzi e al presidente Mattarella

Sindaco e vicesindaco insieme agli abitanti di Masi San Giacomo

Sindaco e vicesindaco insieme agli abitanti di Masi San Giacomo

Fra due giorni, dopo 48 anni di attività, il piccolo ufficio postale di Masi San Giacomo chiuderà, in quanto ritenuto “disfunzionale e antieconomico” da Poste Italiane. Ieri mattina, davanti alla filiale di via Ariosto, 24 più di cinquanta persone, perlopiù anziani, si sono radunate per il presidio organizzato dall’Amministrazione Comunale, rappresentata dal Sindaco Riccardo Bizzarri e dalla vice Serena Poltronieri. Il triste destino delle poste di Masi è condiviso anche dalle frazioni di Reno Centese, Montesanto, Marozzo, Ruina e Alberone di Ro, poche rispetto alle 101 della Provincia, ma vitali per i numerosi anziani impossibilitati a muoversi in modo autonomo. Qui, come altrove, sono state fatte raccolte firme, ricorsi al TAR, inviate lettere di diffida, organizzate assemblee. Tutto, però, è risultato inutile: salvo sorprese, fra 48 ore queste sei frazioni non avranno più le loro Poste.

Il sindaco Bizzarri con i cittadini davanti alle Poste

Il sindaco Bizzarri con i cittadini davanti alle Poste

Il sindaco Bizzarri ha esordito leggendo la lettera inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Oggi – ha poi aggiunto – siamo come Davide contro Golia, ma ci proviamo comunque». Un intervento, quello di Bizzarri, passionale, senza troppi giri di parole. «O lottiamo fino alla fine o non valeva nemmeno la pena provarci. Io mi sono messo in una situazione di grande responsabilità personale, mi sono esposto, altri non hanno avuto lo stesso coraggio». Poste Italiane, ha poi ricordato, riceve 270 milioni di euro all’anno per il funzionamento degli uffici frazionali, «soldi di noi cittadini!», aggiunge un signore dal pubblico. «Pensavamo che le Poste fossero una garanzia, una sicurezza, – rincara Bizzarri – ma evidentemente ci siamo sbagliati».

Il triste cartello che annuncia la chiusura

Il triste cartello che annuncia la chiusura

Un paese piccolo ma combattivo, quindi, guidato da un sindaco vulcanico. Un paese orgoglioso, seppur amareggiato. «Molta gente è senza patente, o troppo anziana per guidare» – ci spiegano alcuni pensionati presenti -, «e non riuscirebbero nemmeno a farsi accompagnare all’ufficio di Masi Torello». Il disagio è aggravato dall’assenza nel paese di una filiale bancaria e dalla scomodità degli orari del trasporto pubblico. Per questo, alcune persone automunite stanno pensando di mettere a disposizione le proprie auto per consentire a chi ne ha necessità di spostarsi fino all’ufficio postale del paese vicino. E l’Amministrazione comunale, ci spiega Bizzarri, «cercherà di ragionare sulla possibilità di attivare il prima possibile un servizio navetta».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 settembre 2015