In queste giornate di ricordo di quel 27 gennaio 1945, giorno della liberazione da parte sovietica del campo di Auschwitz, ci si è interrogati su come rinnovare la memoria della Shoah. Per Darinka Joijc, partigiana jugoslava, oggi come in quegli anni è “obbligatorio organizzarsi”, per combattere. All’interno della rassegna “Passaggi partigiani” e in occasione della Giornata della Memoria, lunedì alle 17 nella Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea è stato presentato il libro “Darinka, una staffetta partigiana”. Il saggio è stato curato dalla stessa Darinka Joijc e da Daniele Civolani, presidente provinciale dell’ANPI, presente all’incontro insieme ad Antonella Guarnieri, responsabile Comunicazione e Didattica del Museo del Risorgimento e della Resistenza. Darinka, scomparsa nel 2012, è stata una staffetta partigiana, dalmata di nascita e ferrarese di adozione grazie al matrimonio con Mario Guzzinati. Grazie anche al reading musicato della Piccola Compagnia Giuoco del Pallone, formata da Alessia Passarelli e Giovanni Tufano, durante l’incontro si è ripercorso la vita di Darinka e le vicende di quegli anni, dal ’41 al ’45, anni della Resistenza jugoslava alla quale la Joijc partecipò attivamente, prima come staffetta, poi come partigiana e infermiera. Una donna “orgogliosa del proprio passato”, piena tanto di pietà quanto di aggresssività, che mai è riuscita a perdonare quei carnefici che ha visto in azione. La tragedia e l’orrore, comunque, in Darinka erano sempre accompagnate dall’amore, dal rispetto della dignità dell’altro e da una combattività che l’ha portata, dopo la guerra, a continuare a lottare col PCI, l’UDI e l’ANPI.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 30 gennaio 2014
(nella foto: Giovanni Tufano e Alessia Passarelli)
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