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«Il granchio blu è una catastrofe: lo Stato ci aiuti»

6 Nov

Intervista a Vadis Paesanti, Presidente Cooperativa Pescatori del Delta e vicepresidente FedAgriPesca Confcooperative Emilia-Romagna: «la situazione per le nostre 1800 imprese è grave e diventerà gravissima»

A cura di Andrea Musacci

«La catastrofe ambientale porterà, di questo passo, a una catastrofe economica e sociale per migliaia di famiglie». Pur cercando di non perdere la speranza e di mantenere la necessaria lucidità, Vadis Paesanti (foto piccola) è consapevole della drammatica situazione della venericoltura, cioè dell’allevamento a fondale delle vongole veraci. Maltempo e alluvione, anossia ma soprattutto granchio blu stanno mettendo sempre più in ginocchio i produttori della Sacca di Goro. Presidente della Cooperativa Pescatori del Delta e vicepresidente di FedAgriPesca Confcooperative Emilia-Romagna, Paesanti approfitta del nostro incontro per sottolineare innanzitutto l’importanza della Giornata del Ringraziamento del 12 novembre: «è un gesto importante da parte del Vescovo e della Diocesi. Abbiamo bisogno di una sua benedizione, di un aiuto dal Cielo…».

Paesanti, qual è la situazione delle vostre imprese e cooperative?

«La situazione ad oggi è grave, e fra qualche settimana, fra pochi mesi sarà gravissima per le nostre circa 1800 imprese associate in 53 cooperative della venericoltura». 

Partiamo dall’alluvione in Romagna nei mesi scorsi…

«Quell’enorme quantità di acqua convogliata in canali e fiumi, i navigabili, e attraverso il Napoleonico, è arrivata nel Po di Goro e quindi nella Sacca di Goro, con conseguenze negative. E poi vi è stata l’anossia (mancanza di ossigeno nei fondali marini a causa del protrarsi di temperature elevate, ndr), anche se non è il primo anno che la registriamo nel mese di ottobre».

Ma il nemico principale è senza dubbio il granchio blu…

«Esatto. C’è da dire innanzitutto che questo granchio è venduto nel nostro mercato ittico già da 10 anni, e in questo decennio ha divorato buona parte della risorsa alieutica (ad esempio, acquadelle, gamberetti, orate, branzine, anguille, granchio comune). Di questo pesce non c’è più traccia da anni, a dimostrazione della voracità di questo animale, della sua scaltrezza e del fatto che non ha competitors, non ha predatori». 

Cos’è cambiato quest’anno?

«Già la scorsa primavera abbiamo iniziato a notare nella Sacca di Goro numerosi gusci e un ammanco di tante vongole. Non si trattava di una morìa spontanea. All’inizio vi sono state accuse reciproche di furto tra le cooperative, ma avendo nella Sacca una guardianìa h24 e telecamere a raggi infrarosse, abbiamo dovuto prendere atto che il granchio blu, esaurita la risorsa alieutica, ha iniziato a mangiare le vongole veraci. E da lì è iniziata la catastrofe ambientale e la catastrofe della biodiversità che diventerà catastrofe economica e sociale. Consideriamo che in media in un anno nella nostra Sacca si producevano circa 13mila tonnellate di vongole veraci…».

Qual è il calo di produzione registrato e quale quello previsto?

«Accorgendoci del granchio blu che divorava le vongole, abbiamo cercato di venderne più possibili per sottrarle a questo predatore. Il calo, quindi, dipende da quanto le singole cooperative sono riuscite a venderne in questi mesi. Il problema è che il seminato del 2022 e soprattutto quello della scorsa primavera, ci è stato divorato dal granchio blu. Bisogna considerare che la raccolta avviene 14-16 mesi dopo la semina. Ciò significa che non avremo più la vongola né piccola né mediana né adulta, perché finché ci sarà il loro predatore non potremo più seminare».

Fino a quando dovrebbe rimanere il granchio blu?

«Vedendo gli altri Paesi nei quali è presente, rimane per un ciclo di 4 anni, quando allora, per mancanza di cibo, inizierà a cannibalizzare i propri piccoli oppure emigrerà».

Tutto ciò che conseguenze avrà sugli allevatori?

«A questa domanda non sono in grado di rispondere: è come dopo un’alluvione, ci troviamo con la casa allagata, dobbiamo abbandonarla. Viviamo un momento di grande sconforto, siamo rimasti spiazzati. I ristoranti naturalmente si stanno riorganizzando: proporranno sempre più spaghetti al granchio blu e non alle vongole, ma per noi è solo sopravvivenza momentanea…».

I sistemi di protezione sperimentale come recinti e teli protettivi sono utili?  

«No, e lo dimostra il vento forte delle ultime settimane che in alcuni casi ha spazzato via tutto…».

Veniamo alle misure adottate recentemente dal Ministero dell’Agricoltura per aiutare i produttori. Che idea si è fatto?

«I 2,9 milioni di euro dal Governo sono utili, ma non più di tanto dato che ci aiuteranno solo per certe spese, come quelle per lo smaltimento e il facchinaggio. Il discorso di fondo è che siamo circa 1800 aziende nel nostro Delta e altrettante nel Veneto, e se uno fa i conti, a ogni impresa andrà ben poco. Speriamo che il Governo faccia un’altra misura». 

Poi ci sono i 10 milioni di euro per sostenere la ripresa del settore per semina, ripopolamento e acquisto di strutture fisse di protezione…

«Sì, saranno certamente utili anche questi. Siamo grati al Governo per questi sforzi, ma riteniamo che per passare l’inverno bisognerà fare di più. Il nostro non è un settore assicurato e non abbiamo diritto alla CISOIA (Cassa Integrazione Speciale Operai dell’Agricoltura, ndr)…».

1 milione di euro è arrivato invece dalla Regione…

«Questo può aiutarci per il nostro mancato reddito nei primi 9 mesi del 2023 e per una piccola parte dell’acquisto del seme. Ma anche questo non è sufficiente. Le istituzioni devono capire che qui viviamo di monoeconomia, quindi quando venderemo l’ultimo kg di vongole, vi sarà una grave situazione economica e sociale. In Italia vendiamo un prodotto di nicchia, e siamo i primi produttori di vongole veraci in Europa. Ma questa calamità ci sta mettendo a terra».

***

Delta, un anno pieno di sciagure

Già dallo scorso marzo, la siccità porta a una mancanza di acqua dolce nella Sacca di Goro, zona da sempre di acqua mista. E con le temperature più alte della media, gli allevamenti sono infestati di alghe che soffocano le vongole e di nuovi predatori, come il granchio blu, specie aliena originaria delle Coste Atlantiche dell’America. A fine primavera, il problema contrario: un aumento dell’acqua dolce derivante dallo sgrondo a mare delle acque piovane dei fiumi e della rete della bonifica.

In estate, la situazione è sempre più drammatica, alcuni pescatori iniziano a prevedere un calo dell’80/90% della produzione per il 2024. Il granchio blu ha, però, ancora un mercato limitato in Italia in quanto poco conosciuto.

A metà ottobre arrivano le prime risposte dalle Istituzioni: «Con una legge dedicata all’emergenza alluvione, abbiamo introdotto come Regione Emilia-Romagna un milione di risarcimento ai pescatori di Goro e Comacchio per i danni economici subiti a causa del granchio blu. Sono risorse proprie della Regione che compensano i danni diretti e quelli derivati dallo smaltimento die granchi blu pescati. Ma siamo tutti d’accordo che i risarcimenti non bastino», dichiara la consigliera regionale ferrarese e capogruppo Pd Marcella Zappaterra.

In questo periodo, oltre alla minaccia del cuneo salino, diventa ancora più pesante il fenomeno dell’anossia, ovvero la mancanza di ossigeno nei fondali marini. Il fenomeno, dovuto al protrarsi di temperature decisamente estive sino ad ottobre avanzato e alla calma piatta del mare, in assenza di mareggiate, ha comportato un eccessivo apporto di acqua dolce proveniente dal Po e una progressiva riduzione dell’ossigenazione dei fondali, elementi, invece, fondamentali per la crescita del novellame seminato. E nella Sacca di Goro, per arginare l’invasione del predatore giunto dall’Atlantico, alcuni acquacoltori introducono sistemi di protezione sperimentale, piazzando recinti e teli protettivi, ma si tratta di una sperimentazione impostata sul 10% delle concessioni.

Il 24 ottobre arriva finalmente la nota del Governo nazionale: il Ministro del Masaf (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste), Francesco Lollobrigida, ha sbloccato i 2,9 milioni destinati alle oltre 3mila aziende in crisi. «Dopo il via libera ottenuto dall’Europa – dichiara il Ministro – ho firmato il decreto che autorizza la spesa per le aziende che hanno provveduto alla cattura e allo smaltimento della specie. Le imprese di tutto il territorio nazionale potranno richiedere il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di attrezzi da pesca e di trasporto, rispettivamente nella misura dell’80 e del 100% dei costi che vanno dal primo agosto al 31 ottobre 2023», spiega ancora don Lollobrigida. «Allo stesso tempo – aggiunge il Ministro – abbiamo previsto un ulteriore intervento da dieci milioni di euro per sostenere la ripresa del settore della pesca e dell’acquacoltura per la semina, il ripopolamento e l’acquisto di strutture fisse per proteggere gli allevamenti di vongole e novellame di sogliola e cozze. Un provvedimento che abbiamo inviato in Conferenza Stato-Regioni».

Pubblicato sulla “Voce” del 3 novembre 2023

La Voce di Ferrara-Comacchio

La natura è arte: ecco le mostre del fine settimana

19 Mar

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Mery Godigna Collet

La natura è al centro di diverse esposizioni artistiche e fotografiche che inaugurano questo fine settimana in città.
Innanzitutto, oggi alle 17 viene presentata la personale di pittura “In-NATURA-le” dell’artista Mery Godigna Collet che espone, fino al 2 aprile, nella Galleria del Carbone in via del Carbone, 18/a. L’artista di origini venezuelane nell’ultimo periodo ha operato ad Austin, in Texas, e dunque, non a caso, tema della sua mostra è il petrolio, per riflettere su quanto sia labile il confine tra l’uso e l’abuso della natura. La rassegna sarà visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 17 alle 20, sabato e festivi dalle 11 alle 12.30 e dalle 17 alle 20.
Sempre oggi, alle 16, nell’antica via Coperta del Castello inaugura la collettiva di fotografia “Quasi mare d’amare. La sacca di Goro”, con opere in bianco e nero di ventisei fotografi, guidati lo scorso autunno dal fotografo ferrarese Milko Marchetti nella Sacca di Goro, per questo progetto curato da Maurizio Tieghi e Luca Zampini del Fotoclub Ferrara, e in parete fino al prossimo 27 marzo.
Alle 16.30 nella galleria del Liceo Artistico Dosso Dossi, in via Bersaglieri del Po, 25, inaugura invece la bi-personale di pittura “Fantasia e realtà” di Alessandra Parmiani e Massimo Corli, marito e moglie, in mostra fino al 26 marzo. Viene, inoltre, ospitata l’associazione Aic Emilia Romagna, con il progetto “Storie di Blu”, libro illustrato da Francesco Corli. Sempre oggi alle 17.30 nella Galleria Il Rivellino (in via Baruffaldi, 6) inaugura la retrospettiva “Amosfere” dell’artista ferrarese Antenore Magri, con opere della collezione privata dell’antiquario Elio Vitali.

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Carolina Marisa Occari

Proseguendo, alle 18 viene presentata la retrospettiva “Incisioni di Carolina Marisa Occari (1926-2014)” nell’Alchimia R&B in via Borgo dei Leoni, 122 a Ferrara. La mostra, visitabile fino al 19 maggio dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19, ha la presentaizone di Gianni Cerioli ed è a cura di Licia Zampini.
Inoltre, ricordiamo che il pittore ferrarese Luca Zarattini fino al 18 aprile partecipa a Roma alla bi-personale “Paper Works” con Leonardo Blanco, nella sede di RvB Arts (via delle Zoccolette, 28), mostra inaugurata giovedì scorso. Infine, ieri a Palazzo Crema (via Cairoli, 13), sede della Fondazione CARIFE, è stata inaugurata la mostra-studio “Lo storione del Po e il caviale ferrarese. Storia e storie dall’età del bronzo alla contemporaneità”, curata dal Centro Etnografico Ferrarese e prodotta da un gruppo di enti capeggiati dall’Associazione Bondeno Cultura. L’esposizione è visitabile fino al 2 aprile dal martedì alla domenica dalle 16 alle 19.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 18 marzo 2017

L’artista Cattani:«Pronto a ospitarle a casa mia»

26 Ott

giorgio-cattani_«”Portateli a casa vostra”, dicono: bene, io lo faccio, apro le porte del mio studio in via delle Vecchie per accogliere alcune donne respinte da Gorino». A parlare è Giorgio Cattani, noto artista  e gallerista ferrarese, che da pochi mesi in via del Podestà ha aperto la Galleria Fabula Fine Art, dividendosi tra questa attività e il suo ruolo di docente all’Accademia di Brera.

Ci contatta da Colonia, dove fino a domenica espone all’importante fiera artistica internazionale Art Fair, per lanciare un messaggio positivo e concreto alternativo alla reazione di parte degli abitanti di Gorino, e di altre persone, che la sera di lunedì hanno impedito a una dozzina di donne africane di trovare accoglienza in un ostello di Gorino, e che anche successivamente hanno proseguito con le barricate. «Voglio essere un piccolo, microscopico strumento per mostrare un altro punto di vista su questa vicenda, dato che sui giornali ci vanno solo i volti di quelli che non vogliono accogliere queste povere persone, e di quei politici locali che con la loro cattiveria soffiano sul fuoco, solo per avere qualche voto in più».

«Questo di accogliere alcune di quelle profughe– prosegue Cattani – sarà il più bel gesto pittorico della mia vita. Voglio dare asilo e aiutare almeno quattro donne, ospitandole dalla prossima settimana nel mio studio di via delle Vecchie, e così sensibilizzare anche altre persone, dato che non basta più solo indignarsi». Quella di Cattani, dunque, almeno nelle intenzioni, vuole essere più di una semplice provocazione, ma una vera e propria proposta, alle Istituzioni e alla cittadinanza, una dimostrazione reale e mirata su «qualcosa di possibile e di bello». Lo stesso Cattani, nei periodi che trascorre nella nostra città, risiede in un appartamento nella stessa via delle Vecchie, a pochi metri dallo studio.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 26 ottobre 2016