
Silvia Camporesi
Luoghi abbandonati, terre di nessuno intrise di memoria e di vita, al centro di un progetto fotografico.
L’ultima pubblicazione di Silvia Camporesi, Atlas Italiae, è stata presentata sabato scorso nella MLB home gallery di Maria Livia Brunelli in c.so Ercole I d’Este, 3 a Ferrara. Un progetto «divenuto emblema dell’Italia», come ha spiegato Fabrizio Casetti, e del quale su Sette, magazine del Corriere della sera, ha parlato anche Gian Antonio Stella. Una ricerca iniziata nel 2013, durata due anni, partita da una riflessione concettuale, non da un’istintiva “caccia” alla foto perfetta, per raccontare l’idilliaca decadenza di siti dimenticati.
«Tutto ha preso avvio – ha spiegato la Camporesi – quando lessi sulla Settimana Enigmistica un pezzo sulle Fabbriche di Careggine, città fantasma vicino Lucca. Dopo una ricerca sul web, ho scoperto che l’Italia è piena di questi posti».

Una delle opere di Atlas Italiae
Partendo dalla Sicilia, e mettendo almeno un paese per regione, l’artista ha pubblicato 112 foto per 70 luoghi, visitandone però quasi il doppio. «Il risultato non è un lavoro documentale, ma poetico, nel quale questi luoghi ci parlano», dove la vita umana risalta per la sua inquietante assenza.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 marzo 2016