Il “Dario Argento Tour Locations” di Torino sarà dedicato a Giovanni Bartolucci. A Lonigo il ricordo per l’ultima mostra sul cinema veneto

Giovanni Bartolucci
Il piccolo cumulo annerito di reperti cinematografici accatastato in piazzetta f.lli Bartolucci rimarrà non solo una delle immagini simbolo della tragedia di venerdì mattina, ma anche della volontà di recuperare memorie e di rendere omaggio a Giovanni Bartolucci, grande cinefilo e collezionista.

Con Francis Ford Coppola
È proprio questa sua grande passione per la settima arte che lo ha fatto conoscere a grandi interpreti e organizzatori di film e rassegne in tutta Italia. Un esempio è l’omaggio che gli hanno dato ieri anche a Torino. La settima edizione del “Dario Argento Tour Locations Torino” sarà dedicata proprio a lui, il cinefilo ucciso dal padre Galeazzo. Lo hanno deciso Stefano Oggiano e Davide Della Nina, organizzatori della manifestazione in programma nel capoluogo piemontese il 3 settembre. «Giovanni – ricordano – appassionato cinefilo e proprietario di un’importante collezione di film in pellicola (andata distrutta nell’incendio della casa), era da anni in contatto con gli organizzatori e con molti dei partecipanti abituali del DATLTo, con i quali quotidianamente scambiava opinioni sul cinema nei gruppi Facebook dedicati alla settima arte. Quest’anno, finalmente, Giovanni avrebbe preso parte al DATLTo, e sarebbe stata l’occasione per conoscerlo dal vivo. Purtroppo non ci sarà questa possibilità».
Oggiano sul proprio profilo Facebook ricorda così la vittima: “Addio Giovanni! Dovevamo incontrarci il mese prossimo al Dario Argento Tour Locations Torino. Era tua intenzione partecipare per scambiarci finalmente senza il filtro dei tasti, insieme a tutti i ragazzi, tutta la nostra voglia di celluloide! Eri un numero uno. Il Tour di quest’anno è dedicato a te! Buon Viaggio!”.

Con Gloria Guida
Dal 12 maggio al 25 giugno scorsi a Lonigo (Vicenza) Bartolucci aveva realizzato un suo sogno curando la mostra “Viaggio tra cinema e letteratura nei luoghi dei set veneti”, alla quale avevano presenziato, tra gli altri, anche Vittorio Sgarbi, Oliviero Toscani, Antonio Caprarica, don Antonio Mazzi, e, soprattutto, Gloria Guida, per la quale Giovanni nutriva una particolare passione, e che aveva già avuto modo di conoscere in passato. I documenti in mostra – una selezione di manifesti, locandine e fotografie originali – appartenevano quasi interamente alla sua collezione. Giuseppe di Bella, architetto veronese, ha curato la mostra insieme a lui. I due erano da alcuni anni molto amici. «L’ultima volta ci ho parlato una settimana fa», ci racconta.

Bartolucci a Lonigo con Gloria Guida e Giuseppe Di Bella
«Era molto umile, lavorava sempre lontano dai riflettori, era una persona seria e affidabile. Mi disse che era in cerca di una nuova sistemazione per l’enorme mole di materiale che possedeva – continua -, e mi parlò anche dello sfratto, che avrebbe dovuto cambiare casa. Non parlava mai dei genitori né pareva preoccupato di un possibile gesto di follia. La vita non gli ha dato tanto: anche per questo sto pensando di organizzare qualcosa per omaggiarlo». Un’altra persona che l’aveva conosciuto bene era Paolo Spada, venditore ambulante che ogni prima domenica del mese allestisce sul Listone la propria bancarella dove vende anche locandine di film. «Giovanni era mio cliente, chiacchieravamo sempre, era gentile e garbato. Una decina di volte sono stato a casa sua», ci racconta. «Avevo conosciuto anche i suoi genitori, sembravano una famiglia unita».
Elisabetta Antonioni: grave perdita per la città

Elisabetta Antonioni e Giovanni Bartolucci
Particolarmente commossa della tragedia anche Elisabetta Antonioni, nipote del regista Michelangelo: «Giovanni l’ho conosciuto quest’anno al Ferrara Film Festival [svoltosi tra il 21 e il 26 marzo scorsi, ndr], e anche recentemente ci siamo sentiti in chat su Facebook. Pensi che, proprio in occasione della rassegna ferrarese di cinema, avevo allestito una mostra dedicata a mio zio e lui molto cortesemente stava illustrando ai visitatori l’esposizione. Sono stata molto contenta nel vederlo, e quando mi sono presentata mi ha dimostrato grande umiltà, dicendo che la mia presenza era per lui un onore. Avevo chiesto notizie su una macchina da presa e in quell’occasione abbiamo cominciato a darci del “tu”, dicendo che la cosa lo rendeva felice e onorato. Commentava anche molte cose che postavo sui social. Quando usciva per seguire le rassegne cinematografiche incontrava attori e registi famosi e aveva la passione di collezionare le loro firme sui cartelloni cinematografici. Era molto più di un hobby. Lo ricordo come un uomo timido e mite ancora più del padre. Educato, rispettoso e mai invadente. È una grande perdita per Ferrara, non solo per il patrimonio che deteneva in pellicole, ma anche per la sua grande cultura cinematografica».
«Il padre Galeazzo – prosegue Elisabetta Antonioni – invece, lo conoscevo da tempo, era mite, amabile, sempre col sorriso, disponibile e riservato. Andavo nel suo negozio di antiquariato. Davvero inspiegabile questa sua reazione così cruenta e drammatica. È un tragedia che mi ha sconvolto veramente».
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 agosto 2017