Due giorni fa è ricorso il 20esimo anniversario della morte di Ervardo Fioravanti (Calto 1912-Ferrara 1996), pittore, insegnante e Direttore dal ‘60 della scuola d’arte Dosso Dossi. Nel 2011 un appello unì mondo dell’arte e della politica per ricordarlo, l’anno successivo, nel centenario dalla nascita. Entro fine anno, la Galleria del Carbone (che nel 2006 gli dedicò la retrospettiva “La passion predominante”) organizzerà un incontro per omaggiarlo. La città, però, ora sembra averlo dimenticato.
Fioravanti fu anche soldato, prigioniero in Texas, poi cronista delle lotte operaie e contadine del secondo dopoguerra. Nel ‘50 è tra i fondatori de “Il Filò”, circolo artistico-culturale che si riuniva nell’osteria Croce Verde. La sua opera più celebre è “La carica” (1952), presentata nel ’53 nel Ridotto del Teatro Comunale e sequestrata per ordine del questore. Fino al 10 gennaio l’opera, di proprietà della CGIL Ferrara, sarà esposta, con “Ritorno dal comizio”, nel Palazzo della Ragione di Mantova per la collettiva “Artiste al lavoro. Il lavoro delle donne”.

“La carica” (1952), Ervardo Fioravanti
Le sue opere sono sparse in varie collezioni. Oltre un centinaio appartengono alla collezione della famiglia Fioravanti, e altrettante sono di proprietà della CGIL di Ferrara e provincia, 18 delle quali esposte nel 1993 nella Chiesa di San Romano per la collettiva “Arte e lavoro”. Sempre in città, 64 fanno parte dell’archivio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, e tre del Museo del Risorgimento e della Resistenza. Mentre “Inverno sul Po” è conservata nella Raccolta d’Arte Moderna del Comune di Argenta, due opere di Fioravanti sono di proprietà della Fondazione “L’approdo”, che nel 2007 ha ereditato il patrimonio immobiliare dei disciolti Democratici di Sinistra. Fuori provincia, “Le crumire del Po” è nella Galleria Civica di Arte Contemporanea di Suzzara, mentre nella collezione dell’Accademia dei Concordi di Rovigo sono conservate “Alluvione del 1951” e “I polesani”. Renzo Melotti nell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo, tra le varie tele della sua collezione ha portato anche “Ominidi” di Fioravanti, mentre nella Galleria d’arte moderna e contemporanea Villa Franceschi di Riccione si trova l’opera “Conversazione”.
Infine, alcuni artisti hanno voluto ricordarlo. Mentre Sergio Zanni lo descrive come «una persona sincera e buona, con una grande sensibilità poetica e umana», Gianni Guidi ricorda come fu proprio Fioravanti a chiamarlo a insegnare al Dosso Dossi. Paolo Volta sottolinea invece «la sua rettitudine e il senso di autorità che trasmetteva», e Gianfranco Goberti ricorda il suo forte impegno politico.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara l’08 dicembre 2016