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Lo sguardo femminile sul Novecento: quando la fotografia divenne un atto di vera emancipazione

21 Set
Carla Cerati

A Ferrara è possibile visitare la Biennale donna: collettiva di 13 fotografe, da Letizia Battaglia a Francesca Woodman

Quando la donna da corpo e volto guardato e rappresentato dall’uomo diviene, anche nella fotografia, soggetto, sguardo, coscienza e sua espressione libera e piena?
Il discorso sarebbe lungo e di certo è futile cercare datazioni precise, se non legate a eventi simbolici. Ma certo è che nel Novecento, in particolare nel mondo occidentale, la donna prima attraverso il lavoro poi in tutti gli ambiti del consorzio umano, afferma se stessa, con lotte, regressioni ma dando vita a processi che segnano la storia, la stravolgono e dei quali, ancora oggi, ognuno dovrebbe essere riconoscente.
Su questa emancipazione attraverso il mezzo fotografico si concentra la XVIII Biennale Donna dal titolo “Attraversare l’immagine. Donne e fotografia tra gli anni ’50 e gli anni ’80”, in programma nella Palazzina Marfisa d’Este di Ferrara dal 20 settembre al 22 novembre. A cura di Angela Madesani e organizzata dal Comitato Biennale Donna dell’UDI e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con Ferrara Arte, la collettiva raccoglie immagini di 13 fotografe: Paola Agosti, Diane Arbus, Letizia Battaglia, Giovanna Borgese, Lisetta Carmi, Carla Cerati, Françoise Demulder, Mari Mahr, Lori Sammartino, Chiara Samugheo, Leena Saraste, Francesca Woodman e Petra Wunderlich.
Donne accomunate dalla convinzione che attraverso la fotografia si potesse cambiare la realtà, che l’arte potesse essere uno strumento di denuncia. D’altronde il primo modo di trasformare il reale è farlo prossimo, osservarlo e viverlo: per questo nelle sale la protagonista è un’umanità vera, cruda, seppur “filtrata” dall’obiettivo, resa nella propria radicale schiettezza in quanto scevra da logiche dominanti. Un’Italia, in particolare, che oggi non ritroviamo più, divorata da quella “mutazione antropologica” profetizzata con angoscia da Del Noce e Pasolini. Un’Italia caotica e fangosa, quella in parete a Marfisa, semplicemente restituita nella sua realtà, non ancora posseduta e rintronata da una concezione spuria dell’immagine.
Lo sguardo delle artiste in mostra – con la delicatezza e la forza di cui il femminile è intriso – è dunque sguardo sul dolore della persona, sulle sue solitudini, uno sguardo di cura che, per parafrasare il titolo della Biennale, “attraverso” l’immagine attraversa corpi, storie, sofferenze e debolezze. Questa Biennale ci ricorda – memento che è più che mai monito – il fascino e la durezza dell’emancipazione, un’emancipazione resa immagine, uno “scatto” di consapevolezza dal mondo antico (dolce e feroce) fino a quello moderno delle lotte operaie. Un secolo, breve ma complesso, come il Novecento, non solo osservato ma vissuto nella carne di donna, attraverso emozioni che sono differenza ma non eccezione a una norma, diversità ma non anomalia da riserva indiana.
Così, l’esistenziale e il sociale, quel privato che poi – a torto o a ragione – inevitabilmente diventò (anche) pubblico, quella sacralità e quel laicismo vengono colti, pur nelle differenze e nelle unicità delle artiste, dei tempi e delle latitudini, e fatti diventare storia e icona. Simbolo, appunto, non solo di ciò che è mostrato, ma anche di chi impugnava la macchina fotografica.
Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 25 settembre 2020

https://www.lavocediferrara.it/

Le mani e i volti di La Rocca, resistenze al consumismo

18 Apr

Mio articolo uscito su “la Nuova Ferrara” del 18 aprile, dedicato alla retrospettiva di Ketty La Rocca ospitata nel Padiglione di Arte Contemporanea di Ferrara fino al 3 giugno 2018 per la Biennale Donna.

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Silencio Vivo, ovvero volti, sangue e suoni di donne dal Sud America

18 Apr

[Qui le mie foto della mostra sul sito de la Nuova Ferrara]

Teresa-Margolles-Pesquisas-5-2016

Teresa Margolles, Pesquisas (part.), 2016

Il sangue della vita, il sangue della morte. La bocca impossibilitata a parlare, a urlare. La terra vergine, l’asfalto sporco, e poi il fuoco, le uova, l’odore e il suono del silenzio, dell’omertà e dell’eterno dolore.

Una grande esposizione dove regna il silenzio di una terra sterminata e sterile, dove l’essere umano, con la propria essenziale corruzione, con la propria connaturata violenza, domina incontrastato, senza alcun timore di Dio.

Silencio Vivo. Artiste dall’America Latina è la mini-collettiva inaugurata sabato nel Padiglione d’Arte Contemporanea riaperto per l’occasione su c.so Porta Mare, dietro Palazzo Massari. La mostra, curata da Lola Bonora e Silvia Cirelli e organizzata da UDI Ferrara e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, è anche il ritorno della Biennale Donna, per la sua XVI edizione, dopo la pausa imposta, nel 2014, dal terremoto.

Quattro artiste sud americane – Ana Mendieta (Cuba), Anna Maria Maiolino (Brasile), Teresa Margolles (Messico) e Amalia Pica (Argentina) – lanciano un grido al Cielo e a ogni uomo, sul troppo sangue femminile innocente versato nelle loro terre martoriate.

Ana Mendieta (L’Avana, Cuba, 1948 – New York, USA, 1985):

  • Untitled (Volcano Series #2, 1979-1999): la terra madre, generatrice di vita e di morte, con la sua forma al tempo stesso vaginale e tombale.
  • Anima, Silueta de Cohetes (Firework Piece, 1976): l’anima che brucia fino a esaurirsi.
  • Untitled (Body Tracks, 1974-2012): le mani sporche di sangue, la violenza consumata.
  • Moffitt Building Piece (1973): una chiazza di sangue davanti a un uscio, l’indifferenza dei passanti. L’opera si ispira alla tragica morte della studentessa Sarah Ann Ottens, compagna della Mendieta all’università, morta in seguito a un violentissimo stupro.

Anna Maria Maiolino (Scalea, Italia, 1942):

  • Entrevidas (Between Lives, 1981-2010): le uova, una tensione continua, la fragilità essenziale dell’uomo, non solo in rapporto al Potere.
  • E’ o que Sobra (What Is Left, 1974-2010).
  • In-Out (Antropofagia, 1973-2000): bocche impossibilitate a parlare.
  • Untitled (2014-2015), tre sculture e un’installazione.

Teresa Margolles (Culiacan, Messico, 1963):

  • Pesquisas (Investigations, 2016): i tanti volti di giovani scomparse.
  • Aire (Air, 2003): l’odore della morte.
  • Installazione: con un telo stato assorbito il sangue del corpo di una donna assassinata, e poi questo telo è stato mondato nelle acque di Ferrara.
  • Sonidos de la muerte (Sounds of Death, 2008): registrazione dei suoni del silenzio, dell’indifferenza verso la violenza subita da molte donne.

Amalia Pica (Neuquén, Argentina, 1978):

  • On Education (2008): menzogna e verità.
  • Palliative for Chronic Listeners #1 (2012): chiusi all’ascolto, chiusi all’altro.
  • Switchboard (2011-2012).
  • The Wireless Way in Low Visibility (Recreation of the First System for non Cable Transmission, as seen on TV, 2013).

Andrea Musacci

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Anna Maria Maiolino, Entrevidas, 1981-2010

Giovedì inaugura l’esposizione “Donne al centro”

15 Mar

Mostra UDI_Proseguono anche nella nostra città le numerose iniziative in programma in occasione della Giornata Internazionale della Donna (8 marzo). Tanti gli eventi organizzati fino ad aprile, tra questi l’inaugurazione dell’esposizione “Donne al centro”, sul tema di violenza alle donne, in programma giovedì 19 marzo alle ore 16 presso la sede dell’ UDI – Unione Donne Italiane, sezione di Ferrara (Casa delle donne) in via Terranuova, 12.

Venerdì 20 marzo, invece, dalle 9 alle 12.30 presso la Sala Boldini in via Previati, 18 a Ferrara, come proseguimento ideale della mostra si svolgerà il seminario “Il Corpo: Il mio peggior amico: Culture giovanili del corpo nel mondo occidentale”, nel quadro del progetto per la prevenzione e il contrasto alle mutilazioni genitali femminili.

Per informazioni sulla mostra e altre iniziative contattare l’UDI o tramite mail a udi@udiferrara.it, o chiamando il 0532/206233, oppure con fax e segreteria telefonica al 0532-247440.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 15 marzo 2015

L’inquinamento ambientale e i rischi per la nostra specie

22 Gen

Palazzo Paradiso AriosteaI temi dell’inquinamento ambientale e della fecondazione eterologa sono al centro dell’incontro “Il nostro futuro rubato – L’inquinamento ambientale sta minacciando la nostra specie?”, in programma oggi alle 17 in Biblioteca Ariostea (Via Scienze, 17, Ferrara). Dopo l’introduzione di Luana Vecchi (Presidente Gruppo Salute Donna UDI), vi sarà la relazione di Lina Pavanelli (Gruppo Salute Donna UDI). “Il nostro futuro rubato” (Our stolen future) è il titolo di un testo scientifico divulgativo pubblicato per la prima volta nel 1996 negli USA di Theo Colborn, Dianne Dumanowsky e John Peterson Myers, e mai pubblicato in italiano.

La conferenza vuole partire dalle basi presentate in quest’opera per indagare un tema di attualità: quella forma di inquinamento ambientale che minaccia la salute riproduttiva e la prole di tutte le specie.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 22 gennaio 2015

Antonella Monzoni stasera ospite del Fotoclub

27 Nov

485272_427132500635474_1449872969_nLa fotografa Antonella Monzoni torna ospite del Fotoclub in occasione dell’incontro “La bellezza silenziosa”. L’evento si svolgerà stasera alle 21 alla Sala della Musica di Via Boccaleone, 19 a Ferrara. Monzoni presenterà i suoi ultimi lavori e inizierà un percorso comune col Fotoclub, grazie alla realizzazione del workshop fotografico “Futura – Storie di donne”, che si svolgerà, aperto a tutti, nei primi mesi del 2015. L’artista presenterà anche il programma della ricerca fotografica sulle donne della nostra città, organizzato con il Comune di Ferrara e l’UDI cittadino nell’anniversario della sua fondazione. La serata, organizzata anche in prossimità del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, vede dunque la presenza di quest’artista, già protagonista della collettiva “Bordertown – L’ho uccisa perché l’amavo”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 27 novembre 2014

Collettiva di quattro giovani artiste under 35

12 Ott

now!

Quattro artiste, quattro donne in esposizione nel Chiostro di San Paolo. Venerdì 4 ottobre ha inaugurato “Now! giovani artiste italiane”, la mostra visitabile fino al 27 ottobre prossimo, organizzata dall’Udi Ferrara e dal Comitato Biennale Donna. L’ex refettorio del complesso ospita questa collettiva – ad ingresso gratuito – inserita nel progetto “Dentro le Mura”. Le quattro donne, tutte under 35, sono Ludovica Carbotta, Silvia Giambrone, Laurina Paperina e  Elisa Strinna, sotto la curatela di Lola G. Bonora e Silvia Cirelli. L’arte di Laurina Paperina spazia dalle installazioni video ai fumetti, ai collage. Un grande viso di topo, alto circa 3 m, “inghiotte” questi piccoli fumetti dedicati ad animali e ad artisti famosi, tra i quali Dalì e Bacon. Molti altri personaggi famosi sono riprodotti nei post it. Il tutto all’insegna dell’irriverenza e del sarcasmo. Le sculture della Giambrone e le altre installazioni completano il quadro di questa mostra sui generis, che ben contrasta con l’austera e spoglia sala che l’accoglie. Il Comitato Biennale Donna dell’Udi organizzatore dell’evento è composto da Lola G. Bonora, Anna Maria Fioravanti Baraldi, Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Dida Spano, Antonia Trasforini e Liviana Zagagnoni. La mostra sarà aperta nei seguenti orari: sabato 5 ottobre: 10.30 – 12.30, 16.30 – 22.00, domenica 6 ottobre: 10.30 – 12.30, 16.30 – 19.30, da Martedì a Domenica: 16.30 – 19.30, lunedì chiuso.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 10 ottobre 2013