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Cristiani e musulmani insieme contro i pregiudizi

23 Ott

Conf. stampa mostra cristiani-islamUna mostra e un incontro per dimostrare, attraverso storie concrete, come i pregiudizi tra cristiani e musulmani siano superabili con l’amicizia e il confronto, nel rispetto delle differenze. L’evento in programma sabato 25 dal titolo “L’uomo che cerca l’uomo. Il cuore, punto di incontro tra cristiani e musulmani. L’esperienza di SWAP” è stato presentato ieri mattina nell’Aula H di Palazzo Tassoni, sede del Dipartimento di Architettura, in via della Ghiara, 36 a Ferrara. Durante la conferenza stampa sono intervenuti i tre giovani organizzatori dell’evento, Rola Diab, studentessa libanese alla Facoltà di Medicina, Gianluca Lomarco, iscritto alla Facoltà di Architettura, e Marco Demaldè, studente della Facoltà di Fisica.

La mostra è stata ideata dal gruppo SWAP, formato da studenti (italiani ed egiziani, cristiani e musulmani) dell’Università Cattolica di Milano, con l’aiuto del Prof. Wael Farouq, docente universitario a Milano e a Il Cairo, e coautore, insieme a Benedetto XVI e ad altri intellettuali, del libro “Dio salvi la ragione”.

Demaldè ha introdotto il progetto spiegando come durante la rivoluzione egiziana del 2011 la «secolare convivenza in Egitto tra musulmani e cristiani, “paradossalmente” si sia rafforzata». In particolare, il progetto della mostra è nato, ha spiegato Rola Diab, in seguito all’uccisione di una bambina egiziana di 8 anni, Miriam Nabil, trucidata il 20 ottobre 2013 da una raffica di mitra sparati da alcuni estremisti islamici davanti alla chiesa della Vergine Maria ad al-Warraq, Il Cairo. Questo episodio sconvolge molte persone, tra le quali Randa, giovane studentessa musulmana all’Università Cattolica di Milano, la quale si mette in contatto col prof. Farouq, che le fa conoscere diversi studenti cristiani e musulmani (egiziani e non) che studiano a Milano. «Tutto ciò dimostra – ha proseguito Diab – come spesso la realtà sia diversa dagli schemi entro i quali la vogliono chiudere i mass-media». Lei stessa ha spiegato come qui a Ferrara abbia scoperto l’importanza del confronto con diversi suoi coetanei cattolici, «persone col mio stesso desiderio di libertà, un’amicizia che ci ha aiutato anche a riscoprire le nostre origini, le nostre identità, quindi a conoscere meglio noi stessi».

Lomarco ha proseguito spiegando come il progetto l’abbia scoperto lo scorso maggio a Firenze, durante una gita con altri studenti universitari. «Da allora – ha spiegato – è cambiata la mia idea rispetto a quella che mi ero fatto con i mass-media. Prima, infatti, pensavo fosse impossibile una convivenza tra cristiani e musulmani». Al di la delle differenze religiose, di sesso, d’etnia – ha concluso Lomarco – «c’è qualcosa di comune tra gli uomini, il cuore, appunto, la parte più profonda di ognuno».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 23 ottobre 2014

Il vescovo Negri esalta la testimonianza di Sambi

26 Ago

2014-08-25 16.36.42La 35° edizione del Meeting di Rimini, “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”, ha visto ieri pomeriggio la partecipazione di Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, alla presentazione del libro “Pietro Sambi. Nunzio di Dio”, di Valerio Lessi (Ed. Cantagalli). All’Eni Caffè Letterario, nella sede di Rimini Fiera, Mons. Negri ha discusso della figura di questo Vescovo e importante diplomatico della Santa Sede insieme all’autore, a Mons. Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede per le Nazioni Unite, e a Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano. Sambi amava definirsi “sacerdote per vocazione, storico per formazione, diplomatico per obbedienza”. Mons. Negri, dopo aver ricordato il primo incontro con Sambi, avvenuto a Gerusalemme, ha concentrato il discorso proprio sul senso della parola “obbedienza”, essenziale per gli ecclesiastici. “Non c’é fede senza obbedienza”, ha proseguito Mons. Negri, “la valorizzazione dell’umano avviene attraverso l’abbandono di sè a una misura piú grande di sè, alla volontà di Dio e al suo corpo, la Chiesa”.

Oggi alle 17, nella stessa sede, il Vescovo parteciperà alla presentazione del libro “I più non ritornano. Diario di ventotto giorni in una sacca sul fronte russo (inverno 1942-43)” di Eugenio Corti (Ed. Ares). Gli altri relatori saranno Cesare Cavalleri, Direttore delle Edizioni Ares, Vanda Corti, Moglie di Eugenio Corti, Paola Scaglione, scrittrice e Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 26 agosto 2014

Mons. Negri, lunedì e martedì la ribalta del Meeting di CL a Rimini

21 Ago

c46b1-negriIeri l’arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri, ha inviato una lettera di  cordoglio a Papa Francesco per il tragico incidente che ha coinvolto alcuni suoi familiari in Argentina. Sempre ieri si è avuta la conferma che l’arcivescovo sarà presente lunedì 25 e martedì 26 agsto alla 35° edizione del Meeting di Rimini, dal titolo “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”, per partecipare a due eventi. Lunedì alle 15 all’Eni Caffè Letterario A3, dopo l’incontro “La lezione di Obama. Come vincere le elezioni nell’era della politica 2.0 ”, vi sarà l’invito alla lettura dal titolo “Pietro Sambi. Nunzio di Dio”. La presentazione del libro di Valerio Lessi (Ed. Cantagalli) vedrà la partecipazione, oltre che di Mons. Luigi Negri, anche di Mons. Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede per le Nazioni Unite. Introdurrà il dibattito Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano.

Domani Martedì alle 17, nella stessa sede, vi sarà l’incontro “Quale futuro per l’Europa? Percorsi per una rinascita” e a seguire la presentazione del libro “I più non ritornano. Diario di ventotto giorni in una sacca sul fronte russo (inverno 1942-43)” di Eugenio Corti (Ed. Ares). A quest’ultimo incontro, oltre a Mons. Luigi Negri, parteciperanno Cesare Cavalleri, Direttore delle Edizioni Ares, Vanda Corti, Moglie di Eugenio Corti, Paola Scaglione, Scrittrice. Introdurrà Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano.

Come ogni anno, anche l’edizione 2014 del Meeting – in programma fino al 30 agosto nella sede di Rimini Fiera – vede la partecipazione di importanti personalità della politica, dell’economia, della cultura e della società, “sarà l’esperienza di un viaggio verso le periferie del mondo e dell’esistenza, in cui paragonarsi con le sfide che la realtà pone”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 agosto 2014

Addio alle suore a Codifiume

7 Lug

chiesa codifiumeLe suore, nel piccolo paese di Santa Maria Codifiume, erano arrivate nel settembre del 1973. Dopo 41 anni di servizio, abbandoneranno la parrocchia e l’asilo che hanno gestito con amore e dedizione. Venerdì alle 18 nella Chiesa dedicata a S. Maria Maddalena vi è stato l’appuntamento per salutare e ringraziare suor Cinzia, suor Vittorisa e suor Marta, alla presenza del Vescovo Mons. Luigi Negri. Prima della funzione religiosa, sono intervenuti Don Andrea Martini, parroco del paese, la Madre Superiora delle Piccole Suore della Sacra Famiglia e lo stesso Vescovo. Quest’ultimo, rivolgendosi alle suore, ha posto l’accento sulla “creatività di fede e di umanità che si è espressa nella vostra opera”. Esse, ha proseguito, “con umiltà e con fecondità di spirito hanno risposto alla fame di Dio” di questa comunità. “Nel silenzio e nella preghiera non vi siete sottratte alla vostra missione”, con spirito di sacrificio. Alla messa, celebrata dal Vescovo e concelebrata da Don Andrea Martini, erano presenti anche il Sindaco di Argenta Antonio Fiorentini e il presidente del Consiglio di Partecipazione Luciano Baraldi. Dal mese di settembre, l’asilo verrà affidato alla cooperativa Consorzio Sì di Ferrara.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 luglio 2014

Dall’assenza di Dio alla verità nella speranza. Testo intervento presentazione “Il sangue di Abele”, 17/06/2014.

18 Giu

Il-sangue-di-abele-frontIeri sera, 17 giugno, sono stato invitato a relazionare per la presentazione del libro di Padre Zef Pllumi, “Il sangue di Abele”, curato da Keda Kaceli.

Tra i relatori, oltre a me, era presente la stessa Kaceli, Fausto Tagliani e Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Don Massimo Manservigi ha introdotto la serata.

Questo il testo del mio intervento.

“Buonasera a tutti. Ringrazio innanzitutto Don Manservigi, Mons. Negri e Keda Kaceli per avermi invitato stasera.

C’è un grido che esce istintivo dalla bocca di Padre Zef: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», lo stesso grido di Gesù sulla croce (Mt 27,46). E in effetti il racconto di quegli anni nell’Albania comunista sembra dimostrare in modo netto la vittoria, il dominio del male, del maligno, attraverso una visione materialista e nichilista dell’uomo. Uomo che – come nei campi di concentramento nazisti o in quelli staliniani – è ridotto a pura materia inerme, a mero oggetto da chi aveva – per usare le parole di Hannah Arendt – una «pretesa di dominio assoluto sull’uomo» (“Le origini del totalitarismo”, 599). È il male radicale, insomma. Sembra che Dio sia assente, lontano, silente.

Tanti sono gli esempi che potrei fare, descritti con coraggio e precisione nel libro: ribelli anticomunisti bruciati vivi nei fienili, le unghie dei prigionieri strappate con delle tenaglie, altri prigionieri costretti a bere la propria urina per non morir di sete, altri ancora sepolti vivi nel fango, l’uso di scariche elettriche…e mi fermo qui, ma c’è anche di peggio…«Per me tutto era solo buio e tenebra» (130), dice Padre Zef a un certo punto del libro.

Sono situazioni disumane che molti cristiani hanno vissuto e vivono ancora oggi. Alcuni cristiani, come ha ricordato Papa Francesco lo scorso 4 marzo durante un’omelia a Santa Marta, infatti ancora oggi semplicemente «sono condannati perché hanno una Bibbia. Non possono [nemmeno] fare il segno della croce».

Solo poche settimane fa l’associazione “Open Doors” (ong nata negli USA) ha pubblicato l’ennesimo rapporto sulle persecuzioni anticristiane nel mondo in un periodo di tempo limitato – dal primo novembre 2012 al 31 marzo 2014. Complessivamente, in un lasso di tempo di soli 17 mesi, nel mondo sono stati 5.479 i fedeli cristiani uccisi, con una media di 322 al mese. Tra chiese, negozi e abitazioni si contano 3.641 edifici distrutti e 13.120 atti di violenza…e c’è da considerare che queste stime sono al ribasso e non considerano paesi quasi inaccessibili dove le persecuzioni sono difficili da quantificare come Corea del Nord, Eritrea, Iran e Cina.

Anche in Occidente sempre di più cresce un ‘fastidio’ verso i cristiani, verso le radici più profonde della nostra cultura – italiana, europea e occidentale. Esistono cioè anche modi ‘non violenti’ per sradicare la religione da un popolo, da una terra, da una storia. Non voglio dilungarmi troppo su questo punto ma cito solo un passaggio – emblematico – di un’intervista rilasciata pochi mesi fa da Paolo Flores d’Arcais, filosofo e direttore della rivista MicroMega: «Va negato radicalmente – dice Flores d’Arcais – e in modo sistematico ogni ruolo pubblico delle religioni nella democrazia, perché qualsiasi [loro] ruolo pubblico minaccia e mette a repentaglio elementi essenziali del sistema democratico». Egli auspica, di conseguenza, per Dio l’«esilio dorato nella sfera privata della coscienza». Benedetto XVI in “Deus caritas est” (2009) definiva questo umanesimo che esclude Dio un«umanesimo disumano».

Eppure, nonostante tutto, tante persone come Padre Zef e come tanti cattolici albanesi, di cui il libro parla, hanno continuato fino all’ultimo a testimoniare la propria fede, non hanno abdicato al ‘pensiero unico’ che il Potere imponeva loro. Hanno, cioè, al contrario di Pilato, continuato a porsi la domanda «Che cos’è la verità?» (Giovanni 18,38). Invece, secondo molti oggi la ricerca della verità è diventata qualcosa di futile o di pericoloso per il vivere comune. La verità impaurisce il Potere, il Potere di quegli uomini che si credono Dio.

La ricerca della verità però non può non essere collegata al concetto di speranza. San Paolo, nella “Prima lettera ai Tessalonicesi” (4,13), dice loro: Non dovete «affliggervi come gli altri che non hanno speranza». La speranza, insomma, sembra poter vincere, sembra poter avere l’ultima parola sul Male.

Trattando dei primi martiri della chiesa, Benedetto XVI nell’enciclica “Spe Salvi”, parla di due basi, di due sostanze della vita dell’uomo. Dice che i martiri hanno sopportato le persecuzioni «perché comunque ritenevano questa sostanza materiale [la loro vita terrena], trascurabile. Potevano abbandonarla, perché avevano trovato una ‘base’ [una sostanza] migliore per la loro esistenza – una base – dice Benedetto XVI – che rimane e che nessuno può togliere». Questa ‘base migliore’ è la fede, una fede forte nella verità.

In conclusione,vorrei citare le parole di un giornalista [de La Stampa], Domenico Quirico, rapito il 9 aprile 2013 mentre si trovava in Siria come inviato di guerra, poi liberato l’8 settembre 2013, dopo cinque mesi di sequestro: dice di aver provato «il silenzio di Dio», ma «essendo io credente, avevo accanto a me qualcosa […]: la presenza di Dio, l’atto semplicissimo del pregare. Questa è stata presente per tutti i 152 giorni della mia detenzione: Dio era lì […], non mi ha mai abbandonato».

Ho finito, grazie a tutti.”

Andrea Musacci

Un mercoledì diverso con preghiere e concerti

29 Mag

10292288_502408149888948_3712856231063150735_nUn’occasione per vivere un mercoledì sera diverso, una serata dedicata ai giovani e alla fede, in quella Piazza Cattedrale teatro, circa un anno fa, di un acceso confronto nato in seguito ad alcune dichiarazioni di Mons. Negri. Stasera avrà luogo “La Soglia”, evento organizzato dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile di Ferrara-Comacchio in collaborazione con l’Associazione “Domus Familiae Padre Daniele” di Padova.

“Il mercoledì universitario – scrive Vincenzo Pisciotta, segretario della Pastorale giovanile diocesana -, che settimanalmente raduna un gran numero di giovani sul sagrato della Cattedrale, spesso ci fornisce – semplicemente constatandone le conseguenze –  gli stimoli per una doverosa riflessione sull’emergenza educativa”. Si comincia alle 17 con la possibilità di visitare sei stands allestiti sul sagrato del Duomo. Si prosegue in serata quando, dalle 21.30 alle 23.30, i battenti della Cattedrale resteranno eccezionalmente aperti per “una Luce nella notte”, iniziativa costituita dall’Adorazione Eucaristica animata con canti, letture e silenzio. Infine, a partire dalle ore 21 in Piazza Municipale vi saranno i concerti dei “GiraffaProject” e dei “De Esperanza”.

Andrea Musacci

Mons. Negri partecipa al laboratorio “Scienza e Fede”

4 Mar

c46b1-negriIl corso di Laboratori Seminariali “Scienza e Fede. La costituzione elementare della materia” in programma all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “B. Giovanni Tavelli da Tossignano” in via Boccacanale di Santo Stefano, 24 prosegue oggi alle 18 con l’intervento di Mons. Luigi Negri Arcivescovo della Diocesi di Ferrara-Comacchio. Dopo l’incontro di ieri col Prof. Gianpaolo Bellini, fisico dell’I.N.F.N. di Milano e l’incontro di oggi, nell’aula magna dell’Istituto di Casa Cini domani interverrà, alla stessa ora, il Prof. Mancin Giacomo, docente di Ontologia e Metafisica presso l’I.S.S.R. di Ferrara.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 04 marzo 2014

Giornalismo, verità, etica a Casa Cini

2 Mar

P1000081Quello dell’informazione giornalistica è un tema delicato vista la possibilità di porsi o a servizio della verità o della sua mistificazione. Su questa questione è ruotata la tavola rotonda svoltasi venerdì alle 21 all’Istituto Casa Cini dal titolo “Comunicazione: servizio all’uomo, servizio alla verità”. È stato Alberto Lazzarini dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ad introdurre uno dei discorsi più importanti: il messaggio del 2008 di Benedetto XVI per la XLII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Un testo definito “epocale” dallo stesso don Manservigi, direttore de La voce di Ferrara – Comacchio, nel quale Ratzinger mette in guardia dal rischio che i mezzi di comunicazione “si trasformino […] in sistemi volti a sottomettere l’uomo”, usati “per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo.” Il rischio, ha proseguito don Manservigi, è che la comunicazione non “rappresenti la realtà, ma la determini”. Per questo, tornando al testo di Benedetto XVI, è più che mai necessaria “un’info-etica così come esiste la bio-etica.”

Sul tema della velocità delle informazioni si è invece soffermato Cristiano Bendin de Il resto del Carlino citando le parole di  Papa Francesco su come “la velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta”. Mentre Dalia Bighinati di Telestense ha parlato dei diversi condizionamenti a cui sono soggetti i media, Stefano Scansani, direttore de la Nuova Ferrara, ha provocato il pubblico e gli interlocutori sottolineando l’assenza nel dibattito dei rappresentanti dell’informazione via web: noi siamo il giornalismo storico – ha proseguito – ma manca la controparte: loro che idea hanno della verità e del giornalismo?”

Mons. Negri ha colto il cuore del tema nella questione antropologica, nell’essenza reale dell’uomo, nella “difesa da parte della comunicazione della persona e della sua dignità”. La questione in quanto antropologica è anche educativa, bisogna cioè chiedersi “chi educa il giornalista a essere uomo? Sentitevi dentro – ha proseguito il Vescovo – un cammino di educazione, la verità dev’essere l’impegno della vita, sentitevi sfidati ad un’umanizzazione, a crescere come uomini nella ricerca della verità”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 02 marzo 2014

(nella foto, da sinistra: Cristiano Bendin, Alberto Lazzarini, Mons. Luigi Negri, Dalia Bighinati, Stefano Scansani, Don Massimo Manservigi)

Il santo Don Bosco ha ripreso il viaggio

20 Feb

Don BoscoAll’alba di oggi l’urna con il corpo del santo Don Giovanni Bosco è ripartita per il suo viaggio lungo la penisola, direzione Forlì. Martedì la nostra città l’ha accolto con rispetto e partecipazione, alla presenza delle maggiori autorità civili e religiose e con i vespri solenni e la S. Messa presieduti dal Vescovo Mons. Negri. Contemporaneamente nell’atrio della Cattedrale è stata inaugurata la mostra a lui dedicata, anch’essa facente parte del tour devozionale “Don Bosco è qui” che si concluderà il 16 agosto 2015, bicentenario della nascita del sacerdote morto il 31 gennaio 1888. Il tema del rapporto coi giovani, della trasmissione intergenerazionale della fede sono al centro dell’esposizione presentata. “Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi”: così a nove anni un sogno rivelatore lo convinse a intraprendere la strada del sacerdozio. Un bambino, Giovanni Bosco, nato in una povera frazione dell’astigiano e rimasto orfano di padre ad appena due anni. La mostra ripercorre le tappe salienti di questa vita vissuta per strada, a stretto contatto con la “povertà materiale e spirituale” – per usare le parole di Mons. Negri – dei tanti “ragazzi di vita”, bambini e adolescenti costretti a lavorare fin dalla più tenera età o finiti in prigione.

È del 1841 la fondazione del primo oratorio da lui tanto desiderato e del ’52 la benedizione della Chiesa di San Francesco di Sales, dal quale prenderà il nome l’Ordine dei Salesiani. Dal ’45 in poi costruirà altri oratori, scuole serali, laboratori, officine, convitti per studenti, collegi, case salesiane, anche in America Latina. Un ottimo esempio, dunque, di come affrontare, anche oggi, l’emergenza educativa e uno stimolo per la “nuova evangelizzazione”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 20 febbraio 2014

Corpo di un Santo. Ostensione dell’urna di Don Bosco (Ferrara, 18-20 febbraio ’14)

19 Feb

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