Ieri alle 10 al MEIS in via Piangipane 81, è stata inaugurata la mostra “Viaggio e Memoria: tracce, parole, segni”, promossa dal Liceo Artistico “D. Dossi”, dalla Fondazione MEIS e dall’ISCO di Ferrara, e curata dal Dosso Dossi e da diverse scuole medie della provincia. Attraverso le opere degli studenti si è dato vita ad un percorso di recupero e di rielaborazione della tragedia della Shoah.
Ad inaugurare l’esposizione il Prefetto di Ferrara Michele Tortora, Il Rabbino Luciano Caro, Anna Quarzi, presidente dell’ISCO e il vice Sindaco Massimo Maisto, oltre al Preside dell’Iss Aleotti-Dosso Dossi Fabio Muzi e ad alcuni insegnanti che hanno curato il progetto. Le parole di Luciano Caro – “per noi ebrei la Giornata della Memoria è tutti i giorni” – rendono bene l’importanza di “elaborare ancora quel che è successo”. Fabio Muzi ha inoltre aggiunto come la Giornata della Memoria “non debba ridursi ad un rito”, ma debba segnare un percorso, dare stimoli profondi. E così il viaggio è stato scelto come pungolo per riflettere su questa immane tragedia, e la scuola, “fondamentale per l’acquisizione del sé personale e del sé collettivo”, non può che essere protagonista di questo percorso.
Gianna Perinasso, una delle docenti coinvolte, ha invece posto l’attenzione sull’importanza di “costruire, inventare parole e segni per poi rielaborare il passato. Il viaggio – ha aggiunto – è scoperta, incontro e esplorazione di sé e dell’altro.” Accompagnati dalle musiche originali di Jacques Lazzari, è possibile percorrere questo cammino attraverso i volti, i segni, i luoghi del dolore, della memoria e della speranza, nel quale le vicende dei giovani artisti si intrecciano con la Storia, con l’essenza del nostro essere umani. Fino al 23 febbraio la mostra sarà visitabile nei seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 14 alle 18, domenica 10-18, sabato chiuso e la mattina su appuntamento a info@meisweb.it .
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 27 gennaio 2014
(Nella foto, da sx: Massimo Maisto, Anna Quarzi, Luciano Caro, Michele Tortora, Gianna Perinasso, Fabio Muzi)

Un nuovo ciclo di incontri, organizzato dagli Istituti Gramsci e di Storia Contemporanea di Ferrara, inaugura oggi alle 17 nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea. Nell’anniversario del centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, attraverso tredici appuntamenti dal titolo “La Grande Guerra e il Novecento europeo” si cercherà di approfondire il tragico evento che sconvolse l’Europa e cambiò il “secolo breve”. Dopo i saluti del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, la presentazione del programma del ciclo sarà affidata a Fiorenzo Baratelli, presidente dell’Istituto Gramsci. Seguiranno le letture di Fabio Mangolini e Magda Iazzetta, col coordinamento e la scelta dei testi da parte del prof. Piero Stefani. Presiederà Anna Quarzi, presidente ISCO Ferrara. Questi gli incontri di febbraio e marzo: il 7 febbraio “La Grande Guerra e la storia del Novecento”, di Emilio Gentile; “Il tempo e lo spazio: la percezione del mondo alla vigilia della grande guerra.” di Maura Franchi il 21 febbraio; “Il pacifismo di fronte alla Grande Guerra”, di Alberto Castelli il 7 marzo e “L’internazionalismo alla prova: il movimento operaio europeo di fronte alla Grande Guerra.”, di Michele Nani il 28 marzo.
Papa Francesco si sta dimostrando, sempre più, una guida e un esempio per molti, credenti e non, nonché in piena continuità dottrinale con chi l’ha preceduto sul soglio pontificio, in particolare con Benedetto XVI. Oggi alle ore 17, presso la sala dell’Istituto di Storia Contemporanea in vicolo Santo Spirito, 11 si terrà l’incontro-confronto su “La ‘gioia del Vangelo’ ”, dedicato all’Esortazione apostolica del nuovo Pontefice, “Evangelii Gaudium”, da poco pubblicata. Introdurrà l’incontro Piero Stefani, dell’Università di Ferrara e presenterà Fiorenzo Baratelli, direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara.
Il punto di vista dell’ermeneuta, quindi, non è più oggettivo, ma si attua in un movimento di avvicinamento-distanziamento tipico del momento interpretativo. È attraverso questo processo, e passando anche per una critica “ermeneutica del sospetto”, che il soggetto si modifica, si costituisce. Attraverso la “narrazione”, il racconto nel tempo, è possibile, per il singolo o per il gruppo (ad esempio, il popolo d’Israele), compiere un autentico discorso sull’identità.


