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UIL Ferrara, un volume per  non perdere la memoria

26 Set

“Ritratto di un sindacato” è il nome dell’album fotografico appena edito. Storia e simboli di una comunità che si rinnova

È in un bar del centro di Ferrara, nel gennaio del 1950, che inizia la lunga storia della UIL Ferrara. In questa realtà fatta di tante lotte e vertenze si inserisce il volume, appena edito, intitolato Ritratto di un sindacato.  Album fotografico della UIL di Ferrara (2009-2022) (Edizioni Guardamagna), curato da Roberto Roda e Massimo Zanirato con la collaborazione di Emiliano Rinaldi. Volume che si pone come primo passaggio per un riordino archivistico dei documenti, in particolare dei materiali fotografici, del sindacato ferrarese. Le immagini, infatti, in buona parte provengono dagli archivi di Roda (etnografo e fotografo ferrarese), di Massimo  Zanirato, Segretario generale UIL Ferrara, e della Camera Sindacale Territoriale.

La pubblicazione è stata presentata la mattina di mercoledì 21 settembre durante il 18° congresso provinciale della UIL, tenutosi all’Hotel Lucrezia Borgia di Ferrara. Congresso che ha decretato lo scioglimento della UIL Ferrara e la sua confluenza nella UIL-Emilia, che unirà le diverse UIL regionali.

Una vicenda collettiva, quella della UIL, nata nell’alveo del sindacalismo riformista, fin da subito legato – pur nella sua autonomia – alla cosiddetta “sinistra laica” (Partito Socialdemocratico, Partito Socialista e Partito Repubblicano), e che ha come sua figura di riferimento Bruno Buozzi, sindacalista e politico socialista originario di Pontelagoscuro, ucciso dai nazisti nel 1944 a Roma, in quello che è chiamato l’Eccidio de La Storta.

Stare fra la gente, ascoltarla, guardarsi negli occhi, tanto nelle assemblee quanto nei picchetti o nei cortei: questa è l’anima di un sindacato, pur nell’epoca dei social, della comunicazione virtuale, e, almeno negli ultimi due anni, del distanziamento sociale. Su questo riflette il Segretario Zanirato, ed è lo spirito che pervade l’intera pubblicazione. Un lavoro corale di una comunità che ha scelto di mettere un punto fermo in una svolta importante della propria storia, consapevole dell’importanza di non dimenticare l’identità – per quanto continuamente bisognosa d’essere rinnovata (ma non stravolta) -, dunque le proprie radici e i propri valori fondativi. E, al tempo stesso, di ringraziare i veri protagonisti delle vicende che l’hanno contraddistinta: le tante lavoratrici e lavoratori, i tanti delegati e dirigenti che ancora oggi, in una fase storica di profonda crisi della rappresentanza – sindacale e non solo -, spendono la propria vita al servizio di una società più libera e giusta, partendo dal mondo del lavoro.

Risulta dunque di particolare importanza la presenza nel volume, oltre alle tante ed emozionanti fotografie, di testi esplicativi delle forme di partecipazione del sindacato: le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori, gli attivi dei delegati, i direttivi o consigli. Ma non solo: i tanti dibattiti, convegni e tavole rotonde per diffondere la cultura del lavoro, gli scioperi e le manifestazioni, non solo per il lavoro, ma ad esempio per la pace e contro le mafie. E, infine ma non meno importante, l’attenzione dei curatori anche per l’aspetto formale-comunicativo. Perché la storia di una comunità, per essere vissuta, trasmessa e rievocata, non può mai prescindere da un linguaggio condiviso e da un solido universo simbolico e rituale.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 30 settembre 2022

Il gioco e la visione. Quando tutto sembra ciò che non è: il libro con le sculture di Farina

3 Mag
foto di Simone Sabbioni

“C’è una fiaba in ogni cosa” è il nome del volume appena uscito (curato da Emiliano Rinaldi e Roberto Roda) con gli scatti di sei fotografi in cui protagoniste sono le sculture di Elisabetta Farina

Oggetti e alimenti quotidiani perdono la propria “utilità” e divengono opere d’arte, dando vita a intrecci e sovrapposizioni fra forme artistiche diverse.Si intitola “C’è una fiaba in ogni cosa. Le allegre sculture di Elisabetta Farina” il volume da poco uscito per Editoriale Sometti e curato da Emiliano Rinaldi, fotografo, grafico e curatore, e Roberto Roda, fino al 2018 attivo nel Centro Etnografico ferrarese. Il libro raccoglie i risultati di un workshop fotografico promosso dal Fotoclub Ferrara in sinergia con l’Osservatorio Nazionale sulla fotografia e svoltosi tra il 2018 e il 2019. Protagoniste degli scatti sono le creazioni dell’artista Elisabetta Farina – ferrarese ma residente a Doha, in Qatar –, a metà tra scultura e design, diventate il soggetto di brevi sequenze fotografiche concettuali tra gioco, fiaba e sogno. Il gruppo di fotografi del Fotoclub è composto da Maurizio Bottazzi, Enrico Chiti, Francesco Marconi, Simone Sabbioni, Luca Zampini e Nedo Zanolini. La mostra, tra fine 2019 e inizio 2020 è stata esposta prima al Centro Culturale “Mercato” di Argenta, poi nella libreria-galleria “La Pazienza” gestita da Valentina Lapierre in via de’ Romei a Ferrara. E ora questa pubblicazione, che chiude un percorso di didattica fotografica iniziato nel 2012 con “Ai margini della realtà” dedicato a Blow Up di Antonioni, e proseguito prima nel 2014 con “Giallo, noir e perturbante” (con richiami kubrickiani), poi nel 2016 con “Incatenare Angelica. Chi la salverà?” per i 500 anni dell’Orlando Furioso.Tre sono le parti in cui si divide il progetto artistico. La prima, ambientata nel ristorante “381 Storie da gustare” in piazzetta Corelli a Ferrara, vede pin-up “della porta accanto” giocare con alcune opere della Farina, giganteschi dolci di tessuto, morbidi e opulenti. L’inganno è palese, anzi incentivato: l’ordinarietà del cibo è stravolta, svelando l’intento del “gioco”: nella loro materia, nelle loro dimensioni, le cose appaiono ciò che non sono, rimandando a un puro divertissement estetico. Sono opere d’arte, dunque “inutili”, inutilizzabili, non consumabili. Sono protagoniste di un rito diverso da quello della sacralità culinaria, ma che anzi nella loro leggera irriverenza richiamano l’infanzia. La malizia la aggiungono le modelle, ammalianti ma genuine nella loro stucchevolezza. Il gigantismo dolciario, nella sua surrealtà, sembra un omaggio (o uno sberleffo?) all’inutile, al chiassoso, all’abbagliante universo del consumismo. Con la differenza che nel consumo tutto ha un prezzo, non c’è la gratuità del gioco artistico nella sua purezza, l’abbaglio non confonde per mostrare l’essenza delle cose, ma è vero accecamento.E a proposito di luci e bagliori, nello show room sulle colline di Rimini allestito dall’azienda RiminiRock, specializzata nella produzione di “rocce artificiali” (ad esempio per scenografie di stabilimenti termali), sono ambientate alcune delle fotografie della seconda parte. Le lampade artistiche della Farina prendono il posto, con le loro forme rigidamente definite, dei “cuscini” alimentari di prima. Le luci ora si fanno più soffuse, l’oscuro pervade e avvolge le figure, l’imprevedibile prende il posto dello sfacciato. La stessa allure si fa evanescente, la lampada assopisce, cattura brani dell’anima per una ritualità differente, meno patinata e più esoterica, dove l’eros è più carnale e arcaico.“Gli abitanti dell’Isola di Plastica raccontano la loro storia” è, infine, il nome della terza parte del progetto, anch’esso ambientato fra le finte rocce di RiminiRock. Di nuovo le lampade sono protagoniste di una visionaria fiaba ambientata – con ironia –  nelle oceaniche “Isole di Plastica”, un mondo dove qualsiasi cosa è composta da questo materiale. Degna conclusione, insomma, di un progetto artistico dove l’artificialità la fa da padrone, ora con ironia ora con lieve sensualità: in ogni immagine, tutto è falsificato, ingannevole. Nulla è ciò che sembra. O forse, nulla è ciò che ci si aspetta che sia, e questa non prevedibilità, questa non funzionalità, forse, in fondo, è proprio ciò che permette tanto il gioco quanto il rito, tanto il sogno quanto la visione.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 7 maggio 2021

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Ad Argenta quattro mostre per fantasticare con l’arte e le fiabe

14 Nov

unopera-di-rinaldi-e-malaguti

Un’opera di Rinaldi e Malaguti

“Fantasticare con l’arte. 4 mostre dedicate a fiabe, miti e visioni fantastiche” è il nome della rassegna che vede oggi pomeriggio a partire dalle ore 17 l’inaugurazione di quattro esposizioni nel Centro Culturale Mercato in Piazza Marconi ad Argenta.

Innanzitutto, al piano terra dello stabile verrà esposta “Miti classici e moderni” con opere del pittore Edgardo Versari Dani, e a cura di Lucio Scardino. Tre mostre curate dal Centro Etnografico di Ferrara verranno, invece, ospitate nel piano superiore. La prima si intitola “Fiabe, fablieaux, bestiari e filastrocche”, con pastelli e incisioni di Anna Bergamini, a cura di Rita Rizzioli e Roberto Roda. Anna Bergamini mette in mostra i suoi sogni iconici, le sue fiabe iconografiche intrise di medioevi popolareschi, di fablieaux, di bestiari fantastici, di filastrocche infantili trasfigurate. La seconda esposizione, organizzata con M’Arts Mots Culture e Galleria L’Arche di Saint Geniez d’Olt, Francia, insieme a Casa Vidoni, si intitola “Fisionomie di un ignoto Oriente”, e vede protagonisti dipinti e pastelli di Joseph Auquier. La mostra è curata da Greta Gadda ed Emiliano Rinaldi. Nato ad Alés nel 1954, Joseph Auquier è pittore, fotografo, ceramista, poeta e organizzatore di importanti eventi culturali. Nei mesi scorsi ha esposto a Bondeno e a Ferrara. Infine, la terza mostra, intitolata “Cappuccetto rosso e Cenerentola contro Barbablù”, con i racconti fotografici di Emiliano Rinaldi e Luna Malaguti.

Le mostre sono visitabili, a ingresso libero e gratuito, fino al prossimo 4 dicembre, da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30, da giovedì a domenica dalle 15.30 alle 18.30, chiusura il lunedì.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 novembre 2016

Argenta pronta a inaugurare due mostre dedicate all’Orlando furioso

6 Ott

francesca-della-toffola-il-sogno-di-angelica-2016

Francesca della Toffola, Il sogno di Angelica, 2016

Le mille rappresentazioni artistiche dall’Orlando furioso non potrebbero essere contenute nemmeno nel più grande museo al mondo. Ma le due mostre che sabato alle 17 inaugurano nel Centro Mercato di Argenta si presentano come grandiosi e per nulla banali progetti dedicati al poema ariostesco.

La prima delle due, “Nel giardino del mago. Omaggi all’Orlando furioso”, curata da Emiliano Rinaldi e Roberto Roda, è organizzata dall’Assessorato alla Cultura e dal Centro Culturale Mercato col Centro Etnografico del Comune di Ferrara. La mostra, divisa in due sezioni, raccoglie irriverenti ed eccentrici omaggi al Furioso, e propone un viaggio fra pittura, incisione, illustrazione, fotografia, fumetto e design. Il percorso si dipana dall’inizio del ‘900 a oggi, riscoprendo opere inedite. La prima parte è dedicata alla figura di Angelica esposta all’orca marina e tratta in salvo da Ruggiero, forse la scena che ha maggiormente intrigato la fantasia degli artisti. La seconda sezione offre, invece, una variegata scelta di opere. In parete i seguenti artisti: Vittorio Ardizzoni, Joseph Auquier, Maurizio Bonora, Lucia Castelli, Sara Cestari, Enrico Chiti, Carlo Cianferoni, Francesca Della Toffola, Ivano Ferrari, Marcello Framba, Lanfranco, Franco Patruno, Rita Petruccioli, Alessia Pozzi, Gabriel Pascal Quidor, Vito Tumiati, Gianfranco Vanni “Collirio”, Bruno Vidoni, Nedo Zanolini, Luca Zampini, Tiberio Zucchini.

L’altra mostra che inaugura è “Bruno Vidoni. Orlando, le guerriere e il cavaliere inesistente”, a cura di Greta Gadda, Emiliano Rinaldi e Roberto Roda, e realizzata anche grazie a Casa Vidoni. L’esposizione arriva ad Argenta dopo le tappe di Ferrara e Bondeno e dopo il successo conseguito durante l’estate in Francia, al museo Boudou di S.te Eulalie d’Olt. Entrambe le mostre sono visitabili fino al 6 novembre da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30, da giovedì a domenica dalle 15.30 – 18.30.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 ottobre 2016

Il centese Vidoni vola in Francia con le sue foto

4 Lug

Vidoni - Les magies d'AlcineUn artista centese, Bruno Vidoni, è sbarcato nei Midi-Pirenei, per una collaborazione artistica tra il nostro territorio e un’associazione culturale francese. Fino al 27 agosto, la mostra inaugurata l’altro ieri, “Bruno Vidoni. Les magies d’Alcine et d’autres fantaisies photographiques” sarà, infatti, esposta al Museo Boudou di S.te Eulalie d’Olt (dedicato al poeta-scrittore Jean Boudou, nella regione Linguadoca-Rossiglione-Midi-Pirenei), ospite della nona edizione dei “Rencontres Photographiques di St Geniez d’Olt”, importante manifestazione di cultura fotografica. Organizzatori dei “Rencontres” sono Myriam Angilella – Scot (scrittrice, docente e direttrice della Galleria L’Arche) e il pittore e fotografo Joseph Auquier dell’associazione culturale M’Arts Mots Culture. I due proseguono così il proficuo rapporto con Roberto Roda del Centro Etnografico di Ferrara, con Casa Vidoni della vedova Marina Ferriani, e con i due curatori Greta Gadda ed Emiliano Rinaldi.

I “Rencontres”, che prevedono una quarantina di mostre fotografiche, alcune pittoriche e numerosi incontri letterari, si svolgono in otto località: Campagnac, Saint-Saturnin-de-Lenne, Saint-Martin-de-Lenne, Perrefiche-d’Olt, Sainte-Eulalie-d’Olt, Saint-Geniez-d’Olt, Prades-d’Aubrac, Castelnau-de-Mandailles. In parete tutte le fotografie esposte nella mostra “Orlando, le guerriere e il cavaliere inesistente”, presentata in due tappe tra febbraio e marzo scorsi al Liceo Dosso Dossi e alla Biblioteca Ariostea di Ferrara. Inoltre, saranno esposte altre fotografie inedite dell’artista centese. È prevista anche la pubblicazione di un catalogo in edizione bilingue, francese-italiano, e di uno in lingua francese. Per il finissage della mostra è prevista la presenza (ancora da confermare) di una piccola delegazione dei curatori ferraresi.

La scorsa estate, in occasione dell’ottava edizione dei “Rencontres” sono state presentate le opere di Roberto Roda (con “Scatti fugaci”) ed Emiliano Rinaldi per il libro “Piccola geografia della memoria, appunti di iconografia sismica”, scritto con Antonella Iaschi. Infine, lo scorso aprile Joseph Auquier ha esposto contemporaneamente proprie opere (dipinti, foto e disegni) in tre luoghi del nostro territorio: Casa d’arte “Il vicolo” a Bondeno (vicolo della Posta, 9), Antica Osteria Scciancalegn di Ponte Rodoni (via Virgiliana, 221), e Galleria del Carbone di Ferrara (via del Carbone, 18/a).

Andrea Musacci

Pubblicato (in versione ridotta) su la Nuova Ferrara il 04 luglio 2016

Auquier, le opere in parete al Carbone

4 Apr

[Qui la mia galleria fotografica della mostra]

Jospeh Auquier al Carbone

Joseph Auquier al Carbone

Sabato nella Galleria del Carbone di Ferrara Greta Gadda ha presentato la personale di Joseph Auquier “I sogni del signor Moreau”, visitabile fino al 17 aprile. Il riferimento è al pittore Gustave Moreau e al suo simbolismo arcano, che molto ispira le creazioni di Auquier. In parete vi sono 14 tele e 5 disegni realizzati tra gli anni ’90 e i primi del 2000, dal forte sapore mistico ed esoterico, divise in due periodi: nelle prime sono presenti anche strutture, geometrie e colori caldi, mentre nelle successive dominano apparizioni, auree spiritualiste e visionarie.

Joseph Angilella (questo il suo vero cognome, di origini veneziane) si occupa anche di fotografia, in particolare di nudo femminile, sempre con ricorrenti atmosfere fantastiche, che ricordano gli scatti ariosteschi di Bruno Vidoni. Per questo, in estate una mostra di foto dell’artista centese sarà esposta al Museo Marcel Boudou a Saint Eulalie d’Olt, in Francia, per continuare questo scambio artistico tra la Galleria L’Arche gestita da Auquier e la moglie Myriam Angilella-Scot, critica d’arte, e la triade Casa Vidoni (gestita da Marina Ferriani), Galleria del Carbone e Centro Etnografico guidato da Roberto Roda.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 04 aprile 2016

Il “fantastico” padano secondo Lanfranco, Vidoni e Pederiali

11 Mar

Roberto Roda

Roberto Roda

“Immagini e pagine ‘furiose’ ritrovate fra le pieghe del ‘fantastico’ padano. Da Lanfranco a Bruno Vidoni a Giuseppe Pederiali” è il nome dell’incontro in programma oggi alle ore 17 nella Biblioteca Comunale Ariostea. L’incontro vedrà Roberto Roda, Responsabile del Centro Etnografico ferrarese, relazionare sul rapporto tra il nostro territorio e la produzione fantastica dei tre sopracitati autori.
Lanfranco fu esponente del “Realismo fantastico”, che negli anni ’60 faceva capo alla rivista “Planète”, mentre Bruno Vidoni (1930-2001) dialogò con il Furioso e col Cavaliere inesistente di Italo Calvino. La seconda parte della mostra delle sue opere dedicate alle due opere, è ancora visitabile nella Sala Ariosto della Biblioteca. Infine, verrà affrontata la passione per l’Ariosto del romanziere Giuseppe Pederiali (1937-2013).

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’11 marzo 2016

In Ariostea nuova tappa espositiva per l’Orlando vidoniano

10 Mar

Lo sconfinato immaginario vidoniano, con i suoi cavalieri e le sue femmine spettrali, rivive in una nuova esposizione nella Biblioteca Comunale Ariostea.

Nella Sala Ariosto, al primo piano di Palazzo Paradiso in via delle Scienze a Ferrara è, infatti, possibile visitare la seconda parte della mostra “Bruno Vidoni. Orlando, le guerriere e il cavaliere inesistente”, a cavallo tra simbolismo, fumetto, epica e ironia.
La mostra, curata da Greta Gadda, Emiliano Rinaldi e Roberto Roda, è visitabile fino al 2 aprile da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19, sabato dalle 9 alle 13.

Qui alcune delle immagini esposte.

Andrea Musacci

Nella Biblioteca Ariostea, Vidoni e Orlando fanno il bis

6 Mar

Bruno VidoniIeri mattina nella Sala Ariosto della Biblioteca Ariostea in via delle Scienze a Ferrara è stata inaugurata la seconda parte della mostra “Bruno Vidoni. Orlando, le guerriere e il cavaliere inesistente”.
Nel 1974, anno delle celebrazioni per i 500 anni della nascita di Ludovico Ariosto, Vidoni ritorna alla pittura richiamando l’Orlando Furioso e il Cavaliere inesistente di Italo Calvino. Dal 1987 fino al 1992, Vidoni riversa nella fotografia alcune delle precedenti intuizioni, affrontando insieme all’amico Giorgio Celli un interessante progetto. Mentre la sezione allestita al Dosso ha privilegiato la pittura, la mostra in Ariostea propone un itinerario attraverso documenti, disegni, incisioni, matrici calcografiche, stampe fotografiche vintage e immagini da negativi e diapositive originali. La mostra, curata da Greta Gadda, Emiliano Rinaldi e Roberto Roda, è visitabile fino al 2 aprile da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19, sabato dalle 9 alle 13.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 marzo 2016

Al Centro Mercato di Argenta saluta Vidoni e la Metafisica

28 Feb

mostra vidoni argentaOggi è l’ultimo giorno disponibile per visitare nel Centro culturale Mercato in Piazza Marconi ad Argenta, la mostra “Bruno Vidoni. Dialoghi con la Metafisica”, nella quale, tra l’altro, sono esposti per la prima volta i due manichini metafisici da lui dipinti in stile dechirichiano.
La mostra, pensata in contemporanea con l’esposizione visitabile fino a oggi a Palazzo dei Diamanti, “De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie”, è curata da Greta Gadda, Emiliano Rinaldi e Roberto Roda, protagonisti del progetto di recupero dell’opera vidoniana.
La mostra argentana indaga una parte specifica della produzione artistica di Vidoni, quella in cui l’artista omaggia, rielaborandole, le atmosfere metafisiche dei dipinti di De Chirico e Carlo Carrà. La mostra, a ingresso libero, è visitabile dalle 15.30 alle 18.30. Infine, nel bookshop del Centro Mercato è disponibile il catalogo, “Bruno Vidoni. Dialoghi con la Metafisica” (Ed. Sometti, Mantova).

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 28 febbraio 2016