Archivio | 11:14

Il disequilibrio europeo al Festival di Internazionale

5 Ott

Ferrara – L’Europa e il progetto dell’Unione Europea sotto i riflettori del Festival di Internazionale a Ferrara. Ieri pomeriggio, nell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, ha riscosso un ottimo successo l’incontro dal titolo “Europa, aiuti umanitari e diritto d’ingerenza”.

Tantissimi i giovani fra il folto pubblico per ascoltare Michael Braun, del quotidiano tedesco Die Tageszeitung, Pierre De Gasquet, de Les Echos, uno dei principali giornali economici francesi, il belga Nicola Delcroix, membro del Seae, il Servizio Europeo per l’Azione Esterna e James Walston dell’American University of Rome. Ad introdurre e a moderare il confronto il vicedirettore di Internazionale, Jacopo Zanchini.

De Gasquet ha spiegato la differenza tra la volontà del governo socialista di Hollande di intervenire in Siria e le strategie dei governi Chirac e Sarkozy. La differenza fondamentale sta nel superamento della cosiddetta “linea rossa”, vale a dire nell’uso di armi chimiche contro civili da parte del regime di Assad. Detto questo – ha continuato De Gasquet – resta il problema dell’egemonia jihadista tra i ribelli siriani. Mentre Braun ha sottolineato la riluttanza tedesca, fin dal secondo dopoguerra, a interventi militari in altri Paesi, Walston ha elencato i quattro criteri che legittimano un intervento armato: legalità, difesa dei diritti umani, sicurezza e praticabilità. Il dibattito è dunque proseguito riflettendo sull’attuale situazione in Libia, e sui presunti progressi rispetto al precedente regime di Gheddafi.

Tutti i relatori, seppur con sfumature diverse, hanno mostrato scetticismo riguardo all’attuale regime libico nonchè rispetto all’applicazione pratica della risoluzione dell’ONU a favore dell’intervento militare.

Andrea Musacci

Pubblicato su Ferrara 24 ore il 05 ottobre 2013

Gli alunni del Roiti e dell’Ariosto processano l’Europa

5 Ott

Ferrara – Al Festival di Internazionale sembra di essere in un’aula di tribunale. Non è una provocazione ma è l’impressione che si è avuta entrando stamattina in Piazza Municipale. Alle 11, infatti, si è svolto il primo dei due “processi all’americana”, dal titolo “L’Europa alla sbarra.

L’Unione serve a qualcosa o è solo burocrazia?”. Alcune ragazze e ragazzi del Liceo Roiti e del Liceo Ariosto di Ferrara erano, infatti, presenti all’incontro nei panni dei Pubblico Ministero e della difesa. Sul banco degli imputati sedeva, dunque, l’Europa, o meglio l’Unione Europea. Nel ruolo di Giudici vi erano Emilio Dalmonte, Vice Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Tonia Mastrobuoni de La Stampa e Andrea Pipino di Internazionale.

A moderare il dibattito/processo Federico Taddia, attuale conduttore su Radio24 de “L’Altra Europa”.

Il dibattito è iniziato con la lettura di due capi d’accusa rivolti all’Europa. Le immagini del Presidente della Commissione Europe Barroso, del Presidente del Parlamento Europeo e del Presidente del Consiglio europeo hanno dato il via all’obiezione sulla mancanza di legittimità delle istituzioni europee, sulla poca credibilità di queste tra i cittadini dei vari paesi membri e sulle politiche riguardanti i paesi più deboli, i cosidetti PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna).

Per controbattere alle argomentazioni dell’accusa, la difesa ha mimato un dialogo su un tram tra un giovane e un anziano, nel quale il primo dimostrava all’interlocutore alcuni dei progressi fatti negli ultimi anni dall’Unione Europea: la tessera sanitaria europea, la validità continentale della patente di guida, le nuove politiche fiscali e ambientali, l’elezione del Parlamento europeo.

I successivi interventi dei tre giudici hanno, quindi, sottolineato i pro e i contro delle argomentazioni dei giovani studenti, evidenziando come, nonostante i le numerose lacune dell’UE, molti passi in avanti siano stati fatti, soprattutto negli ultimi vent’anni.

Andrea Musacci

Pubblicato su Ferrara 24 ore il 04 ottobre 2013

«Se questa è una donna», storie di stupri e infibulazioni

5 Ott

se questa è una donna

All’interno del programma del Festival di Internazionale, ieri alle ore 18 nel Chiostro di S. Paolo in p.zzetta Alberto Schiatti vi è stata la presentazione del libro di Luca Attanasio intitolato “Se questa è una donna” (L’Erudita, 2013). L’autore ha dialogato con Stefania Mascetti, giornalista di Internazionale. L’opera narra le storie, tragiche e appassionanti, di tre donne, Shirin, Aminata, Yergalum.  Questi racconti sono nati dai colloqui di Attanasio con alcune donne vittime di tortura presso il servizio per richiedenti asilo dell’ospedale San Gallicano di Roma, nel periodo compreso tra il settembre 2009 e il giugno 2011. “Sono donne che hanno compiuto vere e proprie odissee, sono eroine dei giorni nostri”, ha spiegato l’autore. E in effetti sono segnate nell’anima e nel corpo, vittime di stupri e di infibulazioni. Nonostante ciò sono donne, ragazze forti, non rassegnate, e rappresentano in un certo senso anche “l’archetipo del desiderio di libertà e giustizia.” Tre donne che hanno, infine, ottenuto lo status di rifugiate politiche dopo aver passato innumerevoli inferni, dalla Libia al mar Mediterraneo.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 ottobre 2013

Frammenti di città in Ripagrande

5 Ott

Oggi alle ore 18.30 vi sarà l’inaugurazione della mostra personale “Frammenti di città”, del fotografo Giovanni Peressotti. Location dell’evento la sede dell’Associazione Rrose Sélavy in via Ripagrande, 6, che a fine agosto ha ospitato la mostra di Eva Montanari, “Donne d’acque dolci”.

L’esposizione si potrà visitare mercoledì, venerdì, sabato dalle ore 15.00 alle 19.00, fino al 20 ottobre prossimo.

Il centro di una stanza diventerà il centro di un mondo fatto di luoghi urbani non consueti, luoghi che Giovanni Peressotti, fotografo-architetto, ha cercato e composto per dare forma ad una complessità inquieta e mai banale come quella della città contemporanea. Barcellona, Berlino, Ferrara, Sarajevo, frammenti di città che si muovono e che si amalgamano l’una con l’altra senza seguire una logica geografica.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 ottobre 2013