Dau presenta la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea a Ferrara. Oggi l’inaugurazione, l’allestimento all’Imbarcadero sarà visibile fino a domenica

Francesco Dau
«Voglio far emergere la genialità, vera essenza del fare artistico. Spesso il chiacchiericcio retorico di molti offusca l’arte, che è, invece, visione e silenzio». Si presenta così Francesco Dau, che oggi inaugura l’8° edizione della Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Ferrara, fino a domenica in programma nelle Sale Imbarcadero del Castello. 58 gli artisti selezionati per questo evento ideato nel 2000 e organizzato fino al 2014 dall’Associazione Pro Art di Paolo Orsatti, con sede all’Idearte Gallery in via Terranuova. Alcuni mesi fa Orsatti – vista la mancanza di sponsor e collaboratori – ha deciso di cedere l’organizzazione a Dau, artista informale, curatore e gallerista originario di Sassari ma residente dallo scorso novembre a Mantova, dove dirige, tramite l’Associazione Giotto Art, lo spazio d’arte contemporanea Muses Art Gallery.
Dau, neo Direttore Artistico e Scientifico della Biennale, ha dunque accettato la sfida e per tre giorni “occuperà” parte dei sotterranei dell’ex residenza degli Estensi con un profluvio di arte contemporanea. Oggi alle 15.30 avrà luogo l’inaugurazione ufficiale alla presenza del curatore Giorgio Grasso, noto critico e storico dell’arte e, tra l’altro, curatore del Padiglione Italia alla 54° Biennale di Venezia. Durante il vernissage verrà anche annunciato l’artista premiato, che esporrà una mini-personale di una settimana presso la Muses Gallery. L’artista verrà selezionato da una giuria scientifica composta da tre esperti, vale a dire un collezionista, un mercante d’arte e un critico.
«Sono da un trentennio nel mondo dell’arte – ci racconta Dau – e in 17 anni ho organizzato un centinaio di mostre. Per la Biennale sono pervenute quasi 200 richieste: ho cercato in particolare di valorizzare i giovani talenti, e in generale di selezionare secondo criteri oggettivi, quali la tecnica, lo studio e la ricerca che sottintendono la creazione artistica». La riflessione sulle opere scelte diventa un ragionamento più ampio sull’arte e sul suo stato attuale. «L’arte è soggettiva, un’opera famosa può affascinare una persona meno che un’opera non celebre». Vi è, insomma un quid nell’opera d’arte, qualcosa di “personale”. Al tempo stesso, però, «la qualità di un’opera non è soggettiva», ma, come detto, richiama criteri oggettivi. In mostra nell’Imbarcadero vi saranno opere di pittura e scultura, ma anche fotografiche e di design artistico. Stili e tecniche tra le più differenti si confronteranno, passando dal figurativo all’astratto, dall’informale al concettuale. Durante l’inaugurazione verrà anche presentato il catalogo in formato cm. 15×15, curato da Francesca Ioime, co-organizzatrice della Biennale, compagna di Dau anche nella vita e co-fondatrice della Muses Gallery. «L’organizzazione della Biennale è stata molto impegnativa – prosegue Dau –, per fortuna mi ha aiutato tantissimo Francesca», anch’essa pittrice e residente a Mantova da 14 anni.
L’arte contemporanea – troppo spesso elitaria e legata a logiche di mercato – a Ferrara fatica a sfondare, ma, secondo Dau, «è un problema che riguarda tutto il nostro Paese, anche le grandi città, e dipende dal fatto che l’Italia è ancora troppo legata al proprio passato artistico». A questo tipo di difficoltà, già sperimentate dai fondatori della Biennale e da altri galleristi ferraresi, se ne aggiungono altre legate alle assurde trafile burocratiche e ai costi eccessivi per un’esposizione in Castello, e che, invece, secondo Dau, altrove «sono decisamente più contenuti».
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 24 giugno 2016
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