
Paola Braglia Scarpa con una sua opera dedicata a Ferrara
Paola Braglia Scarpa è un’artista molto apprezzata a Ferrara, nonostante negli ultimi anni abbia rallentato la propria produzione, convinta dell’importanza della riflessione, della solitudine e della ricerca.
Formatasi all’Istituto “Dosso Dossi” con maestri quali Nemesio Orsatti e Giuseppe Virgili, e completando poi gli studi all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha insegnato per molti anni Storia dell’Arte e Disegno.
Siamo andati a trovarla l’8 marzo, Festa della Donna, nella sua abitazione in via Ortigara, dove arte e vita si confondono. «Qui è la mia casa e il mio studio, per me l’essere donna è legato inscindibilmente alla famiglia», quindi l’artista, la donna e la madre non sono tra loro in opposizione.
Partiamo da una serie di sue originali creazioni, quelle che lei chiama “fotopitture”. Nell’ottobre 2005 a Palazzo Bellini a Comacchio, in una sua personale, “Nulla die sine linea”, ne espone ben dodici. «Ebbero un riscontro molto positivo», ci racconta, «per i comacchiesi fu un momento di riflessione sulla loro terra, nonché, per gli artisti, sul tema della ricerca». Le fotopitture rappresentavano un cammino nella spiaggia deserta, alla “ricerca dell’infinito”, fino a imbattersi in poesie scolpite su alcune scogliere. Il mare nella sua sconfinata espressività faceva al tempo stesso da cornice e da sfondo.
Da oltre trent’anni, inoltre, la Braglia aderisce al movimento artistico “Umanità Cosmica”, che propugna una visione olistica della realtà. Alcuni mesi fa, poi, sei suoi dipinti sono stati inseriti nel libro di poesie di Simonetta Sandra Maestri, “Riflessi ritratti” (Este Edition, 2015). Scelte di appartenenza e creazioni che dimostrano in modo netto la forte poeticità e spiritualità dell’arte della Braglia, creazioni materne e nostalgiche intrise di meditazione, nella speranza che presto possa regalare alla nostra città una sua nuova personale.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 marzo 2016
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