La natura come via per vedere oltre, attraverso simboli del passaggio dall’età dell’infanzia a quella adulta. Sono questi alcuni temi delle opere di Carlo Bertocci, artista e architetto toscano che fino al 26 ottobre espone la sua “Veder verde” alla Galleria del Carbone. Sabato alle 18 Gianni Cerioli ha inaugurato l’esposizione definendo «splendida» la pennellata dell’artista e sottolineando la sua appartenenza alla cosiddetta Pittura colta (o Ipermanierismo). La «semplicità» colma di «densità» delle opere sono la rappresentazione di un vissuto in «evoluzione», di un passaggio d’età delicato. Tutto ciò reso attraverso una simbologia fortemente religiosa. Alcune opere, infatti, richiamano la noce come simbolo di Cristo (basti pensare al “Battesimo di Gesù” di Piero della Francesca): il mallo sta per la sua carne, il gheriglio per la sua natura divina e il guscio per la croce. Oltre a ciò, centrale è il tema del silenzio, indicato dall’indice posto sulle labbra, un silenzio «liturgico» imposto a se stessi (perplessità) o agli altri, dove, ha sottolineato Bertocci, risalta il prolabio (o arco di cupido), la fossetta sopra la bocca che, secondo una leggenda, si forma quando, alla nascita, un angelo ci suggella la bocca.
“Veder Verde” sarà visitabile tutti i giorni (a parte il martedì) dalle 17 alle 20, sabato e festivi anche dalle 11 alle 12.30.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 ottobre 2014