Archivio | settembre, 2016

“Abbasso la guerra” al Museo del Risorgimento e della Resistenza

24 Set

esterno MRR“Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 a oggi” è il nome del nuovo progetto espositivo che viene inaugurato oggi alle 11 nella Sala mostre del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara (in via c.so Ercole I d’Este, 19).

La mostra fotografica e documentaria è a cura di Francesco Pugliese e verrà presentata da Massimo Maisto, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Daniele Lugli presidente emerito del Movimento Nonviolento, e da Antonella Guarnieri Responsabile del Museo. L’esposizione rimarrà in parete fino al prossimo 23 ottobre e sarà visitabile, a ingresso libero e gratuito, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Chiusura il lunedì.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 24 settembre 2016

Casa Romei ospita una collettiva fotografica

24 Set

14344272_10154180057438005_1898686133371458679_nOggi alle 21 viene inaugurata la mostra fotografica “Cesure” a Casa Romei in via Savonarola, 30. Il progetto espositivo è organizzato da “Cesura”, collettivo di fotografi nato nel 2008, Polo museale dell’Emilia-Romagna e Museo di Casa Romei, con la collaborazione del Comune di Ferrara. La mostra, a cura di Andrea Sardo e Nicola Patruno, e ideata da Luca Santese, comprende fotografie di Arianna Arcara, Giacomo Liverani, Gabriele Micalizzi, Luca Santese, Gabriele Stabile, Francesco Viceconte, e video di Luca Baioni (Jergon).

Questo il calendario dell’esposizione, pensato in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio: oggi apertura dalle 14 alle 22.30, con inaugurazione alle 21. Domani apertura dalle 08.30 alle 18. Inoltre, ci saranno visite guidate con i curatori e gli autori della mostra alle ore 10.30, 12.30, 14.30 e 16.30. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 9 ottobre.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 24 settembre 2016

La gallerista Mariotti inaugura a Venezia

24 Set

14212103_10209238972949906_5053511493057690649_nProsegue la collaborazione tra la gallerista e curatrice ferrarese Francesca Mariotti e Francoise Calcagno Art studio di Venezia. Oggi alle 17 nella galleria d’arte veneziana (in Campo del Ghetto Novo) inaugura infatti la collettiva dal titolo “La vita è colore” con opere dei seguenti artisti: Leonardo Terenzi, Fiammetta Mora, Maristella Laricchia, Tessa Baker Nelson, Maria Estella Ometto ed Ercole Facin. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 8 ottobre.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 24 settembre 2016

Vertigini virtuali: immagini dalla mostra di Aidan a Ferrara

23 Set

[Qui la mia presentazione della mostra]

Fino al prossimo 16 ottobre nello spazio artistico Mazzacurati Fine Art in c.so Martiri della Libertà, 75 a Ferrara sarà possibile visitare la personale “Pop Reloaded!”, a cura di Raffaella A. Caruso.

Tra Pop Art e realtà aumentata, i lavori di Aidan sono visibili a occhio nudo, e ulteriormente leggibili utilizzando uno smartphone o tablet, in aggiunta al suo stile caratterizzato da sovrapposizioni, sbavature, sfocature che trasmettono un forte senso di moto.

Aidan nasce nel 1979 a Brescia dove vive e lavora. Formata alle tecniche incisorie classiche, si appassiona all’elaborazione grafica e alla multimedialità, sperimentando così linguaggi diversi. Dalla fascinazione per il simbolismo e il concettuale prendono corpo interessanti esperimenti in scatole del tempo, dove tecnica incisoria e immaginario figurativo classico operano con materiali “freddi” quali il plexiglass, sovrapposizioni spazio-temporali e originali dislocazioni stilistiche. Nel 2010 espone a Vienna alla Galerie Am Roten Hof, mentre nel 2011 in una la collettiva al Rogue Space Chelsea a New York. Quest’anno ha partecipato ad Arte Fiera Bologna, Art Parma e lo scorso marzo ha esposto la personale “Parlare ai muri” a Novegro (MI).

Andrea Musacci

Nel buio e nello splendore: prime immagini della mostra sull’Orlando furioso a Palazzo dei Diamanti

23 Set

L’imponente progetto espositivo intitolato “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi”, viene ufficialmente inaugurato oggi alle ore 18 alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, e sarà visitabile fino all’8 gennaio, tutti i giorni dalle 9 alle 19. L’esposizione, a cura di Guido Beltramini e Adolfo Tura, è organizzata da Ferrara Arte e dal Ministero dei Beni Culturali.

[Qui il mio servizio sulla presentazione della mostra]

Qui alcune mie immagini della mostra vista in anteprima stamattina.

Alla scoperta dell’Ariosto che realizzò il Furioso

23 Set

[Qui alcune mie immagini in anteprima della mostra]

Presentata la mostra di Palazzo Diamanti, inaugurazione oggi. Medaglia d’onore del Presidente Mattarella al sindaco Tagliani

14355794_1464335220250414_1295043005063235763_n«Felicità e ottimismo per un ambizioso progetto espositivo, un sogno sull’Ariosto che si realizza». Grande l’entusiasmo degli organizzatori e significativa la partecipazione di pubblico ieri pomeriggio nel Salone d’Onore di Palazzo dei Diamanti per la presentazione della mostra “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi”, che viene ufficialmente inaugurata oggi alle 18 alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, e sarà visitabile fino all’8 gennaio, tutti i giorni dalle 9 alle 19. L’esposizione, a cura di Guido Beltramini e Adolfo Tura, è organizzata da Ferrara Arte e dal Ministero dei Beni Culturali.

500 anni e non sentirli: il 22 aprile 1516 in una tipografia di Ferrara venivano stampate le prime copie dell’immortale poema ariostesco, e ora, nel quinto centenario questa mostra permette di ammirare dipinti, sculture e disegni, ma anche arazzi, libri, manoscritti miniati, strumenti musicali, ceramiche invetriate, armi e rari manufatti. Il tutto per cercare di ricreare l’ambientazione mentale di Ludovico Ariosto mentre componeva il Furioso.

L’importante lavoro, portato avanti dai curatori insieme a Maria Luisa Pacelli e Barbara Guidi, rispettivamente Direttrice e Curatrice di Palazzo dei Diamanti, e al comitato scientifico, permette di contemplare capolavori di grandi artisti, da Paolo Uccello (San Giorgio e il drago, c. 1440) ad Andrea Mantegna (Minerva caccia i Vizi dal Giardino delle Virtù, 1497-1502), da Leonardo da Vinci (Scena di battaglia, c. 1517-18) a Michelangelo (Leda e il cigno, copia, post 1530), e Tiziano (Il baccanale degli Andrii, c. 1523-26, che torna a Ferrara dopo più di 400 anni), oltre a tanti altri.

Una mostra d’arte, ma non solo: grazie al sostegno dei maggiori musei, saranno esposte opere e oggetti preziosi noti al poeta, o coerenti col suo stile: oltre alla copia dell’Orlando furioso datata 22 aprile 1516, dalla British Library di Londra, ad esempio vi sarà l’olifante dell’XI secolo, che leggenda vuole sia il corno di Orlando che risuonò a Roncisvalle.

Ieri durante la presentazione Maria Luisa Pacelli ha presentato, tra l’altro, tre pubblicazioni legate alla mostra: una di Luigi Dal Cin, un’altra curata da Elisa Curti con testo di Calcagnini, che verranno presentati in Biblioteca Ariostea rispettivamente il 5 ottobre e il 18 novembre, oltre a una di illustrazioni e di fumetti in collaborazione col Liceo Dosso Dossi.

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Un momento della presentazione di ieri

Altre iniziative di contorno sono state illustrate da Martina Bagnoli, direttrice della Pinacoteca Nazionale: visite guidate, manifestazioni musicali organizzate col Conservatorio, spettacoli, e una maratona di lettura del Furioso in programma tra il 2 e il 3 dicembre prossimi.

Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, ha elogiato  l’esposizione come «straordinaria, utile per rivivere ciò che Ariosto rielaborava quando si chiudeva nelle sue stanze». A ulteriore dimostrazione dell’importanza della rassegna, il Prefetto Michele Tortora all’inizio della conferenza ha consegnato al sindaco una medaglia d’onore a nome del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’Assessore alla Cultura Massimo Maisto, raggiante per l’evento, ha anche illustrato il progetto del “Cantiere Ludovico Ariosto” ospitato nel virtuale“MuseoFerrara”. Infine, i curatori Adolfo Tura e Guido Beltramini hanno illustrato nel dettaglio il percorso espositivo.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 23 settembre 2016

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Giovanni Nascimbeni in mostra a La Borsa

22 Set

14264227_691684680995703_4961050007369068288_nIl Ristorante Dongiovanni – La Borsa Bistrot in c.so Ercole I D’Este, 1 a Ferrara riprende le proprie esposizioni con la nuova personale di un giovane e interessante artista ferrarese. Sabato dalle 19 inaugura, infatti, “Vudù” di Giovanni Nascimbeni, una mostra-racconto sui riti di passaggio (generazionali e non), sul tempo e gli scheletri della memoria. L’esposizione sarà visitabile fino al prossimo mese di novembre.

Lo scorso ottobre Nascimbeni, classe ’85, ha esposto la personale “Frammenti” all’Hotel Carlton di via Garibaldi (rimasta in parete sei mesi), mentre nel 2014 nella sede dell’Associazione Rrose Selavy in via Ripagrande ha presentato “Oximoro – elogio dell’abbondanza : tutto e niente”, e l’anno prima alla Porta degli Angeli ha esposto nella bi-personale con Paolo Zappaterra, “Fluidi” alla Porta degli Angeli.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 22 settembre 2016

“Orlando Furioso Decoded” irrompe alla MLB home gallery

22 Set

La MLB home gallery di Maria Livia Brunelli presenta domani alle 17 uno dei suoi artisti di punta, per “accompagnare” l’inaugurazione della mostra “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” nel vicino Palazzo dei Diamanti. “Orlando Furioso Decoded” è il nome della mostra personale di Stefano Bombardieri, già noto a Ferrara per le sue installazioni di rinoceronti, elefanti e tigri in diversi punti del centro cittadino.

Dopo l’esposizione di Giovanna Ricotta dello scorso aprile, “Furiosamente. Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”, la MLB home gallery presenta un altro progetto artistico legato al poema ariostesco, scegliendo l’artista bresciano Bombardieri, classe ‘68. Il pubblico dovrà utilizzare un’app che legge i codici a barre per andare alla scoperta degli innumerevoli personaggi dei vari racconti, in un viaggio nel tempo che mette in luce la ricchissima trama del poema. Arricchiscono la mostra alcune piccole sculture-gioiello ispirate a frasi iperboliche e fantasiose del “Furioso”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 22 settembre 2016

“Cesure”, cronaca contemporanea per immagini

22 Set

14344272_10154180057438005_1898686133371458679_nVideo e foto per rappresentare la cronaca contemporanea, in uno degli edifici storici più suggestivi di Ferrara. Sabato alle 21 viene inaugurata la mostra fotografica “Cesure” a Casa Romei in via Savonarola, 30. Il progetto espositivo è organizzato da “Cesura”, collettivo di fotografi nato nel 2008, Polo museale dell’Emilia-Romagna e Museo di Casa Romei, con la collaborazione del Comune di Ferrara. La mostra, a cura di Andrea Sardo e Nicola Patruno, e ideata da Luca Santese, comprende fotografie di Arianna Arcara, Giacomo Liverani, Gabriele Micalizzi, Luca Santese, Gabriele Stabile, Francesco Viceconte, e video di Luca Baioni (Jergon).

Questo il calendario dell’esposizione, pensato in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio: oggi apertura dalle 14 alle 22.30, con inaugurazione alle 21. Domani apertura dalle 08.30 alle 18. Inoltre, ci saranno visite guidate con i curatori e gli autori della mostra alle ore 10.30, 12.30, 14.30 e 16.30. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 9 ottobre.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 22 settembre 2016

«Il silenzio e la solitudine della modernità»: a Bologna un incontro per ricordare l’uomo e il pittore Dino Boschi

21 Set

14433140_1461937170490219_1056652746426036432_nUna figurazione intimista, una pittura del silenzio e della solitudine, ma che non disdegnava rappresentare anche luoghi e folle della modernità, seppur nella loro alienazione. Si può riassumere così la poetica di Dino Boschi (Bologna, 30 luglio 1923 – Bologna, 20 settembre 2015), pittore attivo per quasi 70 anni, dal 1947 al 2010.

Ieri sera nella sede di CUBO Unipol a Bologna si è svolto l’incontro dal titolo “I luoghi e le cose di Dino Boschi. Un ricordo”, in occasione della retrospettiva “Il mondo dietro la collina”, ospitata negli stessi spazi fino al prossimo 8 ottobre. Dopo i saluti di Alberto Federici, Direttore di CUBO, ha preso avvio l’incontro-dialogo tra Franco Basile, noto critico d’arte e Alberto Boschi, figlio di Dino e Docente di Storia del Cinema all’Università degli Studi di Ferrara. L’incontro, moderato dalla curatrice e critica d’arte Angela Memola, ha visto la presenza di circa un centinaio di persone.

«A Bologna – ha esordito Basile – tanti pittori vestivano in modo stravagante per mostrare il loro essere artisti. Erano gli anni in cui dominava l’Informale, ed emergevano la Pop Art e l’Iperrealismo. Boschi invece no: sapeva eludere tutto ciò che era di “moda”, era elegante e distinto ma vestiva normalmente, poteva sembrare un funzionario delle Poste! Era normale, e perciò trasgressivo». Si è iniziato così a delineare la personalità di Boschi, uomo e artista schivo e, potremmo dire, tradizionale, che ha fatto della semplicità e del rigore le cifre della sua vita e del suo fare artistico.

Come ha spiegato lo stesso figlio Alberto, «mio padre era una persona molto riservata, oltre che metodica, regolare e abitudinaria nel lavoro e nel quotidiano. Anche la sua creatività non ha mai avuto grandi oscillazioni: non ricordo particolari momenti di crisi creativa, ad esempio. Il suo studio non era un luogo inaccessibile ma comunque molto privato». Un altra caratteristica era, nonostante la sua metodicità, la mancanza di ordine in alcuni ambiti: «ad esempio – ha proseguito Alberto Boschi – non ha mai tenuto un registro delle sue opere».

Il figlio ha poi ripreso il rapporto del padre col mondo artistico bolognese nel periodo di dominio dell’Informale, vale a dire tra gli anni ’50 e gli anni ’60. «Non aveva interesse per la pittura astratta, e poi nel periodo di egemonia dell’Informale, in quanto figurativo [della cosiddetta Nuova Figurazione, ndr] si sentiva ostracizzato, e di ciò ne soffriva. Non parlava, però, mai con disprezzo o astio dell’opera di un altro artista, nonostante avesse gusti molto netti. Parlava dei pittori che amava, non di quelli che non amava».

Scendendo più nel dettaglio dello stile e della poetica di Dino Boschi, il figlio Alberto ha spiegato come egli «non dipingesse di getto e non amava i pittori che dipingevano di getto, ma restava giorni e giorni su un quadro, rifinendolo e aggiustandolo. Al tempo stesso, però, non progettava le proprie opere, non faceva cioè schizzi, bozzetti o disegni preparatori, ma dipingeva direttamente sulla tela bianca».

«Un pittore sincero e misurato», l’ha dunque definito Basile, «che non dipingeva tanto ciò che vedeva, ma ciò che sentiva», che percepiva. «A lui – ha proseguito il critico – non interessavano gli oggetti in sé ma gli interni come luoghi del silenzio: infatti, amava la solitudine proprio perché gli permetteva di sentire le cose». Profondamente legato al silenzio e alla solitudine vi è il ricordo, che Boschi cercava di rappresentare sulla tela, «come se ci fosse in lui sempre un desiderio inappagato, come se vivesse alla periferia di un sentimento remoto». Basti pensare al suo “ciclo delle spiagge” degli anni ’70, che lui amava, appunto, a fine stagione, e che solitamente «non frequentava, ma ricordava o sognava».

Durante la serata è stata anche proiettata una rara videointervista rilasciata da Boschi nel 2001 a un emittente TV privata, girata nella sua casa. Dopo aver ricordato alcuni dei pittori ai quali si ispirava, come Pierre Bonnard, Francis Bacon e Alberto Giacometti, ma anche Felice Casorati e il suo maestro Giorgio Morandi («il più grande pittore della Metafisica»), ha analizzato brevemente alcune sue opere. Ad esempio, il “ciclo delle stazioni”, «nato dal mio desiderio di indagare il cielo e le nuvole, cioè quelle forme informi, alle quali ho deciso di contrapporvi la linearità e le geometrie dei treni». Oppure, l’opera “L’urlo” del 1964 (del “ciclo delle partite di calcio”), che «richiama una certa poetica, ad esempio cinematografica, come quella bergmaniana, quando ancora l’urlo era una possibile rappresentazione della disperazione, mentre nel mondo consumista l’urlo non è accettato, perché la stessa disperazione non è considerata possibile».

Infine, a significare la complessità del vero artista, nonostante non fosse un pittore “di getto” Boschi durante l’intervista dichiara il proprio amore per un pittore gestuale come Filippo de Pisis, e spiega come, nonostante la costanza e l’equilibrio, per lui «il momento dell’inizio, la tela bianca, fosse davvero tremendo!»

Andrea Musacci