Archivio | giugno, 2014

“L’immaginario, il sogno, lo spirito” in mostra a l’Altrove

22 Giu

spazio l'altroveLo Spazio D’arte L’Altrove, con sede in via De’ Romei, 38 a Ferrara presenta oggi una nuova tappa del progetto espositivo “Tensioni e paradossi del contemporaneo”. Alle 18 avrà infatti luogo l’inaugurazione della mostra “L’immaginario, il sogno, lo spirito”, pensata e curata dalla Dott.ssa Francesca Mariotti con la Dott.ssa Silvia Greggio e visitabile fino al 5 luglio. Questi gli artisti in parete: Buci Sopelsa, Tommaso Santucci, Annamaria Gagliardi, Roberto Rossi, Barbara Pellandra, Raffaella Procaccia, Fabio Righi e Marianna Merler. Vi sarà inoltre lo spettacolo di teatro e musica “Pa’am Achat….C’era una volta”, scritto e diretto da Emanuele Scataglini e Barbara Rosenberg, sulla cultura ebraica e nomade. La mostra è visitabile dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20, il giovedì dalle 10.30 alle 13.30 e sabato su appuntamento.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 22 giugno 2014

La Cina è l’ospite d’onore alla Biennale Internazionale d’Arte

21 Giu

10288777_10152618190777150_6781384590042588717_nProprio quattordici anni fa nacque l’idea di una Biennale Internazionale d’Arte nella nostra città. Oggi alle 18.30 al Chiostro di San Paolo in p.zzetta Schiatti inaugura la settima edizione di questo grande evento organizzato dall’Associazione Culturale “Ferrara Pro Art”, che intende far incontrare più di sessanta artisti, tra  talenti emergenti e altri già affermati. L’edizione 2014 – che si svolgerà in varie sessioni fino al 15 dicembre prossimo con nove eventi totali – è dedicata all’arte della Cina, con la presenza di un gruppo d’artisti cinesi operanti a livello internazionale. La manifestazione è spalmata in varie locations storiche della città, creando un continuo e sempre nuovo raccordo tra arte antica e arte contemporanea.

Queste le locations cittadine che ospiteranno le diverse mostre: Porta degli Angeli, Ex Refettorio del Complesso di S.Paolo, Sala S.Francesco, Castello Estense, Palazzo Roverella-Atelier Roverella, Palazzo Scroffa – Il Camerone, Galleria Idearte, Grotte del Boldini, Chiostro Grande di San Paolo. Questa caratteristica tipica della Biennale, di essere ospitata in luoghi sempre diversi, è un’occasione, quindi, per turisti e ferraresi di apprezzare, oltre alle varie espressioni estetiche, luoghi dimenticati ed insoliti della città estense. Undici sono gli artisti che apriranno la prima esposizione alla 7° Biennale: Dai Chaoqun, Ludmilla Swarczewskaja, Marcel Klein, Fabio “Snoze” D’Agostino, Enrico Dalfiume, Dario Barsottelli, Annamaria Di Nitto, Brigitte Ostwald, Morgan Zangrossi, Anna Rita Cacciatore, Iris Paoletti.

L’inaugurazione di oggi sarà accompagnata da un cocktail a buffet con assaggio di specialità ferraresi e dalla performance multimediale dal titolo “Robotomo” condotta dal musicista Andrea Lovato e dall’artista performer Nicola Capiluppi. Vi saranno Andrea Lovato (voice, looper, effects), Nicola Capiluppi Art (Art Performer e Noiser) e Anna Morandi (voice).

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 giugno 2014

Stasera la musica di Madaski e Bunna

21 Giu

10394477_652593698144755_2151789688714470224_nStasera alle 21 in occasione della riapertura del “Camelot café” al Parco Urbano G. Bassani di via Bacchelli a Ferrara, avrà luogo il concerto di Madaski e Bunna, anime storiche del gruppo reaggae/dub Africa Unite. L’evento fa parte del programma della Giornata Mondiale del rifugiato, organizzata dalla Cooperativa sociale Camelot – Officine Cooperative dal 19 al 22 giugno a Ferrara e Cento. Ad aprire il concerto degli Africa Unite – System of a Sound (questo il nome completo del nuovo progetto)sarà il gruppo ferrarese Le pietre in tasca, formato da: Ilaria Boselli (voce), Andrea Marchesin (basso), Massimo “Bistek” Ragazzi (batteria), Paolo Finessi (percussioni), Elia Delli Carri (chitarra) e Alessio Bettoli (Dub Master). Il gruppo è nato appena due anni fa, nel 2012. Nel lontano 1981, invece, a Pinerolo, vicino Torino, Bunna e Madaski, allora adolescenti, si unirono per formare gli Africa Unite, ispirandosi all’omonima canzone di Bob Marley, proprio nell’anno della sua scomparsa. Il primo disco sarà Mjekrari nel 1987, al quale seguiranno altri dieci album studio, due live e diverse raccolte. L’anno scorso è stato il ventesimo anno dell’album di successo “Babilonia e poesia” e per celebrare questo importante anniversario, gli Africa Unite da aprile a settembre hanno portano in tour quel disco con la stessa formazione di vent’anni prima.

Questo il programma completo della Giornata: alle 16:30, laboratorio artistico “Scavalchiamo i muri che ci dividono”, alle 17, tavola rotonda “La civiltà dell’accoglienza: ruolo dei media ed esperienze di condivisione”, con Luigi Manconi, Valentina Brinis, Tahar Lamri e ‘Occhio ai media’. Alle 19 aperitivo con djset, alle 21 Le Pietre in Tasca e alle 22 Africa Unite – System of a Sound. Domani, invece, alle 17 nuovamente il laboratorio artistico, mentre alle 18 Wu Ming e Girolamo De Michele presentano “L’armata dei sonnambuli” e alle 21 live “Wu Ming Contingent”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 giugno 2014

Dall’assenza di Dio alla verità nella speranza. Testo intervento presentazione “Il sangue di Abele”, 17/06/2014.

18 Giu

Il-sangue-di-abele-frontIeri sera, 17 giugno, sono stato invitato a relazionare per la presentazione del libro di Padre Zef Pllumi, “Il sangue di Abele”, curato da Keda Kaceli.

Tra i relatori, oltre a me, era presente la stessa Kaceli, Fausto Tagliani e Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Don Massimo Manservigi ha introdotto la serata.

Questo il testo del mio intervento.

“Buonasera a tutti. Ringrazio innanzitutto Don Manservigi, Mons. Negri e Keda Kaceli per avermi invitato stasera.

C’è un grido che esce istintivo dalla bocca di Padre Zef: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», lo stesso grido di Gesù sulla croce (Mt 27,46). E in effetti il racconto di quegli anni nell’Albania comunista sembra dimostrare in modo netto la vittoria, il dominio del male, del maligno, attraverso una visione materialista e nichilista dell’uomo. Uomo che – come nei campi di concentramento nazisti o in quelli staliniani – è ridotto a pura materia inerme, a mero oggetto da chi aveva – per usare le parole di Hannah Arendt – una «pretesa di dominio assoluto sull’uomo» (“Le origini del totalitarismo”, 599). È il male radicale, insomma. Sembra che Dio sia assente, lontano, silente.

Tanti sono gli esempi che potrei fare, descritti con coraggio e precisione nel libro: ribelli anticomunisti bruciati vivi nei fienili, le unghie dei prigionieri strappate con delle tenaglie, altri prigionieri costretti a bere la propria urina per non morir di sete, altri ancora sepolti vivi nel fango, l’uso di scariche elettriche…e mi fermo qui, ma c’è anche di peggio…«Per me tutto era solo buio e tenebra» (130), dice Padre Zef a un certo punto del libro.

Sono situazioni disumane che molti cristiani hanno vissuto e vivono ancora oggi. Alcuni cristiani, come ha ricordato Papa Francesco lo scorso 4 marzo durante un’omelia a Santa Marta, infatti ancora oggi semplicemente «sono condannati perché hanno una Bibbia. Non possono [nemmeno] fare il segno della croce».

Solo poche settimane fa l’associazione “Open Doors” (ong nata negli USA) ha pubblicato l’ennesimo rapporto sulle persecuzioni anticristiane nel mondo in un periodo di tempo limitato – dal primo novembre 2012 al 31 marzo 2014. Complessivamente, in un lasso di tempo di soli 17 mesi, nel mondo sono stati 5.479 i fedeli cristiani uccisi, con una media di 322 al mese. Tra chiese, negozi e abitazioni si contano 3.641 edifici distrutti e 13.120 atti di violenza…e c’è da considerare che queste stime sono al ribasso e non considerano paesi quasi inaccessibili dove le persecuzioni sono difficili da quantificare come Corea del Nord, Eritrea, Iran e Cina.

Anche in Occidente sempre di più cresce un ‘fastidio’ verso i cristiani, verso le radici più profonde della nostra cultura – italiana, europea e occidentale. Esistono cioè anche modi ‘non violenti’ per sradicare la religione da un popolo, da una terra, da una storia. Non voglio dilungarmi troppo su questo punto ma cito solo un passaggio – emblematico – di un’intervista rilasciata pochi mesi fa da Paolo Flores d’Arcais, filosofo e direttore della rivista MicroMega: «Va negato radicalmente – dice Flores d’Arcais – e in modo sistematico ogni ruolo pubblico delle religioni nella democrazia, perché qualsiasi [loro] ruolo pubblico minaccia e mette a repentaglio elementi essenziali del sistema democratico». Egli auspica, di conseguenza, per Dio l’«esilio dorato nella sfera privata della coscienza». Benedetto XVI in “Deus caritas est” (2009) definiva questo umanesimo che esclude Dio un«umanesimo disumano».

Eppure, nonostante tutto, tante persone come Padre Zef e come tanti cattolici albanesi, di cui il libro parla, hanno continuato fino all’ultimo a testimoniare la propria fede, non hanno abdicato al ‘pensiero unico’ che il Potere imponeva loro. Hanno, cioè, al contrario di Pilato, continuato a porsi la domanda «Che cos’è la verità?» (Giovanni 18,38). Invece, secondo molti oggi la ricerca della verità è diventata qualcosa di futile o di pericoloso per il vivere comune. La verità impaurisce il Potere, il Potere di quegli uomini che si credono Dio.

La ricerca della verità però non può non essere collegata al concetto di speranza. San Paolo, nella “Prima lettera ai Tessalonicesi” (4,13), dice loro: Non dovete «affliggervi come gli altri che non hanno speranza». La speranza, insomma, sembra poter vincere, sembra poter avere l’ultima parola sul Male.

Trattando dei primi martiri della chiesa, Benedetto XVI nell’enciclica “Spe Salvi”, parla di due basi, di due sostanze della vita dell’uomo. Dice che i martiri hanno sopportato le persecuzioni «perché comunque ritenevano questa sostanza materiale [la loro vita terrena], trascurabile. Potevano abbandonarla, perché avevano trovato una ‘base’ [una sostanza] migliore per la loro esistenza – una base – dice Benedetto XVI – che rimane e che nessuno può togliere». Questa ‘base migliore’ è la fede, una fede forte nella verità.

In conclusione,vorrei citare le parole di un giornalista [de La Stampa], Domenico Quirico, rapito il 9 aprile 2013 mentre si trovava in Siria come inviato di guerra, poi liberato l’8 settembre 2013, dopo cinque mesi di sequestro: dice di aver provato «il silenzio di Dio», ma «essendo io credente, avevo accanto a me qualcosa […]: la presenza di Dio, l’atto semplicissimo del pregare. Questa è stata presente per tutti i 152 giorni della mia detenzione: Dio era lì […], non mi ha mai abbandonato».

Ho finito, grazie a tutti.”

Andrea Musacci

Il Credito Fiscale, soluzione per l’economia italiana

16 Giu

Chi crea moneta“Chi crea la moneta e come? Analisi degli scenari e soluzioni possibili per cittadini e imprese” è il nome dell’incontro pubblico patrocinato dal Comune di Ferrara e promosso da un gruppo di cittadini e dalla Comunità Emmaus di S. Nicolò (Fe) svoltosi venerdì sera. Nella sala San Francesco in piazza San Francesco, 7 a Ferrara gli economisti Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi, hanno presentato il loro libro “La soluzione per l’euro. 200 miliardi per rimettere in moto l’economia italiana” (Ed. Hoepli, 2014). L’Italia, secondo Cattaneo, oggi dovrebbe sfruttare “quel poco di sovranità monetaria che ancora le è rimasta.” Citando il grande economista Keynes, “lo Stato in periodi di crisi come l’attuale – ha proseguito – deve agire, aumentando il potere d’acquisto, deve insomma emettere moneta, o con investimenti diretti o dando soldi ai cittadini.” La proposta pratica dei due autori è di creare una nuova categoria di titoli di stato, “i Certificati di Credito Fiscale, che sarebbero proporzionali al reddito di chi li riceve”, e utilizzabili per pagare tasse, imposte ecc.

Zibordi ha proseguito spiegando come “questa proposta serva a rimettere 200 miliardi di euro nell’economia italiana non dando, come sempre, soldi al mercato finanziario”. Un’idea che permetterebbe, hanno specificato i due, all’Italia di non uscire dall’eurozona e di conseguenza di non far saltare l’impianto dell’UE.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 15 giugno 2014

(Nella foto, da sinistra: Marco Cattaneo, Giovanni Zibordi e uno degli organizzatori)

Ultima settimana per la Giostra del Borgo, si inizia con “Eyes Wine Shot”

16 Giu

INGRID_GIOSTRA_2014-6317-240x145Inizia l’ultima settimana della Giostra del Borgo, organizzata dalla Contrada di S. Luca fino a domenica 22, con uno spettacolo davvero originale. Nell’arena dell’Ippodromo comunale di Ferrara in via Ippodromo, 31 stasera alle 21.40 avrà infatti luogo lo spettacolo-degustazione “Eyes wine shot”. Giuseppe Gandini e Gianantonio Martinoni sono i protagonisti di questo evento, nel quale vi sono una serie di letture ed invenzioni di grandi scrittori e poeti, oltreché una rilettura ironica dei vari modi di scrivere sul vino. Eyes Wine Shot” è una nuova idea di degustazione, un vero e proprio spettacolo sul vino, la poesia, la sua storia e la sua chimica. Un modo speciale di vivere un momento di aggregazione e incontro molto in voga come la degustazione. I testi usati vanno dalla “Ode al Vino” di Pablo Neruda, a “Barbera e Champagne” di Giorgio Gaber. Lo spettacolo, inoltre, come detto, rilegge in senso ironico le guide sul vino mettendo in evidenza i vari punti di vista che si possono avere sullo stesso prodotto e, al tempo stesso, divertendo il pubblico presente.

Lo spettacolo si rivolge, oltre che ai cultori del vino e del buon cibo, anche a coloro i quali vogliono approfondire il mondo della degustazione e passare una piacevole e divertente serata in compagnia. Lo spettacolo è stato già presentato a Ferrara lo scorso marzo, nella Sala Estense e a Copparo al Teatro De Micheli. “Eyes Wine Shot”, della durata di 50 minuti, è prodotto dal Teatro degli inediti e vede Giuseppe Gandini autore del testo e regista. L’anno scorso è stato rappresentato in più di cinquanta repliche in tutta Italia, grazie anche ai due protagonisti, due attori di teatro, cinema e televisione noti a livello nazionale.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 16 giugno 2014

(Foto tratta da http://giostradelborgo.altervista.org/ )

Totem Arti Festival, ricordando Tassinari

15 Giu

SONY DSCGiovedì la seconda edizione del Totem Arti Festival – dedicata ad Antonio Tassinari – ha preso il via al Teatro Julio Cortazar e Parco Tito Salomoni in via Ricostruzione a Pontelagoscuro. Teatro Nucleo, associazione Teatro e Comunità e Patchanka Music Pub, curatori del Totem Arti Festival, hanno deciso, nonostante la morte, avvenuta martedì scorso, di Antonio Tassinari, di inaugurare e portare a termine l’evento. Via della Ricostruzione da questa mattina a partire dalle 11 si animerà con la masterclass Danza Organic Movement con Cristine Sonia Baraga. Alle 16.30 poi Giulia Generali curerà il laboratorio di ceramica per bambini mentre Veronica Leuenberger terrà il laboratorio di feltro per adulti. Dopo il dj set “S.DRO” delle 19.30, comincerà lo spettacolo “Bianconero” delle Officine Duende, dove una strega e un lupo dovranno fare i conti con tribunale pronto a giudicarli. Alle 21.30 il Patchanka presenterà il concerto di Frank Sinutre e Sin/Cos.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 14 giugno 2014

Incontro di economia per la ripresa del Paese

13 Giu

51oHWLcGhOL._SY300_Stasera alle  21 nella sala San Francesco in piazza San Francesco,  7 a Ferrara avrà luogo l’incontro pubblico dal titolo “Chi crea la moneta e come? Analisi degli scenari e soluzioni possibili per cittadini e imprese”, un incontro divulgativo a ingresso libero. Saranno presenti gli economisti Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi, autori del libro “La soluzione per l’euro. 200 miliardi per rimettere in moto l’economia italiana” (Ed. Hoepli, 2014). L’incontro sarà preceduto alle 20.30 da un’introduzione al concetto di moneta e sovranità monetaria a cura degli organizzatori. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Ferrara, è promossa da un gruppo di cittadini ferraresi e dalla Comunità Emmaus di S. Nicolò (Fe) e ha l’obiettivo di diffondere cultura e conoscenza sui temi economici. In particolare, il libro propone di stampare moneta fiscale per creare le basi per una crescita economica del Paese. Uno strumento di sovranità monetaria alternativa che fa discutere. Giovanni Zibordi è già intervenuto a Ferrara lo scorso 22 settembre in un incontro dal titolo “La moneta è pericolosa e il debito è innocuo… e questo è l’errore!”

Per informazioni e comunicazioni: gruppoeconomia.fe@gmail.com .

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 giugno 2014

In “Aliens” le diverse forme dell’alienazione

9 Giu

AliensPiù di settanta artisti da tutta Italia si incontrano a Ferrara per “ragionare” sul rapporto tra arte e alienazione nella società contemporanea. “Aliens – le forme alienanti del contemporaneo” è il nome del progetto, ideato da Sergio Curtacci della rivista “Frattura scomposta”, che ha inaugurato ieri nella “Casa Ludovico Ariosto” in via Ludovico Ariosto, 67. Una mostra collettiva, visitabile fino al 15 luglio, con opere di ventidue artisti ha aperto la rassegna insieme alla performance “EDGE | Ultimo Ritr-Atto”, con Gio Lacedra, ispirato a “Edge”, l’ultima poesia scritta da Sylvia Plath prima del suicidio avvenuto l’11 febbraio 1963. La stessa Lacedra, inoltre, è autrice di un quartetto di acquarelli sempre dedicati a “Edge” e a Sylvia Plath. Diverse sono le forme di rappresentazione del tema dell’alienazione scelte dagli artisti. L’estraniamento, il distacco da una realtà e da un presente inautentici hanno le sembianze della sconfortata nostalgia di “Still life composizione n.1” di Ketty Tagliatti o dell’evasione nel misticismo naturale di “Mystic land” di Antonio De Luca. Anche il mondo dell’infanzia, gaio e terrificante al tempo stesso, è pur sempre simbolo di una purezza – seppur orrorifica – avulsa dalla sterile contemporaneità. Infine, lo stesso mostrare la vacuità e la vanità – temi essenziali alla condizione umana – sono una boccata d’ossigeno, un urlo sincero in un mondo che non sa dire più la verità sull’uomo.

L’evento è curato da Alessio Bolognesi, Giovanna Lacedra, Vania Elettra Tam e Sergio Curtacci,  promosso dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Ferrara e dal magazine “Frattura Scomposta”, e sostenuta dal Gruppo FINMATICA.

Andrea Musacci

Un progetto per l’ex Mof

9 Giu

1Ora il sogno di un nuovo Ex MOF è un po’ più concreto. Tante sono state le idee per dare nuova vita all’edificio, con ampio parcheggio, fino al 1989 sede del Mercato Ortofrutticolo cittadino. Trentanove progetti presentati a inizio anno al concorso – bandito dall’Ordine degli Architetti di Ferrara e dal Comune di Ferrara – per inserire all’interno dell’edificio la nuova sede dell’Ordine degli Architetti e dell’Urban Center del Comune di Ferrara. Il vincitore del concorso è un ferrarese, Filippo Govoni, 29 anni, che guiderà il gruppo formato da Federico Orsini, 32 anni, Riccardo Russo, 30 anni e Fernando Russo, 60 anni. Venerdì alle 18 vi è stata la presentazione della mostra dei progetti nella via Coperta del Castello Estense. Diego Farina, presidente degli Architetti ferraresi, dopo aver indicato nel 2016 l’ipotetica data di chiusura dei lavori, ha spiegato come il progetto sia importante per “la trasversalità tra pubblico e privato di questo percorso di rigenerazione urbana” e perché questo è avvenuto “tramite concorso pubblico”. Un’area, quella dov’è inserita l’Ex MOF, “già in trasformazione”, ha ricordato l’Assessore comunale Roberta Fusari, un’ulteriore “spazio del centro da valorizzare” – ha proseguito Marcella Zappaterra, presidente della Provincia – a dimostrazione della sensibilità delle istituzioni locali su questo tema. Dopo il taglio del nastro da parte di Govoni, è dunque iniziata la visita all’esposizione.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 08 giugno 2014